mercoledì 2 luglio 2008

Situazione difficile per i Rom: echi di Mussolini










The Independent, 27.6.08

La schedatura obbligatoria delle impronte digitali degli zingari in Italia è l'ultimo esempio della crescente tendenza repressiva del paese nei confonti delle minoranze - e un infausto eco delle politiche dell'ex dittatore fascista.

[articolo originale qui]

Prendete le impronte digitali di tutti quelli lì: l'idea aveva aveva la soddisfatta impronta di un governo deciso. Il governo italiano stava prendendo un provvedimento duro; qualcosa che era stato rimandato da tempo.

Il ministro degli interni, Roberto Maroni, uno dei leader della Lega Nord, incitatrice di folle scomposte e rumorose - vicina alleata di Silvio Berlusconi tra i banchi del Governo - ha illustrato la sua prossima mossa per risolvere l'emergenza sicurezza: la schedatura delle impronte digitali degli zingari.

E' l'unico modo per l'Italia, ha detto la commissione parlamentare mercoledì scorso, per garantire "a coloro che hanno il diritto di rimanere qui, la possibilità di vivere in condizioni decenti". Per questo motivo ai Rom - quelli che hanno la nazionalità italiana e quelli che non ce l'hanno, cittadini europei e non - saranno prese le impronte digitali. E tale regola verrà applicata persino ai bambini zingari - per ragioni che a molti sostenitori del signor Maroni si saranno rivelate ovvie: "per evitare fenomeni," così ha detto, "come l'accattonaggio". Le nuove misure, ha detto, erano indispensabili "per espellere coloro che non hanno il diritto di rimanere in Italia".

Per chi non è stato travolto dalla travolgente furia anti-Rom la campagna ha in sè una forte assonanza con Mussolini e Hitler.

Il compito di contare e identificare i residenti in Italia, cittadini o no, che appartengono alla minoranza più disprezzata d' Europa è, di fatto, già in corso.

Giovanna Boursier, una giornaista italiana, ha trovato un piccolo accampamento dove il conteggio era già avvenuto, alle estrema periferia a sud di Milano. "Non c'è neanche un bar dove chiedere la strada," ha scritto su Il Manifesto, "ma una volta superata una collina si vedono i tetti delle capanne. Ce ne sono circa dieci, con dei caravan, sparse nella periferia, sotto i cavalcavia e i fili dell'alta tensione. Circa quaranta Rom vivono qui."

Le hanno detto che la polizia era arrivata all'alba, avevano svegliato tutti, circondato il campo e inondato di luci e poi girato casa dopo casa, chiedendo documenti di dentità e fotografandoli. Tutti i residenti erano cittadini italiani. Non faceva alcuna differenza. "Questo non era un censimento," protesta un Rom di nome Giorgio. "Questo era una schedatura etnica."

Le impronte digitali sono un dettaglio che hanno omesso - mancando, per il momento, l'autoritá per prenderle. Ma Maroni ora ha stabilito un rimedio a tutto ciò.

L'"emergenza sicurezza" in Italia è un fenomeno strano e preoccupante, che si è diffuso lentamente nell'ultimo decennio man mano che la crescita economica rallentava fino a fermarsi del tutto. Si è intensificata drammaticamente con l'ammissione di Romania e Bulgaria nell'Unione Europea a gennaio dell'anno scorso, e ora è talmente critica che è stato il più grande fattore di successo della vittoria di Berlusconi alle elezioni e continua oggi a dominare i media. La scorsa settimana ha portato alla decisione di permettere l'aumento di poliziotti nelle grandi città fino a 3000 pattuglie.

Il problema è strano e preoccupante perchè sembra non esistere, o statisticamente o come un fatto derivante dall'esperienza personale. La criminalità non è un grosso problema nelle città italiane. Non c'è nessuna epidemia di furti, rapine, borseggi, stupri. L'Italia rimane un paese dov'è molto sicuro passeggiare per le strade. Però il Governo si comporta come se fosse in Colombia. Ma con una differenza molto speciale: e cioè il supposto elevato tasso di criminalità è opera di un gruppo etnico particolare, noto come "i nomadi Rom".

Zingari o Rom sono visibili nelle città italiane così come nel resto d'Europa, e il loro numero è aumentato. A Roma il tuo viaggio in metropolitana può diventare meno piacevole a causa delle loro fisarmoniche e dei loro violini e delle loro suppliche per elemosina. I tuoi occhi possono essere offesi dal vederli prendere cose dai bidoni della spazzatura o trascinare a casa roba da riciclare. Roma è amministrata così male che piccoli, totalmente avvilenti accampamenti abusivi sono sorti in molti posti. Sono una vergogna - antigienici, antiestetici - e non hanno posto in un moderno paese civilizzato. Ma non riguarda la fonte della "emergenza sicurezza"?

