mercoledì 29 aprile 2009

In italiano "totalmente spudorato" si dice Berlusconi











The Daily Telegraph, 11
.4.09

Il frivolo pagliaccio italiano si é superato, scrive Jenny McCartney

[articolo originale di Jenny McCartney qui]

Silvio Berlusconi, Presidente del Consiglio italiano, é stato in una forma preoccupantemente smagliante ultimamente. E' come una persona che, dopo aver bevuto troppo vino ad una festa, riesce in qualche modo ad offendere otto ospiti seduti a tavola contemporaneamente. E ciononostante non sembra mai che Berlusconi soffra i postumi di imbarazzo che in genere seguono quando ci si comporta cosí.

L'imbarazzo richiede una certa sensibilitá, l'abilitá di sapersi vedere alla ferma luce della percezione che gli altri hanno di noi. Sospetto che quando Berlusconi contempla Berlusconi, comunque, l'unica cosa di cui si riempie é un profondo e sempre crescente senso di soddisfazione.

In un batter d'occhio, é riuscito a fare arrabbiare la regina con il suo stupido urlare per richiamare l'attenzione di Barack Obama al summit del G20 durante la foto di gruppo; ha snobbato Angela Merkel, cancelliere tedesco, parlando al cellulare mentre lei le stava a fianco ad aspettarlo; e giovialmente ha bollato la condizione dei senzatetto sopravvissuti al terremoto italiano come "un weekend di campeggio". Questa dichiarazione finale é stata la piú imperdonabile: uno sciocco disinibito é una cosa, uno sciocco insensibile un'altra.

Il duraturo successo di Berlusconi, ad ogni modo, mostra una veritá sulla politica in genere. Un politico stravagante che non viene palesemente accusato per i suoi errori puó crearsi l'immagine piú rispettabile che si possa sognare, nonché scevra di ogni colpa.

Alan Clark fu sfacciato nella sua lascivia e snobismo, e finí i suoi giorni da deputato per Kensington e Chelsea, celebrato in necrologi pieni di ammirazione da quotidiani di destra e di sinistra - mentre i suoi colleghi Tory su cui le colpe si addossavano piú facilmente sprofondarono nell'oblivio per misfatti relativamente minori. Non si sarebbe tollerata, comunque, l'idea di avere Clark come premier.

Gli Italiani sono divisi tra quelli che considerano Berlusconi uno zotico e quelli che lo vedono come un eroe. Ma sicuramente anche la confidenza in se stessi piú cieca ha un limite: che curiosa ironia che l'Italia, una nazione ancora impregnata di eccezionale storia e stile, debba essere rappresentata a livello internazionale da questo incontenibile e frivolo pagliaccio.


lunedì 27 aprile 2009

Berlusconi di nuovo al centro della polemica












La Nación, 26.4.09

Il premier italiano ha raccomandato alle vittime del terremoto de L'Aquila di occupare case vuote e comprare i mobili in una famosa catena di articoli per la casa

[articolo originale qui]


Il presidente del consiglio italiano, Silvio Berlusconi, si é di nuovo trovato al centro di una polemica per le sue dichiarazioni inopportune.

Questa volta, i piú sorpresi sono stati gli abitanti della cittá de L'Aquila, distrutta all'inizio del mese da un terremoto che ha causato 296 morti e circa 50.000 senzatetto, ai quali il premier ha raccomandato di "comprare i mobili all'Ikea", una famosa catena di articoli per la casa.

Questa dichiarazione fu rilasciata ieri, durante una visita fatta nella zona per il giorno nazionale italiano.

La maggior parte degli sfollati vive ancora in tende da campagna, ragion per cui Berlusconi non ha avuto migliore idea che raccomandare di occupare case vuote nella zona del sisma.

"Andate e comprate i mobili all'Ikea. Lá si possono comprare tutti i mobili per la casa con pochi soldi", ha detto il capo del governo. Ed ha aggiunto, in tono risolutivo: "Noi possiamo restituirvi questi soldi".

