martedì 26 maggio 2009

Berlusconi: una storia italiana












Le Monde, 19.5.09


[articolo originale di Philippe Ridet qui]

Fa il brillante, racconta le barzellette, utilizza le parole giuste. Dopo la decisione di sua moglie, Veronica, di chiedere il divorzio perché “frequenta le minorenni”, Silvio Berlusconi passa il tempo a minimizzare il disonore trasformandolo in running gag. Una foto con un’elettrice? “Certo, ma solo se Lei è maggiorenne.” Una apparizione pubblica con delle autorità finlandesi? “Mi piacciono le finlandesi, purché non siano minorenni.”

Così si scrivono le prime battute di questo nuovo reality-show all’italiana, come se tutto questo non fosse nient’altro che una di quelle fictions a metà strada tra realtà e finzione messe in scena negli studi di Mediaset, l’impero mediatico del Presidente del Consilio italiano. E’ penoso assistere alla tragicommedia “di un uomo ridicolo”, che svela in diretta un complicatissimo copione per spiegare la sua presenza, la sera di domenica 26 aprile, al compleanno di Noemi Letizia.

Quella sera, in tv, dove Silvio Berlusconi era apparso per difendersi, il serissimo direttore del Corriere della Sera ha tentato di spiegargli che il ruolo di un capo di stato non è propriamente quello di partecipare ai compleanni delle adolescenti. Ma, come se non aspettasse che questa domanda, il presidente del consiglio ha risposto, la mano sul cuore: “Amo la gente, parlarle, renderle visita. Rinunciarvi sarebbe come rinunciare a me stesso.” In un intervista al Times, il padre della giovane Noemi ha giocato a fare il politologo: “Cosa sarebbe un leader col quale non si possa bere un caffè, che non parli con un commerciante? Berlusconi è vicino alla gente. Per quale motivo, altrimenti, sarebbe così popolare?” Secondo dei sondaggi che è il solo a conoscere, Silvio Berlusconi godrebbe del 75% di popolarità.

Spiegazione del suo entourage: così com’è, affabulatore, scherzoso e un po’ bugiardo, Silvio Berlusconi assomiglierebbe agli italiani. O almeno al cliché del macho transalpino e dongiovanni, dell’uomo appassito che fa il galante con la prima ragazzina che incontra. “Posso palpare la signora?”, ha recentemente pronunciato ad una consigliera regionale in occasione di una sessione fotografica. “Sessismo e cattivo gusto”, hanno tuonato gli oppositori. “Galanteria e humour italiani” hanno preteso i sostenitori.

Per spiegare la sua popolarità fuori del comune, Romano Prodi, il precedente presidente del consiglio, sospira: “Nel mio paese, molti dei miei concittadini amano parcheggiare in doppia fila”. “E’ un arci-italiano, analizza un giornalista che lo segue da 10 anni. Possiede tutti i difetti e le qualità degli italiani che ambiscono a fare soldi infischiandosene delle regole, ma elevato 10. Parlare di Berlusconi, equivale a fare l’autobiografia della nazione”.

Di un anno più vecchio, Fedele Confalonieri conosce tutto del “Cavaliere”. Hanno condiviso gli anni del liceo a Milano e cantato in duo sulle navi da crociera. Quando Berlusconi è al potere, è Confalonieri che gestisce l’impero industriale e, quando è di passaggio a Roma, dorme nell’appartamento di palazzo Grazioli, dove il capo del governo ha un vasto appartamento in affitto. Può affermare tranquillamente: “Sono l’uomo che conosce meglio Silvio Berlusconi”.

“Gli italiani apprezzano il suo stile, spiega. Lo stile è il nastro sul pacchetto, e conta. Capisco che non piaccia agli intellettuali, perché è ingenuo, non viene dall’alto, si è pagato da solo gli studi e nonostante questo ora è il più ricco di tutti. E’ la sublimazione del buon senso mescolato al genio imprenditoriale. Parla il linguaggio dei suoi elettori.” E riprende: “Perché non dovrebbero amarlo? Ha moltiplicato i canali televisivi, che sono la sola cosa gratuita in Italia. Nel profondo dell’animo del signor Rossi (signor chiunque), esiste solo lui. Il signor Rossi si dice: “Silvio conosce i miei problemi, mi ha aiutato, mi ha dato più libertà.”

Più libertà? L’associazione Freedom House ha appena classificato l’Italia tra i “paesi parzialmente liberi” in ragione della concentrazione dei media nella mani di un solo uomo. Più libertà? Dei giornalisti sono regolarmente accusati perché criticano troppo vigorosamente il potere. Più libertà? Le “ronde cittadine” del partito xenofobo della Lega Nord stanno per essere autorizzate dalla legge. Più libertà? Il parlamento pullula di vecchi collaboratori di Silvio Berlusconi, avvocati o medici, che ha nominato deputati o senatori. Confalonieri: “Ha aiutato molta gente. Tutti quelli che hanno avuto a che fare con lui, ne hanno approfittato.”