Giovanni Maria Bellu, un giornalista de La Repubblica e un esperto delle minoranze italiane, ha detto che il problema è stato uno dei tanti fraintendimenti. "La maggioranza degli Italiani non distingue i Rom italiani da coloro che sono arrivati dalla Yugoslavia durante il tracollo di quel paese," ha detto. "E molti italiani pensano che 'Rom' sia l'abbreviazione di 'Romeni' - e dall'inserimento della Romania nella Unione Europea c'è stato un numeroso flusso di rumeni. La gente unisce questi concetti diversi. Ci sono stati crimini commessi da rumeni - e la gente li confonde con i Rom, e i Rom finiscono con l'essere accusati di tutto.

"La sicurezza è stato un tema eccessivamente utilizzato alle elezioni politiche, ecco perchè questa fusione Rom-rumeni è diventata così grande, e una parte della sinistra è molto insicura nell'affrontare il problema. L'emergenza sicurezza è di per sè un mito: non c'è stato alcun aumento del numero di stupri, per esempio - anzi il numero è diminuito. Ma quando avviene un singolo caso, esso è sbattuto sulla prima pagina di certi giornali per due motivi: aumenta il clima di paura e danneggia il centro-sinistra, che è percepito come debole per quanto riguarda il discorso sicurezza."

La paranoia dell'Italia sui Rom è emersa sulle prima pagine dei giornali di tutto il mondo il 13 Maggio, quando una donna in un sobborgo di Napoli di nome Ponticelli ha affermato che una ragazza Rom aveva tentato di rapire suo figlio. La comunità si è ribellata con rabbia, e dei ciminali appartenenti alle organizzazioni criminali della Camorra hanno lanciato bombe di benzina nei campi abusivi dei nomadi del posto, facendone scappare gli abitanti e bruciando tutto. Improvvisamente non c'era nessun modo per evitarlo: l'odio italiano nei confronti dei Rom aveva preso una nuova, drammatica piega.

Ma originariamente non c'era alcuna paura ancestrale, di fatto non radicata ma una leggenda. Il signor Bellu ha detto: "Non c'è niente nei registri della polizia che sostenga l'idea che i Rom abbiano rapito dei bambini. E' soltanto una leggenda. Ma una leggenda che tuttora ha una certa presa sulla gente."

Marco Nieli, il presidente di Opera Nomadi, la più importante organizazione che rappresenta i Rom italiani, ha detto: "I primi Rom arrivarono in Italia nel 1400 e da allora sono stati qui, e sono italiani in ogni loro aspetto. Il vero problema è di un'ignoranza grossolana: se qualcuno dice che i Rom rapiscono i bambini, i partiti politici riflettono e amplificano questa menzogna. In questo modo tutti i problemi vengono nascosti sotto il tappeto."

Thomas Hammerberg, commissario europeo per i diritti umani, ha visitato un grande accampamento Rom a Roma all'inizio di questo mese. "Ho visitato l'accampamento Casalino 900, dove vivono circa 650 Rom," ha detto. "Non c'è elettricità, nè acqua. E' una baraccopoli davvero malmessa."

E la paura di una "schedatura etnica" era già dilagante, ha detto, "considerando ciò che accadde loro in passato in Germania e altrove. Hanno anche sollevato la domanda: perchè noi? Perchè non altri? Molti di quelli del campo che ho visitato erano in Italia da 40 anni; sono venuti dalla Yugoslavia, alcuni hanno sempre problemi con documenti di identità, schiacciati tra la vecchia e la nuova nazione. Se sei stato in un Paese per 40 anni, sei ancora uno straniero? Questo dibattito sulle impronte digitali è stato un altro promemoria del fatto che il loro status non è mai stato definito.

"Il problema principale dei Rom è ampiamente diffuso in Europa: alloggi, salute, educazione, occupazione, rappresentanza politica... Ma per molto tempo in Italia i Rom sono stati il simbolo di qualcosa che non è voluto".

"I nazisti e i fascisti usarono lo stesso metodo nell'individuarli intorno al 1930. Non sorprende il fatto che siano spaventati".


Un dittatore tascabile e il Manifesto della Razza

Il razzismo è spesso visto come intrinseco al fascismo, ma l'inventore dell'ideologia, Benito Mussolini, si è avvicinato all'ossessione di Hitler per la razza alla fine della sua carriera e dopo una lunga fase di persuasione.

Gli ebrei vivevano in Italia da secoli senza alcuna persecuzione. La comunità a Roma, anche se confinata nella storica area del ghetto per molti secoli, ha la più lunga e ininterrotta storia rispetto alle altre comunità ebraiche nel mondo. Nell'Italia di Mussolini, gli ebrei borghesi continuarono a vivere e a prosperare senza alcuna persecuzione - fino al 1938.

In quell'anno Mussolini introdusse il suo Manifesto della Razza, molto vicino alle leggi naziste di Norimberga, che privavano gli ebrei della loro cittadinanza italiana, del diritto per i bambini di andare a scuola e per gli adulti di lavorare nel governo o in una libera professione.

