martedì 9 marzo 2010

Il Popolo Viola contro Berlusconi









El País, 9.03.10


[articolo originale di Miguel Mora qui]

È risaputo che l'Italia sia questo posto così bello dove convivono senza problemi il peggio ed il meglio, il sublime ed il putrido. In mancanza di un'opposizione degna di questo nome, la rivolta democratica contro gli abusi e la valanga di leggi su misura di Silvio Berlusconi non poteva che essere virtuale, e sorgere dalla rete. Lì è nato il Popolo Viola, che in questi mesi ha riunito 236.000 fan su Facebook. Se controllate la pagina adesso, probabilmente vedrete molte adesioni in più, dal momento che il fenomeno cresce ogni secondo, al ritmo di 30 affiliati ogni cinque minuti.

Tutto ebbe inizio lo scorso dicembre, con il No B. Day, una nuova e diversa marcia su Roma alla quale aderirono quasi due milioni di persone. Tre mesi dopo il movimento, tanto caotico quanto rinfrescante per un'opinione pubblica anestetizzata, è per strada da quattro giorni protestando contro il tentativo di falsare le elezioni da parte del governo che il 5 marzo ha emesso un decreto salvaliste per le regionali, che riammette le liste del PdL che erano state escluse per difetti di forma. Ieri il Tribunale Amministrativo del Lazio ha negato la riammissione delle liste del PdL, che ne ha presentato di nuove approfittando del decreto. I giovani viola hanno definito questa giornata come "il giorno in cui morì la democrazia italiana" e continuano a chiedere spiegazioni per la firma del decreto a Berlusconi e al Presidente della Repubblica.

L'obbiettivo del movimento, secondo la pagina di Facebook, continua ad essere la difesa della democrazia e della Costituzione, e chiedere le dimissioni di Berlusconi. Ma l'attualità comanda, e la capacità di informare e di unire i dissensi vola alla velocità di Internet.

Pagine affini come San Precario Rivoluzione, La Costituzione non è una Troia o Resistere al Regime (8.400 affiliati) mostrano che i viola aspirano a demolire la cultura che paralizza il paese: la partitocrazia, la mafia (giorno 13 hanno organizzato un No Mafia Day in Calabria); la gerontocrazia, i sindacati, il Vaticano, la corruzione, il precariato...un po' come Berlusconi, ma al contrario, hanno diviso il mondo in due: gli onesti e gli amorali.

In questa fase di entusiasmo e tempesta di idee, il Popolo Viola offre soprattutto sfogo e informazione. Pubblica vignette e link a video critici e satirici; invita a boicottare le aziende che si fanno pubblicità sui canali di Berlusconi; cerca rifugio nei classici ("Il pastore cerca sempre di convincere il gregge che gli interessi delle pecore e quelli propri coincidano", Stendhal), e guarda al futuro con ambizione: "Abbiamo gli ingredienti, distribuiti in modo disordinato e magari invisibili. La magia consiste nel connetterli, aggregarli e creare una nuova civilizzazione", dice Gianni Webstep. Sarà il cosmopolita, dinamico, antipolitico e amorfo Popolo Viola una vera alternativa ai mali italiani? Finirà fagocitato da un'opposizione conformista e incapace di superare il suo panico? Verranno ingaggiati da Berlusconi? Difficile a dirsi. Come diceva Indro Montanelli, "gli italiani sono disposti a fare la rivoluzione solo se i carabinieri sono d'accordo". Ma i viola hanno un merito. Si sono ribellati contro il clima di nepotismo, ipocrisia, corruzione e disprezzo delle regole. E non sono ancora stati sconfitti dall'invincibile triumvirato Casta-Chiesa-Televisione.


1 commento:

Anonimo ha detto...

juan luis cebrián fechou cnn+