venerdì 29 maggio 2009

Il vero peccato di Silvio Berlusconi












The Financial Times, 28.5.09

[articolo originale di Tony Barber qui]

E’ il momento degli indovinelli: quale sexy diciottenne rovina famiglie, come viene chiamata dai giornali scandalistici europei, ha recentemente fatto questa storica affermazione: “Voglio fare la showgirl, ma mi interessa anche la politica, sono flessibile”.

Si, è Noemi Letizia, l’adolescente al centro della richiesta di divorzio lanciata contro il primo ministro italiano, Silvio Berlusconi, dalla moglie, Veronica Lario. Leggendo l’intervista concessa da Noemi al quotidiano Il Corriere del Mezzogiorno (“canto spesso con Papi Silvio al piano, oppure facciamo karaoke”) è difficile decidere per chi essere più dispiaciuti: per la Lario, l’ex fidanzato di Noemi Gino Flaminio oppure per tutti i 60 milioni di italiani.

Flaminio ha tutte le ragioni per sentirsi trattato ingiustamente. Ha raccontato di essere uscito con Noemi per 16 o 17 mesi: “era una relazione seria”. Fino a quando, 6 mesi fa, lei ha ricevuto una telefonata inattesa dal primo ministro.

Probabilmente Flaminio un giorno capirà di stare meglio senza la volatile Noemi. Dall’altra parte i sondaggi mostrano che gli italiani sembrano determinati a stare con Berlusconi, il cui gradimento rimane eccezionalmente alto a oltre un anno da quando è diventato primo ministro per la terza volta in 15 anni.

Gli avversari di Berlusconi, sia in Italia che all’estero, diventano rossi di rabbia quando vedono come riesce a cavarsela. Meno di due settimane fa un tribunale di Milano ha stabilito che David Mills, un avvocato inglese condannato nel 1997 per avere accettato una mazzetta da 600.000 dollari, ha testimoniato il falso per proteggere Berlusconi e la sua finanziaria Fininvest.

In qualunque altro paese europeo uno scandalo di queste dimensioni avrebbe fatto cadere il primo ministro in meno tempo di quello che ci vuole a dire “Papi”. Ma non in Italia, dove l’anno scorso Berlusconi é riuscito a far passare un provvedimento parlamentare che gli garantisce l’immunità da qualsiasi procedimento legale.

Naturalmente il premier nega qualsiasi addebito e dice che è tutto un complotto dei giudici di sinistra finalizzato a distruggere la sua carriera politica. Questo deprimente rituale fatto di accuse e contro accuse tra Berlusconi e la magistratura va avanti da molti anni e non mostra nessun segno di voler finire.

In ogni caso, nel tribunale dell’opinione pubblica c’è chi considera sorprendente che Berlusconi ancora non sia stato ritenuto colpevole di essere il peggiore amministratore dell’economia italiana dal 1945. La sua prima e breve esperienza di governo nel 1994 non ha prodotto nessun risultato. I suoi cinque anni al potere dal 2001 al 2006 sono ricordati principalmente per il fallimento nell’introdurre quelle riforme di cui l’Italia ha un disperato bisogno per diventare competitiva nella zona euro. Adesso Berlusconi siede sopra a quel declino che il Fondo Monetario Internazionale ritiene possa fare dell’Italia l’unico paese della zona euro a subire tre anni consecutivi di recessione, dal 2008 al 2010.

Sono ancora più preoccupanti le stime della Commissione Europea: il debito pubblico italiano è atteso in aumento fino al 116 per cento del prodotto interno lordo entro il 2010. In altre parole l’Italia tornerà indietro fino alla fine degli anni ’90. Noemi o non Noemi, questo è il vero peccato di Berlusconi.

(a cura di Luciannetti)

giovedì 28 maggio 2009

Puó una teenager spodestare Berlusconi?









The Independent, 27.5.09

Lei lo chiama "papi". Lui le ha regalato un collier da €6,500
per il suo diciottesimo compleanno. La relazione tra Silvio Berlusconi e Noemi Letizia sono giá costati al premier il divorzio da sua moglie. Potrebbero costargli la sua presa sul potere?
[articolo originale di Peter Popham qui]

Gli Italiani hanno sempre da ridire sull'ossessione dei media anglosassoni con la vita privata dei ricchi e famosi, ma per tutto il mese i giornali italiani si sono preoccupati di una cosa e una cosa sola: le relazioni tra il premier Silvio Berlusconi ed una giovane donna di Napoli di nome Noemi Letizia.

Si é scoperto che Berlusconi avrebbe detto numerose bugie su questa relazione e si rifiuta di dare spiegazioni. E con importanti elezioni alle porte, la sua popolaritá, ai massimi storici solo sei settimane fa, potrebbe venire erosa.

I media non possono venire accusati di essere andati a scavare sul fatto, perché é stato Berlusconi stesso a portare l'attenzione su questa relazione martedí, quando ha approfittato di un viaggio a Napoli per piombare alla festa del diciottesimo compleanno di Noemi. Lí ha posato per fotografie e ha regalato alla bella biondina un collier di oro e diamanti del valore di €6,500. Questo evento mondano é stato immortalato in un trafiletto il giorno dopo su Repubblica.