Il premier italiano aveva giá causato delle controversie poco dopo il terremoto, quando consiglió alle vittime di considerare la loro precaria condizione di vita come un "weekend in campeggio".


(segnalato da Manuel)

venerdì 24 aprile 2009

Italia nostra











El País, 9.4.09


[articolo originale di Maruja Torres non disponibile online]


Non esiste per me un paese piú emozionante dell'Italia. Non mi chiedete perché. E' la sua storia, la sovrapposizione di architetture, il suo modo di essere raccolto e domestico, lo stivale che pende dall'Europa, impulsivo, vecchio e giocherellone, con la sua carica vitale. Sono le sue Alpi e i suoi dirupi meridionali, é quel suo fuoco verde che d'improvviso si fa strada tra le rovine per sfoggiare al sole, tra i marmi consumati, il suo sorriso da eterna resistente.

L'Italia ha fatto nascere, ed é sopravvissuta a, imperi grandiosi e crudeli e i loro non meno tragici finali; ha sofferto invasioni di barbari e al tempo stesso ne ha creati, e sopporta le invasioni dei turisti giorno dopo giorno. Manda giú le acque alte dell'Adriatico e si é difesa dalle acque fognarie del fascismo del suo stesso popolo.

Le Italie, che rivendico come mie in quanto patrimonio dell'umanitá.

Quella delle poesie friulane di Pasolini, delle fucilazioni di Ferrara raccontate da Bassani. L'Italia siciliana che difese Sciascia, l'oscura Italia del potere che fu attaccata dallo scrittore sardo. L'Italia ha generato mostri e dei, e li ha subiti. Ha sopportato la Democrazia Cristiana piú furba e il Vaticano piú retrogado: ha generato mafie, logge, Brigate Rosse. E' anche l'Italia del Novecento, di quella Emilia-Romagna unita contro la fame e il padrone; l'Italia di Anna Magnani che corre dietro il camion che porta via il suo uomo; l'Italia di Rossellini e quella de La Meglio Gioventú.

Dá tutto di sé, fa nascere di tutto, si reinventa tutto. Resiste a tutto. Solo i terremoti possono sconfiggerla. Nel cuore resta il dolore per i suoi figli morti e feriti, per gli sfollati, per la bellezza scomparsa, per la terra perduta. Una terra verso la quale sono sempre stata grata per i doni che ci ha dato. Forza, Italia. Ma di quella buona. Di quella vostra.

(segnalato -e ritagliato- da Carolina)

lunedì 13 aprile 2009

Le gaffe di Berlusconi non fanno notizia in Italia











The Guardian, 12.4.09

All'estero si ironizza, ma in Italia non si parla delle brutte figure del premier

[articolo originale di Tana de Zulueta qui]


Sorpresi? Indignati? Difficile dirlo. La maggior parte degli italiani semplicemente non sa che durante una visita ai terremotati Berlusconi ha paragonato l'esperienza delle famiglie costrette a dormire in tenda nel clima gelido dell'Abruzzo ad una gita in campeggio.

I telegiornali hanno passato diplomaticamente sotto silenzio l'ultima gaffe e i quotidiani, perlopiù, hanno seguito il loro esempio. Il buon uomo, dopotutto, voleva solo tirare su il morale a tanta povera gente. L'unico titolo di rilievo é stato quello del Manifesto: "Berlusconi gaffeur anche in Italia. Il "giorno in campeggio" fa scandalo. Ma solo all'estero". Tutto qua. Tutto normale, anche lo spettacolo del primo ministro che si agita davanti alle telecamere e le autorità riunite con un enorme casco da pompiere in testa mentre saluta un'anziana signora rimasta senza casa. Siamo assuefatti.

Le brutte figure di Berlusconi fanno notizia all'estero, non in Italia. L'incredibile scia di sceneggiate e passi falsi del nostro primo ministro in Europa, mentre tentava in tutti i modi di entrare sotto i riflettori di Barack Obama, lasciò stupefatto il resto del mondo e la maggior parte degli italiani apparentemente rassegnati. E' una vecchia storia che sorprende gli stranieri ma non chi conosce la situazione dei media in Italia.

