martedì 30 giugno 2009

Berlusconi canticchia sulla nave da crociera, ma c'è una tempesta all'orizzonte







The Times, 30.06.09

[articolo originale di Richard Owen qui]

È stato un tour de force, con Silvio Berlusconi determinato a lasciarsi alle spalle gli scandali degli ultimi due mesi e a posare in modo convincente da statista mondiale, con una valanga di sondaggi a dargli manforte.

La scelta della nave da crociera, ad ogni modo, avrebbe sempre ricordato le sue origini da cantante e intrattenitore di crociera con un buon occhio per le ragazze. L'ambiente deve avergli fatto tornare tutto in mente - il bar della nave splendidamente kitsch, i soffitti bassi, le luci brilluccicanti e i divani curveggianti, ed anche un pianoforte. Sembrava quasi che da un momento all'altro si sarebbe alzato per andare a suonare una delle canzoni napoletane che gli piacciono tanto e si diletta a comporre da sé.

Il suo messaggio è stato che l'Italia, come il mondo in generale, ha bisogno di ottimismo, non di predizioni negative. Lui è stato, ci ha ricordato, il figlio di un banchiere milanese e quindi la sa lunga sulla finanza. È stato anche un imprenditore e conosce l'importanza della fiducia. Bono ha detto che l'occidente non ha mantenuto le sue promesse di aiuto? Be', alcuni paesi sono indietro nell'onorare gli impegni umanitari presi al Gleneagles, ma tutto si può aggiustare con la buona volontà.

È stato, a detta sua, "il più attivo" dei leader mondiali: avrebbe usato le sue strette relazioni con Mosca per risolvere la crisi in Georgia dello scorso agosto (il periodo in cui fu scattata dai paparazzi la gran parte delle fotografie di donne alle sue feste in Sardegna), e consigliato a un riluttante presidente Bush di finanziare con soldi pubblici le banche americane dopo il crollo della Lehman Brothers.

Quando è venuto il momento delle domande c'è stato solo un riferimento indiretto alla sua "vita privata", e mentre se ne andava ha ignorato una domanda che gli ha urlato un giornalista sul perché avesse passato la notte delle elezioni in USA lo scorso novembre con una escort.

A ricordare la sua debolezza per le donne appariscenti c'era solo la presenza in prima fila di Michela Vittoria Brambilla, ex-concorrente in concorsi di bellezza, che Berlusconi ha fatto Ministro del Turismo.

Questa sua debolezza sarà ancora probabilmente nelle menti di tutto il mondo a L'Aquila, e ci si chiede se le crisi politiche domestiche di Berlusconi limiteranno la sua abilità nell'affrontare problemi di interesse globale.

Inoltre, non ha con Barack Obama - che come tutti sanno ha definito "abbronzato"- quella stretta relazione di cui godeva con Bush. I collaboratori di Berlusconi hanno dovuto fare gli straordinari per giustificare che Berlusconi avrebbe riferito a Binyamin Netanyahu, primo ministro israeliano, che Obama sia debole nei confronti dell'Iran.


lunedì 29 giugno 2009

"Il sultano Berlusconi non cadrà, è il padrone di tutto il paese". El País intervista Giovanni Sartori












El País, 27.06.09


[intervista originale di Miguel Mora qui]

[altre profetiche interviste di El País a Giovanni Sartori qui (maggio 2009) e qui (maggio 2008)]

Giovanni Sartori (Firenze, 1924) è uno dei pochi intellettuali italiani a pronunciarsi sulla valanga di rivelazioni sui festini con sesso e droga che è franata sul premier, Silvio Berlusconi. Sartori ha pubblicato due mesi fa un libro dal titolo profetico, Il Sultanato, una raccolta di suoi articoli per Il Corriere della Sera. Lo scettico Sartori scarta l'eventualità che gli scandali possano avere un costo politico per il sultano. "Se si dimette, lo processano, quindi non può cadere. Il suo partito mangia dalla sua mano, ed anche la chiesa. E gli italiani non sanno che succede perché si informano solo attraverso la televisione", afferma.

Domanda. L'idea alla base del libro è che l'Italia di Berlusconi non sia né una dittatura né una democrazia, ma un sultanato.

Risposta. Ho scelto il titolo prima che venissero fuori le notizie sulle feste e sulle veline e la scelta è stata azzeccata, anche se alcuni sultani erano più violenti di lui. Alcuni avevano brigate di nani acrobati che assassinavano i nemici. Comunque, è un regime cortigiano, un harem.

