mercoledì 28 maggio 2008

L'Italia verso l'energia nucleare










The New York Times, 23.5.08

[articolo originale di Elisabeth Rosenthal qui]

ROMA - L'Italia ha annunciato giovedí che entro cinque anni riprenderá a costruire centrali nucleari, due decadi dopo aver decisamente bandito l'energia nucleare attraverso un referendum ed aver disattivato tutti i reattori.

"Alla fine di questa legislatura porremo la prima pietra per la costruzione nel nostro paese di un gruppo di centali nucleari di nuova generazione", ha detto Claudio Scajola, ministro delle attivitá produttive. "Un piano di azione per tornare all'energia nucleare non si puó piú rimandare."

Questo cambio per l'Italia é un forte segno dei tempi, riflette la crescente preoccupazione in molti paesi europei sul prezzo alle stelle di olio ed energia, oltre che sul problema del riscaldamento globale dovuto alle emissioni di carbonio da carburanti fossili. Tutto ció si é combinato per rendere questa forma di energia, una volta rifiutata, assai piú appetibile.

"L'Italia ha avuto la piú netta, la piú pubblica inversione di marcia, ma i sentimenti contro il nucleare stanno cambiando rapidamente in tutta Europa - Olanda, Belgio, Svezia, Germania e altri", ha detto Ian Hore-Lacey, portavoce dell'Associazione Nucleare Mondiale, un gruppo industriale con sede a Londra.

La riabilitazione dell'energia nucleare era stata messa in evidenza precedentemente quest'anno quando John Hutton, segretario di stato per gli affari inglese, la aveva classificata nella categoria "altre fonti di energia a basse emissioni di carbonio" come i biocarburanti. Era stata a malapena menzionata nel piano di azione di governo sull'energia di tre anni prima.

In sintonia con l'annuncio di giovedí, Scajola ha detto:"Solo le centrali nucleari producono energia su vasta scala in modo sicuro a costi competitivi, e rispettando l'ambiente."

Alcuni paesi europei hanno bandito o ristretto l'energia nucleare negli ultimi 20 anni, inclusa l'Italia, che ha chiuso tutte le sue centrali. La Germania e il Belgio hanno da molto tempo proibito la costruzione di nuove centrali, anche se si é permesso a quelli operativi di funzionare per la durata del loro ciclo vitale naturale. La Francia é stato uno dei pochi paesi che ha continuato a dipendere pesantemente sull'energia nucleare.

I gruppi ambientalisti in Italia hanno immediatamente attaccato qualunque piano per ritornare al nucleare. Giuseppe Onufrio, un dirigente di Greenpeace Italia, lo ha chiamato "una dichiarazione di guerra."

Emma Bonino, un politico dell'opposizione nonché vicepresidente del Senato, ha detto che non avrebbe senso economico costruire centrali perché non sarebbero operative per 20 anni o piú.

"Dovremmo investire di piú sul solare e sull'eolico", ha detto. "Dovremmo muoverci molto piú rapidamente per migliorare l'efficienza energetica, degli edifici, per esempio. E´qualcosa per cui l'Italia non ha mai fatto nulla."

Ma la situazione era molto diversa negli anni '80, quando i paesi europei si erano allontanati dal nucleare: il costo del petrolio era al di sotto di 50 dollari al barile, il riscaldamento globale era una scienza marginale e il cambio climatico non era ancora stato collegato alle emissioni di carbonio. Forse ancora piú importante per la psiche pubblica, i bandi e le restrizioni del nucleare in Europa furono quasi tutte messi in pratica negli anni dopo il disastro di Chernobyil del 1986 nell'Unione Sovietica.

L'equazione é cambiata: oggi, con il petrolio che si avvicina a 150 dollari al barile, molti paesi europei, che in genere non hanno risorse proprie di olio e gas, sono stati forzati dall'economia a considerare nuove forme di energia - e rapidamente. Ci vogliono 20 anni a costruire nuove centrali nucleari. Inoltre, anziché Chernobyl, gli europei hanno recentemente guardato con orrore il presidente russo Vladimir Putin tagliare i rifornimenti di gas naturale all'Ucraina per una disputa sui prezzi, lasciando quel paese al buio.