E lí sarebbe finita la cosa, se quattro giorni dopo non avesse dato a Veronica, seconda moglie di Berlusconi, il casus belli per un divorzio. Suo marito, ha detto in un comunicato stampa, "frequenta minorenni"; "non sta bene", era preoccupata per lui ma, allo stesso tempo, dopo quasi 30 anni insieme, non aveva dubbi sul fatto che il loro matrimonio fosse finito.

Improvvisamente quell'evento sociale a prima vista innocuo si é cosí tinto di toni misteriosi e sinistri. Noemi, si é venuto a sapere, chiamava Berlusconi "papi". Berlusconi da parte sua sembrava essere in piena confidenza con la ragazza. Costretto in un angolo da Veronica, che apre la bocca ogni due anni circa ma con conseguenze devastanti, Berlusconi é andato a Porta a Porta, un talk show politico serale condotto dal suo piú untuoso cortigiano televisivo ed ha spiegato che il padre di Noemi, Elio Letizia, era un vecchio contatto politico dei giorni in cui frequentava Bettino Craxi e il Partito Socialista: Berlusconi aveva bisogno di vederlo per motivi urgenti riguardanti le elezioni europee. Ma poco dopo Bobo Craxi, figlio di Bettino, é sbucato fuori dichiarando di non aver mai sentito parlare del padre di Noemi. Allo stesso modo l'improbabile dichiarazione di Berlusconi sugli "affari elettorali" non ha attaccato, e poche settimane dopo é stata smentita dallo stesso Letizia.

Il personale non era piú tale: qualcosa su quella festa di compleanno, e la partecipazione di Berlusconi, aveva fatto oltrepassare il limite alla paziente Veronica. Una ragione per la sua rabbia, come ha spiegato in un'amara email all'agenzia Ansa, é stata il fatto che Berlusconi non si era fatto vedere alle feste dei diciotto anni di nessuno dei suoi figli, "benché fosse stato invitato". Ma quell'avvenimento in sé e per sé non poteva essere la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Potrebbe Berlusconi essere l'amante di Noemi, e quindi forse colpevole come suggerito da Veronica di "frequentare minorenni"? O potrebbe essere una sua figlia illegittima? Le sue guance piene e occhi scuri, non diversi da quelli del premieri, hanno fatto sí che il mondo si diletti con questa seconda possibilitá. Ma Berlusconi ha ostinatamente rifiutato di dare spiegazioni sulla loro relazione. Ha insistito sul fatto di averla incontrata solo "tre o quattro volte", e sempre in compagnia dei suoi genitori.

L'ironia é che prima d'ora Berlusconi non ha mai mostrato alcun imbarazzo nell'esporre la sua colorata e caotica vita privata al pubblico. Si innamoró di Veronica quando questa apparí in topless in uno spettacolo di nome Il Magnifico Cuckold a Milano, e visse nel peccato con lei per 10 anni prima di sposarla con rito civile; i loro bambini nacquero tutti prima del matrimonio. Quando entró in politica nel 1994 il suo manifesto elettorale era un'autobiografia romanzata, "Una Storia Italiana", dove si ritraeva come un italiano qualunque, il figlio di un banchiere venuto dal nulla che era diventato immensamente ricco con il suo duro lavoro, un uomo di famiglia amante della casa e con le stesse profonde radici di ogni italiano (non é esatto in quanto Una Storia Italiana risale al 2001, NdR). Milioni di italiani se la bevvero, ma nessuno mise in dubbio (bastava solo dare uno sguardo alle sue due mogli) che avesse buon gusto per le ragazze.

Fu dopo la sua seconda e molto piú convincente vittoria elettorale del 2001 che le voci sulle frenetiche relazioni di Berlusconi iniziarono a circolare in modo piú insistente, riferendosi ad una attraente giovane donna portata nella sua villa in Sardegna come "assistente" - e alla rapida ascesa nel suo partito, Forza Italia, di altre donne similmente vistose, attraverso i suoi canali di televisione commerciale. L'attempato libertino Berlusconi aveva trovato il modo perfetto di tenere in esercizio la sua libido, nonostante gli impegni della politica. E siccome stiamo parlando dell'Italia nessuno fiató. Veronica fu piazzata in una magnifica casa a pochi chilometri dalla casa principale di Berlusconi, Villa Arcore, a nord di Milano. Era chiaramente un cattivo marito, ma in Italia questi non erano affari di nessuno se non della sua famiglia.

Ciononostante come ha fatto notare ieri Ezio Mauro, editore de La Repubblica: "Berlusconi ha distrutto molto tempo fa il confine tra pubblico e privato." L'ha fatto pubblicando il suo opuscolo (Una Storia Italiana, NdR), ed ha continuato a farlo in un modo ancora piú caotico ed impulsivo quando ha permesso ad alcuni paparazzi di fotografarlo in compagnia di prosperose showgirl 50 anni piú giovani. Era il comportamento di un sultano, un monarca o un dittatore, e il modo in cui Berlusconi stava allargando i confini del lecito era un indicatore di come si muovesse inesorabilmente in quella direzione. I suoi stessi giornali e televisioni non avrebbero mai gridato allo scandalo. La RAI era sempre piú sotto il suo controllo. Anche i giornali indipendenti puntavano sempre di piú sulla sua buona volontá. L'incoscienza crescente di Berlusconi sulla sua immagine era diventato un barometro del suo senso crescente di invulnerabilitá personale.