I problemi cominciano quasi sempre quando il nostro si avventura all'estero. A Mosca l'anno scorso, come tutti si ricordano, salutò il presidente-eletto Obama come "bello, giovane e abbronzato". (Dando voce ai tanti italiani che si vergognarono, Carla Bruni-Sarkozy si dichiarò felice di non essere più cittadina italiana.) Già nel 2003, durante un dibattito al parlamento Europeo di Strasburgo, Berlusconi aveva chiamato un europarlamentare tedesco "kapò", come venivano chiamate le guardie nei campi di concentramento, e disse che lo avrebbe proposto per una parte in un film sui lager. Nello stesso anno tentò di invogliare gli investitori di New York con l'irruenza del sessista impenitente: "Un'altra ragione per investire in Italia è che abbiamo delle bellissime segretarie". L'elenco continua.

A casa, invece, l'immagine del premier e le sue uscite pubbliche sono minuziosamente curate. Di solito sceglie lui le domande e il suo staff gestisce tutti i suoi movimenti. Le telecamere vengono collocate in modo da garantire una ripresa favorevole. Bisogna ricordare che la metà dei giornalisti in Italia lavora per lui, e l'altra metà sa che potrebbero farlo un giorno.

Attraverso il suo gruppo Mediaset, Berlusconi e la sua famiglia controllano tre canali televisivi privati (la società di raccolta pubblicitaria Publitalia rifornisce anche buona parte delle altre), due quotidiani, una squadriglia di riviste, un circuito cinematografico e il maggior editore di libri. Dubbi di conflitto d'interesse? E' stato cancellato da una legge ad hoc che l'ultimo trafelato governo di Romano Prodi non fece in tempo a cancellare. Grazie ad un'altra legge-simbolo Berlusconi ha superato le sentenze della Corte costituzionale, legalizzando il suo quasi-monopolio e rafforzando la manomorta della politica sul servizio pubblico radiotelevisivo.

Mentre il terremoto continuava a provocare vittime e sofferenze in Abruzzo, tutti gli alti incarichi della Rai erano in discussione. Ora che il Parlamento ha trovato un accordo sui componenti del consiglio di amministrazione, Berlusconi e i suoi alleati si stanno concentrando sui telegiornali. Tutti i capi delle tre reti, dei telegiornali e dei servizi radiofonici sono in ballo. Secondo tradizione, il presidente del Consiglio dovrebbe scegliere il nuovo capo del TG1. All'ex-titolare, che non mancò mai di riguardo nei confronti di Berlusconi, anche quando era all'opposizione, ha goduto di un atterraggio morbido, con la direzione di uno dei giornali più importanti del paese, Il Sole 24 Ore.

Dovrebbe preoccupare qualsiasi italiano constatare che la trattativa per le nomine di vertice nei media del paese è talmente sistemica che anche grandi giornali privati si trovano coinvolti nella stessa tornata negoziale del servizio pubblico radiotelevisivo. Nessuno ha fatto una piega e la notizia della nomina fu riportata con zelo da tutti i media del paese.

In questa situazione forse non ha più senso parlare dei media come cani da guardia della democrazia. Ci saranno sicuramente eccellenti reportage televisivi sul perché tanti edifici nuovi sono crollati nell'ultimo terremoto, malgrado le norme anti-sismiche vigenti – evidentemente non rispettate. Ma questi servizi verranno quasi sicuramente mandati in onda a tarda notte sull'unico canale televisivo concesso all'opposizione. Sempre che il nuovo titolare della rete ritenga giusto rinnovare i contratti dei migliori giornalisti investigativi.

Di ritorno dal suo ultimo giro a Londra e Strasburgo Berlusconi si infuriò con i giornalisti che avevano descritto i suoi passi falsi, minacciando "provvedimenti". Ma forse il primo provvedimento che il primo ministro dovrebbe adottare è quello di pensare prima di aprire bocca.