D. In cosa assomiglia ad una dittatura?

R. Non parliamo di un dittatore del XX secolo perché non ha cambiato la Costituzione, anche se ha provato a svuotarla del suo contenuto dall'interno per togliere potere al Parlamento. Ma gli italiani che lo votano dicono: "Siamo contentissimi del nostro dittatore". Gli calza a pennello l'idea di corte: fa quello che vuole, ottiene ciò di cui ha bisogno, non fa distinzione tra pubblico e privato, il piacere del potere lo gratifica. È a metà strada tra l'essere un dittatore e il non esserlo. È il padrone all'antica, il proprietario della fattoria.

D. È rimasto sorpreso dagli usi dell'harem?

R. No, il sultano fa quello che gli pare. Sapevamo che aveva sempre avuto un debole per le ragazze. Fa parte del personaggio: il lusso, le grandi feste, le minorenni. Non ci sono ancora prove, ma è assolutamente verosimile, in armonia con il personaggio.

D. Veronica Lario ha parlato di "vergini offerte al drago".

R. È sua moglie, quindi è logico pensare che sia al corrente dei fatti. Da quel momento sta zitta. Lui ha molti e molto forti meccanismi di pressione. Il primo sono i figli. Se Veronica parla di nuovo, li può diseredare.

D. Crede che questa sará la fine di Berlusconi?

R. Ora sarà più cauto e farà più attenzione. Continua ad avere l'appoggio popolare e a vincere le elezioni. Dice: "Sono fatto così, e agli italiani piace come sono, non cambierò". Per proteggersi approverà una legge per limitare le intercettazioni telefoniche, fatto gravissimo perché va a discapito dell'attività della polizia contro la mafia, ma questi danni collaterali non gli sono mai importati.

D. Ma la sensazione è che il marcio stia solo iniziando a venire a galla.

R. Verranno fuori foto e prove di tutti i tipi, ma dirà che si tratta di fotomontaggi e calunnie.

D. Il suo partito non gli crederà.

R. Il Popolo della Libertà è una massa clientelista più fedele della ex-DC. Tutti vivono di lui, papi gli dà la pappa. Non cadrà così facilmente come la DC, ha più privilegi e più potere locale, le regioni sono uno scandalo assoluto. È una rete feroce e vorace che conquista sempre più potere, un para-stato che ha tutto l'interesse nel continuare compatto. Tutti salgono sul carro del vincitore, e lui li lascia salire. L'unica cosa che gli sta a cuore è di mantenere il suo patrimonio intatto, tutto il resto è un grande "magna magna".

D. E Fini?

R. Fini è in pensione. Con l'integrazione dei partiti, Berlusconi ha incoronato i colonnelli facendoli ministri. Fini non ha potere nemmeno sui suoi collaboratori. È freddo e ha una parlata sassone, ma la sua carriera politica è costellata da errori e stupidaggini. Se arrivasse al potere mi fiderei di lui meno che del mio gatto.

D. Ma l'immagine internazionale del paese peggiora di giorno in giorno.

R. Nel '94 gli sono saltati addosso, nessuno credeva che sarebbe durato, e alla fine si abituarono a lui. Non penso che ci sia la più piccola pressione internazionale. Dice che è tutto un complotto dei nostri comunisti, di Murdoch e de El País, e con questa favola tira avanti. È molto intelligente e furbo. Va a trovare Obama e si piazza come primo amico della lista. Manda più soldati in Afghanistan, prende tre prigionieri da Guantanamo, e Obama non può trattarlo male.

D. Non sembra plausibile che si dimetta: perderebbe l'immunità.

R. Se si dimette, lo processano. Prima di dimettersi si farebbe garantire l'immunità come Pinochet. Guardi il suo sorriso: è genuino, autentico. Non mente. Sembra dire: "Ve la sto dando a bere. Degli scandali del paese non si sa niente di niente. La televisione non informa, e l'80% degli italiani si informa attraverso la televisione". Controlla sei canali su sette, e il settimo ha paura di lui. È impossibile che gli presentino il conto. Non ci sono speranze.