Ma aveva fatto i conti senza Veronica. Fu nel gennaio 2007 che lei per la prima volta disse al mondo che aveva esagerato, concedendo un'intervista a La Repubblica (uno dei pochi giornali veramente indipendenti), in cui richiedeva delle scuse per aver detto a Mara Carfagna, una modella diventata parlamentare (ed ora ministro della repubblica), "Ti sposerei subito se non fossi giá sposato". Un pó forzatamente Berlusconi acconsentí. Ma non cambió: continuó a comportarsi come prima, fino a perdere il controllo sulla festa per il 18mo compleanno di Noemi, dove tutto ha cominciato ad andare per il verso sbagliato.

Oggi l'Italia sta ad un punto morto: La Repubblica ha insistentemente richiesto che Berlusconi chiarisca la sua relazione con Noemi, pubblicando per le due settimane scorse una lista di 10 domande che aspettano risposta. Berlusconi ha ripetutamente rifiutato. Con le elezioni europee a soli 10 giorni di distanza, c'é un vero rischio che il suo silenzio possa recargli danno in votazioni che dovrebbe avere vinto con facilitá - specialmente adesso che rispettati personaggi della chiesa cattolica come l'ex arcivescovo di Pisa Alessandro Plotti hanno iniziato ad attaccarlo. Berlusconi ha detto che potrebbe rilasciare delle dichiarazioni in parlamento in risposta a quelli che definisce "vili inchieste" sulla sua relazione con Noemi.

E' sintomatico della banalizzazione della politica italiana sotto Berlusconi il fatto che sia adesso al centro di uno scandalo non per vicende di corruzione, o legami con la mafia, ma per una sua relazione con una teenager. Ma lo scontro in sé non é banale. Vivere in Italia adesso é come essere intrappolati in un torrente di lava che scorre lentamente ma inesorabilmente giú per il fianco di una montagna. Anziché portare ad una rivitalizzata "Seconda Repubblica", gli scandali italiani legati alla corruzione degli anni '90 hanno invece portato all'era di Silvio ed al lento, costante degrado delle istituzioni democratiche nazionali. Se il premier puó farla franca su una storia di adulterio semi-pubblica con una teenager (e poi sul mentire cosí sfacciatamente da rendere palese a chiunque di non stare dicendo la veritá) e ancora non é chiamato a renderne conto - allora il paese é in pericolo.

(segnalato da Ronan e Cristina C.)

mercoledì 27 maggio 2009

Berlusconi impunito







Editoriale da El País, 27.05.09

[articolo originale qui]

Silvio Berlusconi ha compiuto ieri il primo anno del suo terzo Governo (sarebbe il quarto per essere precisi, NdR). Piú populista che mai, Berlusconi continua ad essere tanto efficiente a governare per se stesso, quanto incapace a pensare alla collettivitá. Esattamente come quando entró in politica tre lustri fa. Con il tempo ha ottenuto l'unica cosa che veramente cercava: la sua impunitá giudiziaria. Tra una sinistra scomparsa (15 punti dietro i conservatori nei sondaggi), il premier italiano mantiene l'appoggio popolare, esercita un controllo ferreo dei media, promette a destra e a manca e si allea con la chiesa all'occorrenza. Nel complesso rappresenta una razza di politici per fortuna in via d'estinzione nell'Europa democratica.

Le ultime misure del suo governo rivelano una scalata inquietante di questa impunitá morale. Berlusconi ha lasciato sbandierare alla Lega Nord la propaganda basata sulla paura verso il diverso per criminalizzare gli immigrati, che adesso dormono in Libia anziche a Lampedusa. In piú, ha appena dato il colpo di grazia alla precaria indipendenza della televisione pubblica nominando le nuove cariche direttive, tutte sue simpatizzanti o sottomesse. E ha ricevuto la sentenza esemplare del caso Mills, cosí razionale e devastante che sarebbe costata le dimissioni istantanee a qualunque altro dirigente, accusando la giustizia penale di essere una "patologia del sistema". Berlusconi cerca di mettere i giudici in ginocchio per riformare a suo volere il sistema in modo da rendere quasi impossibile essere condannati in Italia per reati da colletto bianco.