Nuove tecnologie verdi, come l'energia solare, l'eolica e i biocarburanti, non sono ancora cosí produttive da poter formare la spina dorsale di una strategia energetica per un paese, e non é chiaro se lo diverranno mai.

L'Italia é la maggiore importatrice di energia in Europa, ma quasi tutti i paesi europei sono dipendenti dall'energia importata - nel caso specifico petrolio e gas.

L'Enel, principale fornitore di energia italiano, ha annunciato quest'anno la chiusura delle centrali termoelettriche perché il carburante é diventato troppo costoso. Gli italiani pagano il prezzo piú alto per l'energia in Europa. L'Enel ha costruito nuove centrali a carbone per riempire il vuoto lasciato dall'olio, una mossa che ha creato di per se controversie: le centrali di carbone sono piú economiche ma creano emissioni di carbonio relativamente alte, anche usando le tecnologie di "carbonio pulito" che l'Enel ha pianificato.

Alcuni paesi europei, come Germania e Polonia, potrebbero allo stesso modo ripiegare sulle loro abbondanti riserve di carbone se restassero a corto di olio e gas - ma gran parte del carbone minato in entrambi i paesi é di basso livello e altamente inquinante.

Dopo l'annuncio odierno del governo, che apre l'Italia all'energia nucleare, il direttore amministrativo dell'Enel, Fulvio Conti, ha detto: "Siamo pronti." Ma ha aggiunto che "nuove regolazioni e forti accordi nella pianificazione all'interno del paese" sarebbero necessari.

L'Enel, che opera con centrali energetiche in diversi paesi europei, ha giá almeno una centrale nucleare, in Bulgaria, e sta portando avanti ricerche sui cosiddetti reattori nucleari di quarta generazione. Le vecchie centrali italiane esistono ancora, ma sono troppo antiquate per essere riaperte e bisognerá costruirne di nuove.

Il Governo italiano ha messo giú qualche piano specifico per supportare il suo annuncio, ed ha detto di essere impegnato a studiare una serie di problemi, come quali centrali costruire esattamente e se ci sia bisogno legale di un nuovo referendum per riaprire l'Italia all'energia nucleare.

Marzia Marzioli, che guida una campagna dei cittadini contro le centrali di carbone in Italia, dice che il nucleare sia da evitare allo stesso modo. "Come il carbone, l'energia nucleare é l'esatto opposto di ció che vorremmo per l'Italia. E' una scelta che non considera le alternative", come l'energia solare.

Per costruire centrali nucleari, l'Italia dovrebbe quasi certamente migliorare il suo sistema di smaltimento delle scorie nucleari. 235 tonnellate di combustibili nucleari sono ancora all'interno delle vecchie centrali che furono chiuse anni fa.

La Bonino ha detto di essere preoccupata sul fatto che l'Italia possa non essere capace di smaltire in modo sicuro le scorie nucleari delle nuove centrali e anche che queste potrebbero essere fornite a stati canaglia che provano ad acquisire tecnologie nucleari. "Credo che questo piano si sia offerto per soddisfare la comunitá affaristica, ma mi preoccupa che la sicurezza e le scorie possano rappresentare dei problemi", ha detto.

(si ringrazia Alessandra per la segnalazione)

13 commenti:

Anonimo ha detto...

Non si riescono a smaltire i rifiuti della Campania e si riusciranno a smaltire le scorie? Mmm...

La dipendenza energetica del paese è una questione molto importante, poi con l'attuale prezzo dei carburanti si fa sempre più necessaria una soluzione nel breve periodo (non tra 20 anni).

Ciaoooo
Anteros :)

PS.: ah, Cernobyl è del 1986 non del 1968, errore di battitura :P

Andrea Poulain ha detto...