(segnalato da Andrea Gaffuri)

mercoledì 8 aprile 2009

Berlusconi: "Le vittime del terremoto dovrebbero vivere l'esperienza come un weekend in campeggio"











The Guardian, 8.4.09

[articolo originale di John Hooper qui]

[ il video contenente il commento in questione si trova qui ]

Il premier italiano, Silvio Berlusconi, avrebbe detto che le 17.000 persone diventate senzatetto dopo il terremoto di lunedí dovrebbero ritenersi in "un weekend in campeggio".

La pagina web del canale di informazioni tedesco N-TV ha riportato che Berlusconi avrebbe fatto questa battuta mentre veniva intervistato da un giornalista durante una visita ad uno degli accampamenti d'emergenza messi su per accogliere chi abbia dovuto lasciare la propria casa in rovine. Ma il video dell'intervista rilasciato sul sito non conteneva questo commento, che ci si aspetta causerá forti polemiche.

Berlusconi ha detto che "non gli manca niente. Hanno medicine. Hanno pasti caldi. Hanno un riparo per la notte", secondo la traccia audio del video.

I suoi commenti, che avrebbero dovuto rassicurare il pubblico, non corrispondono affatto alle esperienze degli sfollati. Tra lunedí e martedí hanno dovuto sopportare una notte di pioggia e grandine in cui la temperatura é scesa fino a 4 °C.

Ieri Berlusconi ha detto in una conferenza stampa a L'Aquila che 14.500 tende erano pronte ed altre 2000 disponibili se se ne fosse presentata la necessitá. Ma mancavano ancora tende per 200 persone mentre scendeva la notte.

Sono state allestite venti tendopoli per accogliere i senzatetto. Altre persone allontanate dalle proprie case per il terremoto sono state sistemate in hotel ed altre locazioni.

Berlusconi ha detto che fará appello all'Unione Europea per ricevere fondi speciali per fronteggiare le conseguenze del disastro, che arriva in un momento in cui il suo governo pieno di debiti stava lottando per rispondere alla crisi globale economica.

Ha anche ipotizzato che una parte dei fondi destinati alle infrastrutture per ravvivare l'economia vengano spesi nell'area de L'Aquila dove il terremoto ha avuto il suo epicentro.

I soccorsi hanno continuato a cercare sopravvissuti questa mattina dopo che una potente scossa d'assestamento ha fatto crollare due gruppi di appartamenti, seminando il panico tra soccorritori e sopravvissuti del mortale terremoto di lunedí.

I dati ufficiali di oggi é di 250 vittime per il peggior terremoto italiano degli ultimi 30 anni, con 11 delle vittime ancora da identificare.

Il primo funerale di una vittima avrá luogo oggi, nella cittá di Loreto Aprutino, celebrato dall'arcivescovo di Pescara.

[Prendo spunto da un commento per dire che fino ad ora non ho visto traccia di questa notizia sui siti dei maggiori quotidiani nostrani... ecco qua sotto le prime pagine di alcuni dei principali quotidiani europei - grazie a Khais, Eva, Gabriella, Carolina e Stephan per le segnalazioni - ]































martedì 7 aprile 2009

Lontani ma vicini










Questo blog é vicino ai familiari e amici delle vittime di questa grande tragedia.

Riporto questo appello per chi di voi si trovi nei pressi di Roma e voglia collaborare:

Il presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi chiede che vengano sospese le donazioni di sangue. Servono invece coperte, vestiti, pannolini, latte in polvere, casse d'acqua e altri beni di prima necessità. Verranno raccolti da "Fare ambiente", Roma, Via Nazionale 243, tel. 06/48029924. Sul sito www.modavi.it tutte le istruzioni per far parte delle squadre di soccorso in Abruzzo.
















[foto tratte da El País]

lunedì 6 aprile 2009

Nuovo ghetto italiano?











