lunedì 7 luglio 2008

Il sangue degli zingari










Charlie Hebdo, 2.7.08


[articolo originale di Gerard Biad reperibile in tutte le edicole francesi sul numero 837 di Charlie Hebdo] :)

Ndr: Ultimamente abbiamo postato molti articoli sulla questione rom & immigrati, ma non potevamo perdere l'occasione di chiudere in bellezza con la traduzione di questo articolo del settimanale satirico Charlie Hebdo che Enrico ci manda dalla Francia. Buona lettura!

Ogni volta che è messo in causa per la sua politica sull’immigazione, cioè molto spesso, Brice Hortefeux (ministro dell’immigrazione) si difende dicendo di non essere razzista. E’ senza dubbio vero, poichè bisogna riconoscere che in termini di espulsioni non fa alcuna differenza tra Neri, Arabi, Asiatici, Caucasici… Nel charter è come nel maiale, tutto è buono, basta che si facciano cifre.


Al contrario questa imparzialità non è nello stile di Roberto Maroni, ministro degli interni del nuovo governo Berlusconi e sbraitone della Lega Nord. Lui è chiaramente fissato con i Rom. Soprattutto quelli nomadi.

A ciascuno le proprie ossessioni. Mentre il Cavaliere si fa votare l’immunità dal Parlamento, per farla finita una volta per tutte con i cosiddetti "giudici rossi" che si ostinano a cercargli i pidocchi nei capelli trapiantati (l’espressione "cercare i pidocchi a qualcuno" vuol dire in francese cercare in tutti i modi di creargli dei problemi, ndt) e nei traffici dei suoi conti in banca, Maroni complotta una nuova legge sull’immigrazione destinata a facilitare l’espulsione dei Rom. E, perchè non ci si possa sbagliare, decide di inviare la polizia in tutti i campi nomadi d’Italia, per prelevare le impronte digitali di tutti, bambini compresi.

Perchè proprio i Rom ? Tanto per cominciare perchè , ovunque nel mondo, l’immagine del "campo rom" agisce come un repellente nell’immagine collettiva. Poi perchè in Italia sono sufficientemente numerosi e visibili da servire da caprio espiatorio alla mancanza di sicurezza. Infine perchè permettono di prendere due piccioni con una fava. Con un colpo solo la Lega Nord fa contenti i suoi elettori e fa il gesto dell’ombrello all’Unione Europea. Perchè una buona parte dei Rom in Italia ha il passaporto rumeno. Ora, il fatto che la Romania faccia parte dell’UE dà loro, essendo tutti cittadini europei, il diritto di circolare, di soggiornare e di lavorare sul territorio di qualsiasi paese membro.

Ma Maroni se ne frega. A quelli che non sono d’accordo, lui ha finemente risposto : "La sinistra italiana ci rompe le palle". Nessun dubbio che pensi lo stesso dell’Europa. Quello che è certo, è che la vita degli zingari non è facile a sud delle Alpi. L’osservatrice europea Viktri Mohacsi, che a maggio aveva visitato diversi campi rom in Italia, concludeva che "la situazione dei Rom in Italia è orribile. E’ incredibile che in un paese democratico delle persone vivano sanza diritti e senza documenti, anche se sono là da quarant’anni". Lo stesso mese, nella periferia di Napoli, due accampamenti erano stati incendiati e i loro occupanti erano scampati al linciaggio solamente grazia all’intervento della polizia : gli abitanti del quartiere (qualificati dal governo "dei cittadini onesti che non vogliono correre rischi") erano partiti in spedizione punitiva dopo che una giovane rumena era stata accusata di avere tentato di rapire un bambino…

Senza sorpresa, l’Italia è fin da ora chiamata ad adottare il "patto sull’immigrazione" che Brice Hortefeux presenterà ufficialmente a Cannes il 7 e l’8 luglio, per comminciare in bellezza i sei mesi di presidenza sarkoziana dell’Europa.

Questo promette bene. Se l’UE allinea la propria politica sull’immigrazione sul duo Hortefeux-Maroni, gli immigrati che saranno scampati ai barbeque dei "cittadini onesti" finiranno nei centri di detenzione sovraffollati, ai quali potranno loro stessi dare fuoco per disperazione o per collera (recentemente in Francia un centro di detenzione per immigrati clandestini è stato dato alle fiamme, ndt). Afa o no, l’estate europea rischia di essere ricca di incendi, e non solo nei boschi…

(a cura di Enrico Favaro)


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