"Alla fine di questa legislatura porremo la prima pietra per la costruzione nel nostro paese di un gruppo di centali nucleari di nuova generazione"
ma perchè alla fine?
alle prossime elezioni per battere silvio il centro sinistra si riunirà come con la recente unione,vinceranno sicuri(altri 5 anni di berlusconesimo peseranno sugli aventi diritto al voto) ma porterà a conflitti interni.
berlusconi appena avrà un microfono sottoil naso parlerà di brogli e di tornare alle urne,cosi cadrà il governo, elezioni anticipate, e lui vincerà dicendo:
la sinistra ha bloccato il nucleare!
è furbo silvio fà progetti di lungo periodo.
Ma sto solare basta a rendere indipendente l'italia energeticamente parlando?
perchè leggendo in giro mi pare difficile, qualcuno ne sà qualcosa in più?

Anonimo ha detto...

E' tipico di Berlusconi e dei suoi uomini fare annunci, fare spot pubblicitari: il nucleare, il ponte sullo stretto, il reato di clandestinità... sull'energia c'è poco da dire, la soluzione è risparmiare e puntare decisamente al solare e fotovoltaico: a fronte di una spesa sostenibile si hanno vantaggi subito nell'immediato con la produzione di acqua calda o energia elettrica... cavolo abbiamo quasi 300 giorni l'anno di sole, in altri stati come la germania per esempio ogni casa ha i suoi pannelli... e cosa succederebbe se ogni edificio, scuola, supermercato avessero i loro bei pannelli solari!?
In più risparmiare costruendo le case in maniera sostenibile come fanno a bolzano e trento dove non ci sono dispersione di calore. Le soluzioni ci sono solo che per il nostro governo non è conveniente applicarle!

Saluti

Alessandro

arerama@vodafone.it

Ciarciagallo ha detto...

Io vivo in Germania dove, se non vado errato, quasi il 20% del fabbisogno energetico é coperto dall'energia solare. In Germania!! Dove per ogni giorno di sole c'é una settimana di nuvolaglia. Da noi si stima una copertura del 7% del fabbisogno energetico con la riapertura delle centrali nucleari. Che c'é che non va? Come dice Alessandro gli sprechi giocano un ruolo fondamentale: sono sicuro che il nostro consumo energetico procapite sia molto piú alto rispetto a quello dei tedeschi...

Anonimo ha detto...

Bisogna considerare un paio di cosette: il petrolio dovrebbe finire intorno al 2050 mentre per l'uranio ci sono scorte di 20 anni o forse qualcosa in più. Che senso ha costruire centrali di terza generazione (nate vecchie) che hanno bisogno di uranio e producono scorie che non sapremmo dove mettere per produrre, poi, forse il 5-7% di energia a costi altissimi. E poi dove reperirebbe il governo 4-5 miliardi di € per la costruzione di una sola centrale? Forse saranno i figli di Berlusconi a metterli di tasca propria? Quando si parla di centrali di nuova generazione si parla della 4° generazione che non dovrebbero nascere prima del 2030 e, sarebbero queste a non produrre scorie (almeno così dicono coloro che studiano la materia). In Danimarca la produzione di energia da fonti alternative ha raggiunto il 16% (parlo di sole e vento) e noi in Italia con tutto il sole che abbiamo potremmo ridurre drasticamente la produzione da olii combustibili se solo riuscissimo a sfruttare queste fonti. Rubbia ha sperimentato gli specchi solari dicendo che se si coprisse di specchi un'area grande quanto quella presente all'interno del raccordo anulare di Roma si produrrebbe tanta energia da poter soddisfare tutta l'Italia. Lazio ,Puglia e Sicilia saranno le tre regioni che faranno da "cavie" per la produzione di energia da specchi solari. Il vero problema è cercare di ridurre i consumi cercando di costruire case che consumino poco, utilizzare il meno possibile le macchine, riciclare il più possibile, insomma vivere in modo più ecologico senza per questo diminuire il proprio benessere, anzi credo aumentandolo.
Giaco

Paolo ha detto...

per una dettagliata analisi del quadro energetico nazionale consiglio la lettura del seguente articolo:
http://www.ording.roma.it/archivio/4808-fonrinter4.pdf
pubblicato sul sito dell'Ordine degli Ingegneri di Roma.