D. E la chiesa non potrebbe farlo cadere?

R. Sta molto attenta, ma lui la lascia comandare sempre più. Non ci sono relazioni stato-chiesa, ma solo potere-potere. Anche loro mangiano sulla sua Italia, sulle scuole, sulla fine della vita... È comprata come gli altri. Per questo tace e sopporta. Ecco cos'è la chiesa.

venerdì 26 giugno 2009

"Le feste di Silvio Berlusconi erano come un harem" El País intervista Patrizia D'Addario












El País, 26.06.09


[articolo originale di C. Sannino e C. Bonini qui]

Patrizia D'Addario, 42 anni, escort barese e candidata alle elezioni comunali per la lista "La Puglia Prima di Tutto", e la principale tesimone del caso giudiziario che coinvolge l'imprenditore Gianpaolo Tarantini con l'accusa di corruzione e induzione alla prostituzione. Tarantini è amico di Silvio Berlusconi dal 2008. I pm sospettano che organizzasse feste con prostitute e cocaina per politici potenti, con il fine di ottenere contratti nel settore della sanità pubblica e influenza politica. La D'Addario fu reclutata da Tarantini e si recò per due notti a Palazzo Grazioli, la residenza romana del premier. In entrambe le occasioni fece registrazioni audio e video che ha presentato ai magistrati.

La D'Addario mette la mano nella borsa e tira fuori un registratore. "Se registrate voi, registro anche io... lo faccio sempre e grazie al registratore ho potuto vedere l'uomo che abusò di me condannato. Io non faccio ricatti. Dico la verità." Patrizia ha accettato di parlare con La Repubblica a una condizione: "Non parlerò dei dettagli dell'inchiesta".

Domanda. Berlusconi dice di non conoscere il suo nome e non ricordare il suo volto.

Risposta. Se avesse voglia di scherzare, direbbe che non si ricorda di me perché intorno a lui ci sono molte ragazze che mi assomigliano. Invece io mi ricordo bene della sua faccia. L'ho avuta troppo vicina per dimenticarne i dettagli. Ma non ho voglia di scherzare. Mi stanno massacrando.

D. Lei ha ammesso di essere una escort (prostituta di lusso).

R. Potrei avere continuato a fare questa vita senza uscire allo scoperto, e a ricevere le buste del premier con 10.000 euro. Ma quando mi sono resa conto che mi stavano ingannando, mi sono ribellata. Sono l'unica che ha avuto il coraggio di confessare quello che fa. Le altre stanno zitte, vanno da Papi, prendono le buste e fanno carriera.

D. Può specificare quanti soldi ha ricevuto per le sue due visite a Palazzo Grazioli?

R. Mille euro. Li ho ricevuti solo la prima volta per partecipare ad una cena. La seconda volta, quando sono rimasta tutta la notte, non mi hanno dato niente. Ho solo ottenuto la promessa di essere aiutata a costruire il complesso immobiliare per il quale ho i documenti in regola e per il quale ho già pagato quattro volte la tassa di edificabilità.

D. Parliamo della prima volta che è stata a Palazzo Grazioli, a metà ottobre 2008.

R. A differenza di Berlusconi, ricordo tutti i dettagli. Presi l'ascensore. Attraversai un lungo corridoio che portava ad un salotto dove c'erano molte ragazze. In totale eravamo una ventina.

D. Ne conosceva qualcuna?

R. Alcune mi sembravano volti noti della televisione. Ma quello che mi ha colpita è stata un'altra cosa. Mentre la maggioranza di noi aveva vestiti corti e neri, come ci era stato chiesto, due ragazze che stavano sempre insieme portavano i pantaloni lunghi. Per quanto sono venuta a sapere, sentendo quello che dicevano in pubblico, erano due escort lesbiche che lavoravano in coppia.

D. C'erano minorenni?

R. Non sono stata lì a chiedere l'età.

D. C'erano ragazze straniere?

R. Mi sembravano tutte italiane e tutte, tranne me, mostravano una grande familiarità con la casa e con il presidente. Tutte lo chiamavano Papi.

D. Lei non lo chiamava Papi?

R. Io lo chiamavo Silvio. D'improvviso mi disse: "Che carina che sei". Aveva una camicia nera. Quando si è seduto mi sono rimessa sui tacchi delle scarpe. Ha voluto che mi sedessi a fianco a lui in uno dei divani del salone dove si stava proiettando un video lunghissimo. Nel video c'era lui in incontri con leader internazionali, nelle elezioni, una folla che cantava: "Meno male che Silvio c'è". In quel momento tutte le ragazze si sono messe a fare la ola.

D. Quanto è durato il video?

R. Moltissimo. Il presidente si alzava per chiedere champagne e pizze. Dopo siamo andati nella sala da pranzo. Un tavolo lunghissimo sul quale giravano in circolo tantissime farfalle. Di tulle, di carta, di seta, di altri materiali. La cena andò avanti fino all'alba. Non era una cena da gourmet. Bresaola, tagliatelle ai funghi, scaloppine con patate e torta di yogurt, che è stata la cosa che di più mi è piaciuta.