A 72 anni, la pericolosa relazione del Cavaliere con l'aspirante velina Noemi Letizia gli é costata il divorzio ed ha rivelato un'atmosfera decandente da basso impero che anche la chiesa inizia a criticare. Lo scandalo possiede una dimensione politica bastante a far sí che il leader italiano, che accusa l'opposizione di strumentalizzare la situazione alla vigilia delle elezioni europee del mese prossimo e della riunione del G-8 a luglio, si stia mettendo sulla difensiva e annunci, senza dare una data precisa, di apparire in parlamento per ripulire il suo nome. Il fatto é che, disprezzando le regole della democrazia, Berlusconi ha mentito ripetutamente sulla sua relazione con Noemi e rifiuta di rispondere a domande elementari sul caso postegli dal quotidiano La Repubblica. Tutto fa pensare che l'Italia abbia ancora davanti a sé quattro anni di barzellette e ridotta credibilitá.


martedì 26 maggio 2009

Berlusconi: una storia italiana












Le Monde, 19.5.09


[articolo originale di Philippe Ridet qui]

Fa il brillante, racconta le barzellette, utilizza le parole giuste. Dopo la decisione di sua moglie, Veronica, di chiedere il divorzio perché “frequenta le minorenni”, Silvio Berlusconi passa il tempo a minimizzare il disonore trasformandolo in running gag. Una foto con un’elettrice? “Certo, ma solo se Lei è maggiorenne.” Una apparizione pubblica con delle autorità finlandesi? “Mi piacciono le finlandesi, purché non siano minorenni.”

Così si scrivono le prime battute di questo nuovo reality-show all’italiana, come se tutto questo non fosse nient’altro che una di quelle fictions a metà strada tra realtà e finzione messe in scena negli studi di Mediaset, l’impero mediatico del Presidente del Consilio italiano. E’ penoso assistere alla tragicommedia “di un uomo ridicolo”, che svela in diretta un complicatissimo copione per spiegare la sua presenza, la sera di domenica 26 aprile, al compleanno di Noemi Letizia.

Quella sera, in tv, dove Silvio Berlusconi era apparso per difendersi, il serissimo direttore del Corriere della Sera ha tentato di spiegargli che il ruolo di un capo di stato non è propriamente quello di partecipare ai compleanni delle adolescenti. Ma, come se non aspettasse che questa domanda, il presidente del consiglio ha risposto, la mano sul cuore: “Amo la gente, parlarle, renderle visita. Rinunciarvi sarebbe come rinunciare a me stesso.” In un intervista al Times, il padre della giovane Noemi ha giocato a fare il politologo: “Cosa sarebbe un leader col quale non si possa bere un caffè, che non parli con un commerciante? Berlusconi è vicino alla gente. Per quale motivo, altrimenti, sarebbe così popolare?” Secondo dei sondaggi che è il solo a conoscere, Silvio Berlusconi godrebbe del 75% di popolarità.

Spiegazione del suo entourage: così com’è, affabulatore, scherzoso e un po’ bugiardo, Silvio Berlusconi assomiglierebbe agli italiani. O almeno al cliché del macho transalpino e dongiovanni, dell’uomo appassito che fa il galante con la prima ragazzina che incontra. “Posso palpare la signora?”, ha recentemente pronunciato ad una consigliera regionale in occasione di una sessione fotografica. “Sessismo e cattivo gusto”, hanno tuonato gli oppositori. “Galanteria e humour italiani” hanno preteso i sostenitori.

Per spiegare la sua popolarità fuori del comune, Romano Prodi, il precedente presidente del consiglio, sospira: “Nel mio paese, molti dei miei concittadini amano parcheggiare in doppia fila”. “E’ un arci-italiano, analizza un giornalista che lo segue da 10 anni. Possiede tutti i difetti e le qualità degli italiani che ambiscono a fare soldi infischiandosene delle regole, ma elevato 10. Parlare di Berlusconi, equivale a fare l’autobiografia della nazione”.

Di un anno più vecchio, Fedele Confalonieri conosce tutto del “Cavaliere”. Hanno condiviso gli anni del liceo a Milano e cantato in duo sulle navi da crociera. Quando Berlusconi è al potere, è Confalonieri che gestisce l’impero industriale e, quando è di passaggio a Roma, dorme nell’appartamento di palazzo Grazioli, dove il capo del governo ha un vasto appartamento in affitto. Può affermare tranquillamente: “Sono l’uomo che conosce meglio Silvio Berlusconi”.

“Gli italiani apprezzano il suo stile, spiega. Lo stile è il nastro sul pacchetto, e conta. Capisco che non piaccia agli intellettuali, perché è ingenuo, non viene dall’alto, si è pagato da solo gli studi e nonostante questo ora è il più ricco di tutti. E’ la sublimazione del buon senso mescolato al genio imprenditoriale. Parla il linguaggio dei suoi elettori.” E riprende: “Perché non dovrebbero amarlo? Ha moltiplicato i canali televisivi, che sono la sola cosa gratuita in Italia. Nel profondo dell’animo del signor Rossi (signor chiunque), esiste solo lui. Il signor Rossi si dice: “Silvio conosce i miei problemi, mi ha aiutato, mi ha dato più libertà.”

Più libertà? L’associazione Freedom House ha appena classificato l’Italia tra i “paesi parzialmente liberi” in ragione della concentrazione dei media nella mani di un solo uomo. Più libertà? Dei giornalisti sono regolarmente accusati perché criticano troppo vigorosamente il potere. Più libertà? Le “ronde cittadine” del partito xenofobo della Lega Nord stanno per essere autorizzate dalla legge. Più libertà? Il parlamento pullula di vecchi collaboratori di Silvio Berlusconi, avvocati o medici, che ha nominato deputati o senatori. Confalonieri: “Ha aiutato molta gente. Tutti quelli che hanno avuto a che fare con lui, ne hanno approfittato.”

