
El País, 13.11.09
[articolo originale di Miguel Mora qui]
Il parlamento italiano ha vissuto ieri un'altra giornata tra il buffo e il drammatico. Mentre un'unità medica realizzava analisi antidroga ai deputati che lo richiedessero - novità introdotta dalla maggioranza per dare l'esempio -, i colleghi del Senato si sollazzavano con la nuova legge su misura di Silvio Berlusconi.
L'ultima trovata salva premier si chiama disegno di legge del Processo Breve, contiene solo tre articoli ed è stato presentato ieri a tutta birra, dopo 48 ore di lavoro febbrile nelle quali il sacrificato avvocato personale del premier, Niccolò Ghedini, ha potuto a malapena dormire. I giudici italiani calcolano che la nuova legge farà annullare 100.000 processi in corso.
La norma prevede che nessun processo penale, civile o amministrativo possa durare più di sei anni. Due anni per ogni grado di giudizio. Si applicherà ai crimini che prevedono pene di meno di dieci anni di carcere. Questi verranno automaticamente annullati se il giudice non emette una sentenza nei 24 mesi a partire dall'apertura del processo da parte dell'accusa.
La nuova legge, che la maggioranza conservatrice giustifica con l'obiettiva e insopportabile lentezza della giustizia italiana, si applicherà solo agli imputati che non siano stati condannati precedentemente. Tranne in un caso. Come richiesto dalla Lega Nord, che alla fine ha appoggiato la legge, gli stranieri accusati di immigrazione illegale, crimine punibile con una multa, non avranno diritto al processo breve. Verranno quindi messi sullo stesso piano degli imputati per mafia o terrorismo.
Le conseguenze per Berlusconi sono che i suoi processi in corso moriranno senza condanne: il caso Mills (in cui è accusato di corruzione) e il caso Mediaset (frode fiscale) sono iniziati nel 2005 e 2006, rispettivamente. Siccome per entrambi non c'è ancora stata una sentenza, questi sarebbero subito annullati. Decine di migliaia di altri processi, avvisano i giudici, li seguirebbero nel limbo.
La ANM ha elencato i reati che di fatto resteranno impuniti, perché sarà materialmente impossibile emettere una sentenza entro le nuove scadenze: "Abuso di ufficio, corruzione in sede giudiziaria, rivelazione di segreti ufficiali, truffa semplice e aggravata, frode comunitaria, frode fiscale, falso in bilancio, bancarotta fraudolenta, intercettazioni illecite, reati informatici, vendita di prodotti falsificati, traffico di rifiuti, vendita di prodotti pirata; sfruttamento della prostituzione, falsificazione di documenti pubblici, calunnia e falsa testimonianza, lesioni personali, omicidio per errore medico, maltrattamenti familiari, incendio, aborto clandestino".
Il nome della legge, chiamata Gasparri-Quagliarello per i senatori che la firmano, potrebbe essere "pagano i deboli, si salvano i ricchi". Anche giuristi vicini alla destra, come Antonio Baldassarre, si sono mostrati perplessi:" È (una legge) incostituzionale e vergognosa, mi sento soprattutto deluso in qualità di cittadino".
Il Partito Democratico ha reagito con furia. Il capogruppo dei senatori, Anna Finocchiaro, ha scagliato il testo contro un muro in conferenza stampa e ha detto: "La norma non si applicherà, per esempio, al furto aggravato. Per uno zingaro che ruba il processo sarà identico, ma casi come la truffa della Parmalat andranno nel cestino dei rifiuti".
Il partito di Berlusconi, il Popolo della Libertà, incalzato dai magistrati che hanno chiesto l'arresto di Nicola Cosentino, segretario di Stato dell'Economia, per complicità con la camorra, non rimane totalmente soddisfatto. Pianifica di approvare anche, tra le altre misure, l'immunità parlamentare.