Ma la “generosità del “Cavaliere” può essere disinteressata, anche se può sembrare fuori luogo. A L’Aquila, dove si è mostrato all’altezza della sua funzione, ha promesso di regalare “dei vestiti per sentirsi più carine” a due vecchie signore scampate al terremoto. Un giornalista testimonia che ha voluto mettere a disposizione un elicottero quando ha saputo che sua moglie era gravemente malata. Un altro racconta che ogni qual volta Berlusconi rientra a palazzo Grazioli, anche alle 3 del mattino, indirizza sempre un segno della mano al cronista di guardia sul marciapiede di via del Plebiscito: “E’ il suo modo di ricompensarti di essere lì e di ripagare il tuo lavoro.” Aggiunge: “Non sopporta che qualcuno possa non apprezzarlo.”

Vittorio Sgarbi, che fu un effimero ministro della cultura, testimonia: “Un giorno, l’ho sentito dire a qualcuno che gli chiedeva aiuto: “Lo Stato non può fare niente per te. Piuttosto prendi questi.” E Berlusconi gli ha teso un pacco di banconote.” Il conduttore televisivo Mike Buongiorno, 85 anni, ha anch’egli beneficiato della generosità di Silvio Berlusconi. Dopo aver fatto i tempi d’oro delle televisioni del Cavaliere, è stato sacrificato all’altare della gioventù. Invitato ad un talk-show, si è indirizzato al capo del governo: “Silvio, chiamami! Ti voglio parlare.Ho bisogno di sentirti.” E il capo del governo l’ha chiamato qualche ora dopo la trasmissione. Tutto piuttosto che deludere. Lo stesso presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, loda il suo buon carattere: “Si innervosisce, ma torna calmo molto infretta.”

A Roma, gli capita di prendere uno dei reporters di guardia davanti alla sua residenza per portarlo con sé a fare il giro dei negozi e mostrare in seguito la sua generosità: Prada? Gucci? Le grandi marche di via Condotti, i grandi antiquari? Non solo. È anche un habitué di due piccole boutiques di gioielli di via dei Coronari, dove fa fabbricare anelli e colliers che regala poi alle collaboratrici, elettrici e, forse, alle sue conquiste.

“È carino, no?”, chiede a voce alta una delle più grandi ricchezze del mondo, mostrando un braccialetto di bigiotteria. Un modo di mettersi in scena come Buon Samaritano? Forse, ma la stampa segue: “Bisogna seguire tutte le sue tracce, spiega un reporter. È capace di dire ad un bambino di 5 anni che licenzierà il suo ministro delle finanze”.

È “marcandolo a uomo” che alcuni giornalisti hanno iniziato a veder apparire nel suo entourage delle giovani donne sempre più numerose, al punto che il principe – che tenta di lasciare un segno nella storia italiana – si trasformava in un Hugh Hefner (il fondatore della rivista Playboy) patetico. Il desiderio di piacere, che ha guidato tutta la sua vita d’imprenditore e di politico, è diventato un’ossessione.

La sua truccatrice sistema senza sosta lo spesso strato di fondotinta color arancio che ingessa il suo volto, dei filtri speciali vengono utilizzati dagli operatori televisivi per eliminare le tracce del tempo, nei suoi giornali appare con il viso liscio senza rughe. “Un’eterna gioventù senza passato”, commenta Marco Belpoliti, che ha scrutato sotto tutte le cuciture “il corpo del capo”, nel suo omonimo libro.

Berlusconi sogna di vivere fino a 120 anni, dice di dormire tre ore a notte e “fa l’amore in seguito per altre tre”: “Ama l’idea di essere un seduttore”, spiega un ex-collaboratore che tiene al suo anonimato. Nell’estate 2007, un fotografo lo aveva “beccato” nella sua villa in Sardegna con quattro “creature”. Silvio Berlusconi volle prima di tutto denunciarlo in nome del “rispetto della vita privata” prima di ricredersi: “Tutti mi chiamano per dirmi che sono fortunato!”

“Caudillo democratico”, secondo i termini dello scrittore Mario Vargas Llosa, questo è quindi l’uomo che inaugura il secondo anno del suo terzo mandato e festeggia il quindicesimo anniversario dalla sua prima elezione: compassionevole, insopportabilmente superficiale, ma capace di veri e propri “colpi” politici che spiazzano i suoi avversari e rinforzano il suo gruppo.

Il suo bilancio, un anno dopo il ritorno al potere, l’8 maggio 2008, appare scarno ovunque tranne che in Italia: la soluzione del problema dei rifiuti di Napoli, il salvataggio della compagnia area Alitalia, la gestione del terremoto in Abruzzo. “Cose normali che in Italia appaiono straordinarie”, spiega un editorialista. Allergici al potere, gli Italiani non sono vittime né delle sue menzogne né dei suoi limiti. “Non bisogna mai dimenticare che è laureato in pubblicità”, spiega Marco Travaglio, il giornalista più virulento nei suoi riguardi.

Un imbonitore? “Si cerca di sminuirlo ricordando il suo passato da venditore, lo difende l’amico Fedele Confalonieri. È un tipo per bene, normale, un Italiano.” Veronica, quanto a lei, si è stufata. Altri seguiranno? “Ogni uomo di Stato ha i suoi piccoli vizi”, ha detto il confessore di Silvio Berlusconi.

(a cura di Chiara Bonanni Pintus)

2 commenti:

mieidee ha detto...

Bello davvero, l'articolo. Complimenti a chi l'ha scritto e a chi l'ha tradotto!

Anonimo ha detto...

"così com’è, affabulatore, scherzoso e un po’ bugiardo, Silvio Berlusconi assomiglierebbe agli italiani."
Non ditemi che la gente pensa questo anche di me!!!