The Guardian, 30.3.09

[articolo originale di Tana de Zulueta qui]


Nella nazione che ha ospitato il primo ghetto della storia, una nuova segregazione sta prendendo piede. La persecuzione dei nomadi rumeni è scioccante.

La gente ha dimenticato, ma la storia europea della segregazione è iniziata a Venezia. Ghetto è una parola veneziana. Era, ed è ancora, un quartiere, uno dei più antichi della città, che si pensò di chiamare così per mezzo di una fonderia che vi si trovava un tempo. Nell’anno 1516 il senato veneziano ordinò che gli ebrei che venivano nella città fossero confinati in questo quartiere. I cittadini non ebrei non potevano vivere lì e quelli ebrei non potevano vivere altrove. Fu così costituito il primo ghetto al mondo.

Ben presto a Roma il Papa perseguì la causa e ordinò, per mezzo della bolla papale nell’anno 1555, che gli abitanti ebrei di Roma fossero confinati in un unico quartiere. Questa zona venne isolata, con soli due punti di entrata e di uscita; veniva fatta la guardia ai cancelli, i quali venivano sbarrati al tramonto e riaperti all’alba.

Vennero imposte altre restrizioni quali il divieto di prestare soldi ai cristiani. L’unico commercio consentito era l’abbigliamento, nuovo o usato. Oggi i negozi di abbigliamento più antichi di Roma si trovano all’interno e intorno al quartiere ancora noto come il ghetto. La logica era quella della separazione, fonte di pregiudizi, discriminazione e, da ultimo, genocidio. Il 16 ottobre 1943, 100 soldati tedeschi circondarono il suddetto quartiere e catturarono 1022 tra uomini, donne e bambini e li deportarono ad Auschwitz. Solo 17 fecero ritorno.

Fu a Roma, durante il Rinascimento, per ordine del Papa Paolo IV, che il colore giallo, come indumento o toppa cucita sugli abiti maschili e femminili, venne imposto per la prima volta per distinguere gli ebrei. Come si può dimenticare questa terribile lezione?

E di nuovo in Italia sta prendendo forma un pericoloso esperimento nell’ambito della segregazione razziale. Si tratta di un paragone scomodo ma Gad Lerner, giornalista e presentatore televisivo nato in Libano da genitori ebrei e naturalizzato italiano, ha attirato l’attenzione sui paralleli tra pregiudizi antecedenti alla persecuzione degli ebrei e il trattamento dei nomadi oggi.

L’enorme e sconnesso campo nomadi fuori Roma noto come Casilino 900 ha scioccato i turisti a causa delle sue pessime condizioni. Ma il nuovissimo campo di Castel di Decima, un altro accampamento romano, con le sue file di capanne prefabbricate a diversi chilometri da qualsiasi cosa è, se possibile, ancora più tetro. Nonostante le vedute aeree televisive e i bambini che giocano, sembra un luogo di detenzione. Ancora di più, ora che è stato recintato e poliziotti in uniforme sorvegliano gli ingressi.

L’anno scorso il nuovo governo italiano ha proclamato l’ “emergenza” rom, ossia emergenza nomadi. Immediatamente circa 150.000 rom che vivono in Italia sono diventati un problema di ordine pubblico nazionale, obiettivo non solo di speciali misure di polizia ma anche di un’ostilità pubblica sempre più evidente. Poliziotti in uniforme hanno fatto irruzione negli accampamenti rom per fare un censimento, durante il quale sono state prese le impronte digitali. A Napoli tre campi nomadi nella periferia di Ponticelli sono stati rasi al suolo dopo che una folla arrabbiata ha costretto gli abitanti spaventati a fuggire, scortati dalla polizia.

A febbraio di quest’anno il Prefetto di Roma, in veste di commissario speciale per l’emergenza rom, ha stabilito nuove leggi per regolamentare la vita nei sette campi progettati ufficialmente nella regione. I campi devono essere sbarrati, sotto la supervisione della polizia. Sebbene la permanenza sarà temporanea, come preludio ad una ulteriore “integrazione”, non è stata data alcuna indicazione su dove debbano andare quelli che devono uscire o essere buttati fuori dal campo, in quanto non sono registrati. Il sindaco di Milano ha annunciato regole simili, incluso il fatto che i cancelli del campo debbano essere chiusi alle 10 di sera. La protesta è stata messa a tacere.