D. Una cena così non può finire all'alba.

R. Si interrompeva costantemente con canzoni, balli, barzellette. Berlusconi ha raccontato una piccola storia per parlare di me. Mi guardava e diceva: "Conosco una ragazza che non si fida degli uomini. Farò sì che si fidi di nuovo. Andrò a prenderla con il mio aereo privato". Dopodiché ho ballato con il presidente un lento suonato dal pianista della casa. Era My way. Ballavamo molto stretti.

D. Quado lei se ne andò, restò qualche ragazza?

R. Non le posso rispondere. Posso solo dire che era quasi mattina.

D. Ricorda se il presidente si assentò per studiare resoconti di lavoro?

R. Il presidente ci parlava di tante cose sul suo lavoro, ma si alzò solo per prendere regali. Ama consegnarli da sé. Noi li aprivamo ed eravamo obbligate a indossarli. Le tipiche farfalle, tartarughine, braccialetti, collanine e cose del genere.

D. Che impressione le è rimasta di quella cena?

R. Un harem. Beh, gli harem sono una cosa seria che conosco perché sono stata tre volte a Dubai. Gli sceicchi, a modo loro, rispettano le loro donne. Se ne circondano e le mostrano con orgoglio. Quello che ho visto io, al contrario, non mi piacque. Esisteva solo lo sceicco: lui.

D. Lei tornò a Palazzo Grazioli la sera del 4 novembre. Tarantini le disse: "Lui vuole che tu ritorni".

R. Evidentemente si ricordava di me. Di quella notte non posso parlare.

D. Ma è vero che Berlusconi la invitò a rimanere a fare colazione?

R. Sì, ma non nella sala da pranzo. Fu una cosa più intima.

D. La accusano di venire pagata per tramare un complotto.

R. Ridicolo. Da questa storia non ho ricavato nulla. Ho deciso di parlare il 31 maggio quando ho visto che mi aveva ingannato, che nessuno mi avrebbe aiutata nel progetto di costruzione del complesso turistico.


(segnalato da Carolina)

mercoledì 24 giugno 2009

Il reclutatore di ragazze di Berlusconi prendeva soldi per influenzare il Governo











El Mundo, 24.06.09


[articolo originale qui]

Gianpaolo Tarantini, incaricato di reclutare ragazze per le feste del premier italiano, Silvio Berlusconi, prendeva soldi per esercitare la sua influenza sul Governo, secondo una notizia del giorno del Corriere della Sera.

Tarantini, sotto inchiesta per un caso di frode nella gestione della sanità, si è fatto pagare fino a 150.000 euro all'anno dal Gruppo Intini per esercitare la sua influenza su Berlusconi.

Enrico Intini, amministratore delegato del gruppo omonimo, ha assicurato al Corriere della Sera che il servizio di Protezione Civile ha una lista di imprese con le quali lavora in situazioni di emergenza, e di volere che la sua attività facesse parte di queste.

"Queste relazioni di Tarantini derivavano dalla sua conoscenza di Berlusconi. Non c'è dubbio. Parliamo di una relazione con un uomo potente, molto potente, e per un aspirante 'lobbysta' è il massimo", ha assicurato.

Le intercettazioni telefoniche fatte a Tarantini durante l'inchiesta giudiziaria hanno portato la giustizia italiana a indagare su un possibile caso di induzione alla prostituzione durante il reclutamento di ragazze per le feste di Berlusconi.

In un'intervista concessa ad un giornale di gossip di sua proprietà, Berlusconi assicura di non avere mai pagato per avere relazioni sessuali con alcuna donna.

"Non ho mai pagato per una donna. Non ho mai capito che soddisfazione possa dare se non c'è il piacere della conquista", afferma il politico in un'intervista al settimanale italiano Chi.

Berlusconi si riferisce alle dichiarazioni della giovane Patrizia D'Addario, che assicura di avere intascato 1000 euro per partecipare ad una sua festa, e cha ha presentato alla giustizia italiana registrazioni degli eventi.

Il premier spiega che, se avesse sospettato che intorno a lui ci fossero state escort, se ne sarebbe tenuto a mille miglia di distanza.

Intanto alcuni giornalisti della televisione pubblica RAI hanno emesso un comunicato nel quale criticano le scelte editoriali della direzione di nascondere gli scandali da cui Berlusconi sembra circondato.