Ma la “generosità del “Cavaliere” può essere disinteressata, anche se può sembrare fuori luogo. A L’Aquila, dove si è mostrato all’altezza della sua funzione, ha promesso di regalare “dei vestiti per sentirsi più carine” a due vecchie signore scampate al terremoto. Un giornalista testimonia che ha voluto mettere a disposizione un elicottero quando ha saputo che sua moglie era gravemente malata. Un altro racconta che ogni qual volta Berlusconi rientra a palazzo Grazioli, anche alle 3 del mattino, indirizza sempre un segno della mano al cronista di guardia sul marciapiede di via del Plebiscito: “E’ il suo modo di ricompensarti di essere lì e di ripagare il tuo lavoro.” Aggiunge: “Non sopporta che qualcuno possa non apprezzarlo.”

Vittorio Sgarbi, che fu un effimero ministro della cultura, testimonia: “Un giorno, l’ho sentito dire a qualcuno che gli chiedeva aiuto: “Lo Stato non può fare niente per te. Piuttosto prendi questi.” E Berlusconi gli ha teso un pacco di banconote.” Il conduttore televisivo Mike Buongiorno, 85 anni, ha anch’egli beneficiato della generosità di Silvio Berlusconi. Dopo aver fatto i tempi d’oro delle televisioni del Cavaliere, è stato sacrificato all’altare della gioventù. Invitato ad un talk-show, si è indirizzato al capo del governo: “Silvio, chiamami! Ti voglio parlare.Ho bisogno di sentirti.” E il capo del governo l’ha chiamato qualche ora dopo la trasmissione. Tutto piuttosto che deludere. Lo stesso presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, loda il suo buon carattere: “Si innervosisce, ma torna calmo molto infretta.”

A Roma, gli capita di prendere uno dei reporters di guardia davanti alla sua residenza per portarlo con sé a fare il giro dei negozi e mostrare in seguito la sua generosità: Prada? Gucci? Le grandi marche di via Condotti, i grandi antiquari? Non solo. È anche un habitué di due piccole boutiques di gioielli di via dei Coronari, dove fa fabbricare anelli e colliers che regala poi alle collaboratrici, elettrici e, forse, alle sue conquiste.

“È carino, no?”, chiede a voce alta una delle più grandi ricchezze del mondo, mostrando un braccialetto di bigiotteria. Un modo di mettersi in scena come Buon Samaritano? Forse, ma la stampa segue: “Bisogna seguire tutte le sue tracce, spiega un reporter. È capace di dire ad un bambino di 5 anni che licenzierà il suo ministro delle finanze”.

È “marcandolo a uomo” che alcuni giornalisti hanno iniziato a veder apparire nel suo entourage delle giovani donne sempre più numerose, al punto che il principe – che tenta di lasciare un segno nella storia italiana – si trasformava in un Hugh Hefner (il fondatore della rivista Playboy) patetico. Il desiderio di piacere, che ha guidato tutta la sua vita d’imprenditore e di politico, è diventato un’ossessione.

La sua truccatrice sistema senza sosta lo spesso strato di fondotinta color arancio che ingessa il suo volto, dei filtri speciali vengono utilizzati dagli operatori televisivi per eliminare le tracce del tempo, nei suoi giornali appare con il viso liscio senza rughe. “Un’eterna gioventù senza passato”, commenta Marco Belpoliti, che ha scrutato sotto tutte le cuciture “il corpo del capo”, nel suo omonimo libro.

Berlusconi sogna di vivere fino a 120 anni, dice di dormire tre ore a notte e “fa l’amore in seguito per altre tre”: “Ama l’idea di essere un seduttore”, spiega un ex-collaboratore che tiene al suo anonimato. Nell’estate 2007, un fotografo lo aveva “beccato” nella sua villa in Sardegna con quattro “creature”. Silvio Berlusconi volle prima di tutto denunciarlo in nome del “rispetto della vita privata” prima di ricredersi: “Tutti mi chiamano per dirmi che sono fortunato!”

“Caudillo democratico”, secondo i termini dello scrittore Mario Vargas Llosa, questo è quindi l’uomo che inaugura il secondo anno del suo terzo mandato e festeggia il quindicesimo anniversario dalla sua prima elezione: compassionevole, insopportabilmente superficiale, ma capace di veri e propri “colpi” politici che spiazzano i suoi avversari e rinforzano il suo gruppo.

Il suo bilancio, un anno dopo il ritorno al potere, l’8 maggio 2008, appare scarno ovunque tranne che in Italia: la soluzione del problema dei rifiuti di Napoli, il salvataggio della compagnia area Alitalia, la gestione del terremoto in Abruzzo. “Cose normali che in Italia appaiono straordinarie”, spiega un editorialista. Allergici al potere, gli Italiani non sono vittime né delle sue menzogne né dei suoi limiti. “Non bisogna mai dimenticare che è laureato in pubblicità”, spiega Marco Travaglio, il giornalista più virulento nei suoi riguardi.