La tradizionale tolleranza e/o indifferenza italiana nei confronti degli ebrei significò che molti vennero protetti durante quegli anni, ma dopo la caduta di Roma, quando Mussolini si trasferì presso la città di Saló sul lago di Garda e venne posto dai nazisti come dittatore tascabile della Repubblica di Salo, le deportazioni degli ebrei presso i campi di concentramento iniziarono sul serio.

E cosa accadde ai Rom italiani durante i cupi ultimi anni del dominio di Mussolini? Circa 1 milione e 600 mila Rom morirono in Germania e altrove durante l'olocausto, un genocidio proporzionalmente superiore a quello subito dagli ebrei.

La storia del loro trattamento sotto Mussolini è un argomento che gli storici italiani contemporanei sono stati restii ad analizzare, secondo Marco Nieli, presidente dell'organizzazione italiana Rom 'Opera Nomadi'.

"E' noto che ci siano stati campi di concentramento per i Rom in Italia durante il periodo fascista, così come è noto che migliaia di Rom morirono in essi di fame, freddo e lavoro eccessivo," ha affermato. "Le ricerche in corso intendono scoprire la misura delle sofferenze che subirono."

(a cura di Sharon B.)

6 commenti:

Anonimo ha detto...

L'Inghilterra e' un isola...penso che non possano avere bene l'idea della nostra situazione. Nonostante questo provvedimento sia esagerato, la situazione va comunque sistemata. Se il popolo ha votato questo governo (aime'), le linee per risolvere il problema le disegna questo governo.
Non dobbiamo forse concedere dei diritti fondamentali (acqua potabile, luce, etc.) a queste persone? Se non sono regolari come fanno a lavorare? Dove prendono i soldi per mangiare? Come facciamo a dargli i diritti fondamentali? Se non sono regolari sul nostro territorio, perche' non possiamo rimandarli a casa? Se fanno lavori socialmente utili (badanti) perche' non agevolare la loro regolarizzazione?
I giornali storpiano sempre tutto...

Anonimo ha detto...

Resta il fatto che ciò che avviene
in Italia mi rincresce giorno dopo giorno dopo giorno...

E la mia voglia di scappare da questo paese di ottusi è ormai certa.

Rivoluzione o Schiavitù

Elia Pirone ha detto...

Dall'estero godete di un punto di vista migliore per giudicare??? Ne dubito assai fortemente. Sarà perchè non mi sono mai piaciute le persone che "stanno fuori" e pretendono di giudicare fatti che accadono nella loro Patria.

Per giudicare bisogna essere dentro il proprio Paese non fuori leggendo giornali stranieri faziosi o incompetenti politicamente e socialmente in relazione alla nostra Italia.

Dovreste astenervi dall'avere un blog perchè fate disinformazione.

Ciarciagallo ha detto...

@ e.p.

Ciao, volevo farti notare che non abbiamo detto che godiamo di un punto di vista migliore per giudicare. Piú obiettivo, non migliore. La qualitá degli articoli stranieri non é sempre alta (facciamo comunque quello che possiamo per pubblicare articoli di buona qualitá); quello che é certo é che é obiettiva, perché non ha interesse a censurare o precucinare nessun tipo di informazione.

Se non fosse cosí probabilmente questo blog non esisterebbe.

Poi se i giornali stranieri siano "incompetenti socialmente" o no lo ignoro, ma forse hai ragione: non ho mai visto un quotidiano straniero fare amicizia al bar o rimorchiare una ragazza! :)

Anonimo ha detto...

Ottimo lavoro ragazzi! Credo comporti parecchio dispendio di energie, ma noi lettori apprezziamo. Non credo che i giornalisti esteri siano infallibili e quelli nostrani no. Credo solo che gli italici addetti alla carta stampata (molti, per fortuna non tutti) siano parecchio influenzati dai loro editori. In un recente intervento al Festival dell'Economia di Trento, il dott. Fedele Confalonieri ha affermato che l'imparzialità dei giornalisti dipende esclusivamente dalla loro deontologia professionale...
Comunque sia, un Paese nel quale chi difende la legalità, i principi di eguaglianza, l'obbiettività dei fatti, è dipinto come giustizialista, necessita (anche) del vostro prezioso aiuto.
P.S. ho linkato "che dicono di noi" nel mio blog.
Ciao! Garo.

Alessandro Tauro ha detto...

Sottoscrivo! Ottimo lavoro, come sempre!
E ad e.p. vorrei dire, molto serenamente, che a bollare i quotidiani esteri come incompetenti, prendendo come riferimento la "grande qualità" dei nostri corrispettivi nazionali... beh, ce ne vuole!!

In ogni caso ottima risposta Daniele sugli "incompetenti socialmente"!!! :)