Alcune note rapide:
- il solare non basterebbe a coprire il fabbisogno italiano, dovremmo coprire anche i campi coltivati e questo sarebbe piuttosto dannoso per l'economia. Oltretutto l'effetto albedo sarebbe devastante: http://en.wikipedia.org/wiki/Albedo
- il fabbisogno energetico tedesco non è coperto al 20% dal solare, ma la produzione di energia solare in Germania è 20 volte quella italiana (!)[sentito dall'ex-ministro Pecoraro Scanio a Radio Anch'io]
-Il petrolio tecnicamente non "finisce". Ad un certo punto non sarà più conveniente estrarlo perché il bilancio fra energia consumata per estrarlo e potenziale energetico del materiale estratto sarà zero.

Anonimo ha detto...

Paolo lo so anch'io che il petrolio non "finisce", ho sbagliato a non mettere la parola tra virgolette ma non cambia la sostanza. E' chiaro che se si trovano metodologie di estrazione più convenient, di petrolio si potrebbe campare altri 100 anni. Per il solare credo sia normale che il fabbisogno energetico di un paese non può dipendere solo da una fonte ma produrre una certa quantità di energia da fonti alternative non credo sia dannoso. Da quello che leggo sembri un sostenitore del nucleare e quindi rendici partecipi della positività di questa fonte energetica chissà cambio idea.
Giaco

Paolo ha detto...

Non sono un sostenitore del nucleare. Semplicemente sembra al momento l'unica strada percorribile per rientrare nei parametri fissati dai protocolli di Kyoto, anche se sforando la data limite di almeno 10 anni.
Alimentare tutta l'Italia soltanto tramite pannelli fotovoltaici non è anti-economico. E' impossibile.
Quella del solare è comunque una strada che va percorsa, per integrare la produzione attuale e futura, diminuendo progressivamente la quota energetica prodotta con fonti non rinnovabili.

Però mi sembra strano che nessuno si sia preoccupato di un altro fattore: considerando che i pannelli fotovoltaici hanno una vita piuttosto breve e al passare degli anni il loro rendimento peggiora, andranno cambiati con una certa frequenza. Come possiamo smaltirli?
Il sole è un'energia rinnovabile, i materiali usati per convertire l'energia solare in elettrica non lo sono.

Andrea Poulain ha detto...

posso chiederti paolo una cosa?
io ho sentito dire da rubbia che "basterebbe" riempire lo spazio immaginario all'interno dell circonvallazione di Roma di pannelli e si garantirebbe energia a tutta italia..
ora tramite il tuo commento ben linkato conosco questi altri fatti.
quindi o rubbia o gli ingegneri romani sono dei cazzari.
però rubbia sta mettendo alla prova in Spagna ciò che aveva proposto da noi gli ingegnere romani non so..

Roberto ha detto...

Il progetto di Scajola mi pare una follia che sarà dettata dai soliti interessi economici e non certo dal bene comune.
L'energia nucleare da fissione è una tecnologia vecchia, costosissima e che ci renderebbe dipendenti anche dalle lobby dell'uranio, i cui produttori sono tra l'altro assai meno di quelli di petrolio e gas. L'uranio fissile è raro e si esaurirà prima del petrolio mentre i reattori autofertilizzanti presentano a oggi gravissimi problemi.
Denari e intelligenze sarebbero impiegati da un governo "onesto" verso tutte le altre alternative. E' mai possibile che in Spagna si costruiscano 20 grandi centrali basate sul "solare termodinamico" di Rubbia che invece da noi non è considerato?
Lo stato spende soldi per incentivare il digitale terrestre (a favore chissà di chi?) e non per gli elettrodomestici di classe A che fanno risparmiare il 30% di energia rispetto a quelli meno sofisticati.

giagià ha detto...

Per coloro che non credono

http://www.repubblica.it/2007/03/sezioni/ambiente/energie-pulite/rubbia-solare/rubbia-solare.html?ref=search

Giaco

Ciarciagallo ha detto...

Grazie Giaco, ottimo link.

Anonimo ha detto...

c'e da dire che comunque in germania ci sono 20 centrali nuclerari in funzione.