Anche il sindaco progressista di Venezia Massimo Cacciari, scrittore e professore di filosofia, che ha acceso uno scompiglio locale quando ha annuciato i progetti di costruire un villaggio rom per 30 famiglie lo scorso anno, ha spiegato in una recente intervista televisiva che l’accampamento, che sarà completato entro la fine di quest’anno, garantisce la “separazione” dai suoi vicini non nomadi.

È questa insistenza sulla separazione che allarma gli stessi rom. Il musicista italiano di origine rom Alexian Spinelli, che insegna all’Università di Trieste, ha preannunciato che il villaggio rom di Cacciari rischia di diventare un ghetto dei tempi moderni, esponendo i suoi abitanti all’ostilità o peggio. La gente ha acclamato il vicesindaco del vicino Treviso, Giancarlo Gentilini, in una manifestazione dello scorso anno quando ha borbottato: “Voglio una rivoluzione contro i nomadi… Voglio eliminare tutti i bambini nomadi che rubano”. Gentilini è un membro della Lega Nord, partito del Ministro degli Interni Roberto Maroni. Eva Rizzin, ricercatrice, lei stessa rom, ha scaricato il discorso di Gentilini sul computer. “Mi sento malissimo quando lo ascolto”, afferma. “Se venisse usato un linguaggio del genere contro qualsiasi altro gruppo, la gente ne rimarrebbe scandalizzata”.

Molti politici fanno finta di non sentire. Lerner pensa che dovrebbero saperlo. “La storia ha dimostrato che al linguaggio dell’odio ben presto seguono atti di violenza”, scrive nel suo blog.

(traduzione di Anna Cascone)

mercoledì 1 aprile 2009

"Sono più pallido di Barack Obama", dice l'allegro gaffeur Silvio Berlusconi











The Guardian, 26.3.09

[articolo originale di John Hooper qui]


Non soddisfatto di aver definito già una volta Barack Obama "abbronzato", Silvio Berlusconi oggi è ritornato sull'argomento, dicendo a un reporter che lui è più pallido del presidente degli Stati Uniti.

Dopo che un giornalista ha argomentato che la sua risposta alla crisi economica globale lo faceva apparire simile ad Obama, il primo ministro italiano, famoso per la sua abbronzatura permanente, ha ribattuto: "Io sono più pallido, anche perché è da tanto che non vado al sole." Ed ha subito aggiunto: "Lui è più bello, più giovane e più alto."

Questa sua uscita ha riecheggiato la battuta che lo mise in cattive acque lo scorso novembre a Mosca quando scherzando disse che Dmitri Medvedev non avrebbe avuto alcuna difficoltà con la sua nuova controparte americana perché Obama, come il presidente russo, è "bello, giovane e abbronzato". Il settantaduenne imprenditore televisivo trasformatosi in politico conservatore si scrolló di dosso le critiche a quella sua battuta, sostenendo che chi lo criticava non aveva il senso dell'umorismo.

La sua ultima gaffe arriva mentre si trova già sotto attacco nel suo paese per altri due "scherzi" che alcuni suoi compatrioti hanno trovato offensivi. I politici dell'opposizione, già indignati per il suo uso del voto di fiducia per imporre leggi senza un appropriato dibattito (parlamentare, n.d.t.), si sono sentiti oltraggiati quando Berlusconi ha dichiarato che i parlamentari siedono in parlamento "solo per fare numero". Precedentemente, era stato criticato dai sindacalisti per aver detto che le persone che avevano perso il loro lavoro a causa della crisi economica globale avrebbero dovuto "trovare qualcosa da fare". Berlusconi ha aggiunto che, se lui fosse stato licenziato, certamente non sarebbe rimasto "a girarsi i pollici".

(a cura di Sebastiano L.)