Un imbonitore? “Si cerca di sminuirlo ricordando il suo passato da venditore, lo difende l’amico Fedele Confalonieri. È un tipo per bene, normale, un Italiano.” Veronica, quanto a lei, si è stufata. Altri seguiranno? “Ogni uomo di Stato ha i suoi piccoli vizi”, ha detto il confessore di Silvio Berlusconi.

(a cura di Chiara Bonanni Pintus)

mercoledì 20 maggio 2009

Caos nel Mediterraneo










The Economist, 14.5.09

L'Italia alle prese con le dimensioni e l'impatto dell'immigrazione
[articolo originale qui]

Gli immigrati che arrivano dall’Africa attraverso il mare sono diventati una dolorosa spina nel fianco del governo di Berlusconi. Il governo è stato eletto dopo aver garantito di stroncare l’ “immigrazione clandestina” - un’espressione difficilmente azzeccata in questi casi, dal momento che la speranza dei passeggeri disperati sopra questi barconi insicuri provenienti dalla Libia è al contrario quella di essere soccorsi. Una volta arrivati su suolo italiano, gli immigrati hanno la possibilità di chiedere asilo politico. I due terzi che non ottengono alcuna protezione devono essere rimpatriati. Ma siccome molti arrivano senza documenti, le autorità non hanno idea da dove provengano. Così si aggiungono alle fila degli immigranti che vivono in Italia senza permesso. E dal momento che non ottengono un lavoro regolare , non sorprende che vengano accusati di aumentare in modo sproporzionato il tasso di criminalitá - un'altra ragione alla base del successo alle elezioni del governo, che si era impegnato nella lotta per la sicurezza.

Questa settimana le guardie costiere italiane hanno dovuto unirsi alle loro controparti libiche organizzandosi in pattuglie sulla linea costiera libica, aprendo l’ultima fase guidata dal governo per chiudere questo pericoloso ingresso all’Unione Europea. Da allora, comunque, le misure che il governo aveva già preso lo avevano messo in contrasto con una moltitudine di organizzazioni internazionali, incluse le Nazioni Unite. Le stesse misure hanno anche diviso sia i sostenitori di Berlusconi che i suoi oppositori.

Una settimana fa un bastimento italiano ha intercettato tre barche piene di emigranti. Invece di condurre le persone a bordo, in Italia, queste sono state rispedite in Libia. La loro accettazione in Libia era un punto di svolta, che rappresentava il frutto di 12 mesi di tranquilla diplomazia mirata a portare il leader libico Gheddafi a cooperare. Ma l’esultanza a Roma non è durata a lungo. Il governo è stato attaccato per la mancanza di dare una possibilità ai migranti di chiedere asilo. L’Alto Commissario per i rifugiati delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha espresso “grave preoccupazione”. E’ stato sostenuto in questo anche dal segretario generale, Ban Ki Moon. La nuova linea politica è stata censurata dal Consiglio d’Europa, da alcune ONG e, ciò che più stupisce, da un uomo che è il principale alleato di Berlusconi: Gianfranco Fini, fondatore di Alleanza Nazionale, partner minore della coalizione di Berlusconi.

Ugualmente sorprendente, il forzato rimpatrio (più di 500 persone all’incirca) ha avuto il plauso di alcuni esponenti del centrosinistra che condividono la protesta del governo il quale è legalmente autorizzato a rimpatriare immigrati se essi sono fuori dalle acque territoriali italiane. Alcuni hanno notato che il governo di centrosinistra bloccò in modo simile i porti in Albania negli Anni’90. “L’Italia sembra voglia tentare di riscrivere la legge internazionale dei rifugiati “ ha detto Bill Frelick di Human Rights Watch ( n.d.T. l’Osservatorio dei Diritti Umani) “La convenzione di Ginevra del 1951 non dice da dove puoi rimpatriare i rifugiati, ma verso dove puoi o non puoi farlo”. Questa impegna i firmatari, compresa l’Italia, a non mandare un rifugiato nei territori dove la sua vita o la sua libertà potrebbe essere minacciata”.
Human Rights Watch afferma che ci sono prove di immigrati rimpatriati in Libia messi in detenzione indefinita, dove alcuni sono stati maltrattati. Altri paesi si chiedono se un rifugiato acquisisca o meno il diritto di non essere rimpatriato quando è ancora in alto mare, soprattutto l'America, che spesso va fare dietrofront alle navi nei Caraibi.

Berlusconi perde in credibilità quando dà l’impressione di essere anti-immigrazione. Questa settimana la Camera dei Deputati ha approvato un progetto di legge che propone sanzioni molto onerose per gli immigrati senza documenti e alti costi per i permessi di soggiorno. Il 9 Maggio Berlusconi ha criticato il concetto di Italia multi-etnica. I politici dell’opposizione e alcuni personaggi del clero hanno detto che era un po’ tardi per aspirare alla purezza razziale. La Caritas, un’istituto di beneficenza cattolico, dice che gli immigrati costituiscono il 7% della popolazione. Il commento di Berlusconi era apparentemente finalizzato a conquistare i voti dell’estrema destra in vista delle elezioni europee. Il pericolo è che molti teppisti razzisti possano pensare di avere il tacito supporto del Primo Ministro.

(a cura di Alessandra D.L.)

giovedì 14 maggio 2009

Comunicato dell'Ambasciata del Giappone







Comunicato dell' Ambasciata del Giappone, 7.5.09

[comunicato stampa originale qui]

[l'articolo de "il Giornale" in questione si trova qui]

Egregio Direttore,


ci riferiamo all'articolo apparso sul Vostro giornale il 30 aprile a p. 16, intitolato "Lambertow premiato dai giapponesi". Nel medesimo si legge "Lambertow fa incetta di consensi tra i musi gialli giapponesi".

E’ ben accetta l'attenzione prestata alla notizia del conferimento dell'onorificenza al Senatore Dini da parte del Giappone. Tuttavia, riteniamo che l'espressione utilizzata per identificarci, ossia "musi gialli", abbia una connotazione dispregiativa e molto negativa. Segnaliamo che l'espressione non sarebbe neppure necessaria nel contesto, quindi il suo utilizzo è totalmente gratuito. Inoltre, tale espressione così grossolana non ci sembra consona né all'altezza di un giornale come il Vostro, a tiratura nazionale e con una sua tradizione nel giornalismo italiano.

Pertanto, richiediamo quanto prima una spiegazione a scopo di rettifica sull'espressione "musi gialli giapponesi" come apparsa sul Vostro giornale.



Attendendo una Sua risposta in merito, Le porgiamo distinti saluti.

Shinsuke Shimizu

Ministro e Vice Capo Missione             

P.S.- Anticipiamo, inoltre, che la presente lettera sarà pubblicata in ogni caso sul sito della nostra Ambasciata al fine di informare i Vostri numerosi lettori.

_______________________

Gent.mo
Dott. Mario GIORDANO

Direttore Responsabile
Il Giornale

Via Gaetano Negri, 4

20123 MILANO


(segnalato da Paolo Z.)

martedì 12 maggio 2009

Che dicono di lui




(a cura di NicoloVideo)

lunedì 11 maggio 2009

La Fiat pianifica la chiusura di stabilimenti in tutta Europa












Handelsblatt, 7.5.09


[articolo originale qui]

BERLINO. La Fiat pensa alla chiusura di diversi stabilimenti in Europa nel caso dovesse riuscire nella scalata alla Opel. Come risulta dal progetto „Phoenix“, pubblicato su Handelsblatt, dovrebbero essere ridimensionati anche altri siti di produzione. A quanto pare il progetto si sviluppa sul concetto presentato nei giorni scorsi dal capo della Fiat Marchionne durante l’incontro di Berlino con il ministro delle finanze Karl Theodor zu Guttenberg (CSU).

Tra gli stabilimenti che potrebbero essere chiusi c’é anche quello di Kaiserslautern. Rüsselsheim e Bochum dovrebbero essere ridimensionati. Il capo della Fiat Marchionne, martedí scorso, dopo che si erano diffuse le notizie sulla possibile chiusura di Kaiserslautern, in una intervista ha comunque garantito il mantenimento della produzione in tutti e 4 gli stabilimenti tedeschi.

Dovrebbero essere invece ridimensionati i siti ex-GM di Saragozza (Spagna), Trollhättan (Svezia), Anversa (Belgio). In pericolo sono anche i siti di Luton (Gran Bretagna) e Graz (Austria).

La Fiat vuole chiudere anche alcuni dei propri stabilimenti: sulla lista nera c’è un sito nel sud Italia e uno nel Nord. Le fabbriche fiat in Francia, Polonia, Grecia e Serbia non saranno toccate.

Sulla stampa si dice che la struttura delle „marche“ dovrebbe restare inalterata. La sede centrale Opel dovrebbe rimanere Rüsselsheim. Fiat manifesta anche l’intenzione di non fermarsi agli stabilimenti ex GM in Europa ma di voler entrare anche in Sud America e Sud africa. Il concetto "Progetto Phoenix" porta la data di Maggio 2009 ed è inferiore rispetto ai vecchi piani degli italiani che mercoledì ancora erano nell’aria. Così la Fiat nega che sia nei piani aziendali la chiusura o comunque il ridimensionamento di 10 siti produttivi.

(tradotto da Cristiana L. )

mercoledì 6 maggio 2009

Nuovo studio: libertá di stampa globale in declino. Per la prima volta Italia, Israele e Hong Kong perdono lo status di paese libero



















Mappa ad alta risoluzione

Freedom House, 1.5.09


[comunicato stampa originale qui]

I giornalisti si sono misurati con un ambiente lavorativo sempre piú difficile nel 2008, con un declino nella libertá di stampa globale per il settimo anno consecutivo e presente per la prima volta in ogni paese, secondo gli studi annuali di Freedom House. Questa marcia indietro non ha interessato soltanto paesi tradizionalmente autoritari: gli stati di Israele, Italia e Hong Kong, che godevano di uno status libero, sono stati etichettati come parzialmente liberi.

"La professione del giornalista al giorno d'oggi sta lottando per restare viva, e le pressioni ricevute da governi, da altri poteri forti e dalla crisi dell'economia globale hanno un enorme peso", ha dichiarato Jennifer Windsor, direttrice esecutiva di Freedom House. "La stampa é la prima difesa della democrazia, e la sua vulnerabilitá ha un enorme impatto sulla democrazia se i giornalisti non sono in grado di fare il loro tradizionale ruolo di guardia".

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Nonostante l'Europa Occidentale goda a tutt'oggi della più ampia libertà di stampa, l'Italia è stata retrocessa nella categoria dei Paesi parzialmente liberi, dal momento che la libertà di parola è stata limitata da nuove leggi, dai tribunali, dalle crescenti intimidazioni subite dai giornalisti da parte della criminalità organizzata e dei gruppi di estrema destra, e a causa dell'eccessiva concentrazione della proprietà dei media. Il ritorno al potere del magnate dei media Silvio Berlusconi ha risvegliato le paure relative alla concentrazione di mezzi d'informazione statali e privati sotto un unico leader.

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Libertá fragili: Il declino di Israele, Italia e Taiwan mostra che democrazie solide con media tradizionalmente aperti non sono immuni alla restrizione della libertá mediatica. Negli ultimi cinque anni, anche alcune democrazie emergenti hanno subito una considerevole restrizione della libertá di stampa, tra i quali Messico, Argentina, Perú, Tailandia, Filippine e Senegal.

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Tavola completa

Per saperne di piú (dal blog di Alessandro Tauro)

martedì 5 maggio 2009

Sartori: "Ne uscirá rafforzato"












El País, 5.5.09

[articolo originale di Miguel Mora qui (in fondo)]

Illustre politologo e vecchia volpe, per Giovanni Sartori (Firenze, 1924) é chiaro che Silvio Berlusconi riuscirá a venire fuori dal suo divorzio piú forte di prima. "Fará la vittima, é bravissimo in questo", ci spiega. "Dirá di avere tutta la stampa contro, che le televisioni lo attaccano, che é tutta una montatura dei comunisti, metterá su un gran baccano e lo sfrutterá per tornaconti politici e per non soffrire il minimo danno". Sartori non vuole arrivare a commentare la questione privata del divorzio, ma prevede che la strategia politica e di comunicazione di Berlusconi consisterá nell'usare la solita miscela di pubblico e privato. "E' un genio della pubblicitá, e si mostrerá come un tipo abbandonato, dichiarerá addirittura che sua moglie vuole portargli via i soldi, e allo stesso tempo applicherá le solite ricette del suo avvocato Niccoló Ghedini (che condivide uno studio legale a Padova con sua sorella Nicoletta), cosa che causerá alla signora Lario grandi pene". E conclude ironicamente: "Quello che é sicuro é che riuscirá a presentarsi come vittima, mai come responsabile. Sará tutta colpa dei comunisti. Magari anche EL PAÍS sará dichiarato colpevole. State attenti".


lunedì 4 maggio 2009

La caduta di Silvio Berlusconi, l'Houdini italiano










The Times, 4.5.09


[articolo originale di Richard Owen qui]

Silvio Berlusconi insiste sul fatto che il suo prossimo divorzio sia una "questione privata" e sulla quale sia meglio non rilasciare dichiarazioni pubbliche; al contrario, é un argomento che va diritto al cuore della sua immagine di ricco "uomo d'affari diventato politico" che ha dominato lo scenario politico italiano degli ultimi 15 anni.

Da un lato infatti Berlusconi si presenta come l'uomo di famiglia devoto che adora i suoi figli avuti da entrambi i matrimoni; dall'altro dá di sé un'immagine piuttosto diversa - quella di un casanova ammiccante, che a 72 anni ha ancora il vigore di frequentare giovani donne attraenti.

Fino ad ora é riuscito a impersonare entrambi contemporaneamente, ma prima o poi "l'Houdini italiano", come alcuni giornalisti lo chiamano, doveva pur trovarsi avvinto da una camicia di forza a prova di fuga.

Sembra che il colpo finale sia stata la sua partecipazione alla festa per il diciottesimo compleanno di Noemi Letizia, aspirante modella e showgirl televisiva. La Letizia ha detto in un'intervista che chiama il premier "Papi", aggiungendo che "mi ha cresciuta" e che "mi ama come una figlia".

Si sono venuti a creare dei dubbi su come Berlusconi conosca la Letizia e la sua famiglia. La madre di lei, Anna, ex-partecipante in concorsi di bellezza, dice che preferisce non dire "come, dove e quando" abbia incontrato Berlusconi.

Comunque, la Lario non é solo una moglie status symbol. E' anche un'astuta -ma discreta- operatrice politica, che ha espresso vedute di sinistra nettamente diverse da quelle del marito su svariati argomenti, dalla guerra in Iraq alla bioetica.

Se adesso dovesse scendere in campo contro Berlusconi, potrebbe ridare alla sinistra divisa e demoralizzata quella spinta di cui ha un disperato bisogno.