(segnalato da Carolina)

martedì 23 giugno 2009

Silvio Berlusconi e la stampa: problemi di comunicazione










The Economist, 18.6.09

Il premier si lancia in una campagna contro i media stranieri
[articolo originale qui]

A nessun politico piace la stampa critica e Silvio Berlusconi, il primo ministro italiano, non fa eccezione. Nelle ultime settimane è stato messo a dura prova dai giornalisti stranieri, e quello che hanno scritto non è proprio una lettura piacevole. Tuttavia, Berlusconi si è un po' tirato la zappa sui piedi. Dubbi si addensano sui suoi rapporti con giovani donne e con David Mills, avvocato inglese sul suo libro paga che è stato recentamente condannato per testimoniare il falso in favore di Berlusconi (Mills si è ora rivolto alla Corte d'Appello). Berlusconi ha cercato di impedire la pubblicazione di alcune foto dei suoi ospiti nella sua villa in Sardegna. L'ha descritta come un'invasione della privacy, mentre i giornalisti stranieri vedono la sua reazione come un consueto modus operandi che tradisce disprezzo per la stampa libera.

Secondo Berlusconi non c'è miglior difesa dell'attacco. Il mese scorso il suo Ministro degli Esteri ha descritto un articolo del Financial Times, un quotidiano finanziario britannico (nonché comproprietario dell'Economist), un esempio di un giornalismo cattivo e disonesto. Questo mese Berlusconi stesso ha accusato la stampa estera di essere pilotata dall'opposizione di centro-sinistra. Ha accusato i quotidiani di proprietà di Rupert Murdoch, soprattutto il Times, per le recenti critiche che gli sono state mosse. Il Giornale, di proprietà del fratello di Berlusconi, ha tacciato il lavoro della stampa estera di essere "veleno e menzogne", con particolare riferimento alle testate di Gran Bretagna, Francia, Germania e Spagna.

Alcuni ambasciatori italiani hanno fatto pressioni sui media ostili al signor Berlusconi. L'ambasciatore italiano a Madrid ha scritto al quotidiano El País per denunciare una “campagna sistematica per demolire l'immagine dell'Italia”. Recentemente un giornalista straniero a Roma è stato convocato dal Ministero degli Esteri. Lo staff di Berlusconi ha cercato di fare pressioni su un ambasciatore straniero per mettere in riga i giornalisti del suo paese. Tuttavia, Berlusconi ed i suoi sostenitori rifiutano il confronto con coloro che criticano. I corrispondenti esteri si lamentano di come spesso sia impossibile garantirsi interviste con i ministri del governo italiano.

Alcuni giornalisti temono di essere intercettati. E la minaccia di azioni legali è costante. Il legale di Berlusconi fa causa a El País dopo che il quotidiano ha pubblicato le foto della villa in Sardegna. Fino all'arrivo di Berlusconi, i primi ministri italiani raramente facevano causa ai giornali. Il signor Berlusconi ne fa molte di cause (compreso al The Economist). Ha tutto il potere associato al patrimonio personale, al controllo dei media, dell'editoria e della televisione privata, oltre all'influenza sulle emittenti statali. Il 13 giugno ha fatto un richiamo (poi ritrattato) agli imprenditori italiani perché non comprassero pubblicità sui quotidiani nazionali troppo critici verso di lui.

Il primo ministro ha anche l'abitudine di non rispondere alle domande. Nel 2002 si rifiutò di collaborare con i magistrati riguardo un caso di mafia. Rimangono senza risposte più di 50 domande che The Economist gli rivolse nel aprile 2001. Recentamente si è rifiutato di rispondere a 10 domande che gli ha posto La Repubblica riguardo al suo rapporto con la signorina Noemi Letizia.

Mentre si prepara ad presiedere il vetrice G8 dei paesi ricchi a L'Aquila, dovrebbe riflettere sugli effetti che hanno i suoi attacchi verso la stampa estera sulla sua immagine e su quella del suo paese.


(a cura di Ronan O'Dowd)

lunedì 22 giugno 2009

I sostenitori di Berlusconi prevedono una sua vittoria ai ballottaggi







The Times, 22.6.09

[articolo originale di Richard Owen qui]

In qualunque altro paese del G8 un primo ministro accusato di essere immischiato in giri di ragazze squillo, e sospettato di avere passato la notte con una di loro, darebbe le dimissioni o sarebbe costretto a farlo.

In Italia, invece, i sostenitori di Silvio Berlusconi prevedono che sopravviverà ai ballottaggi in 22 province e 98 comuni dove l'esito era risultato incerto due settimane fa.

Molti leader europei "si chiedono come Berlusconi possa ancora essere il Presidente del Consiglio, anche se non glielo dicono in faccia", secondo Graham Watson, leader dei Liberal Democratici al Parlamento Europeo. Una risposta può essere data dal fatto che gran parte degli italiani si informa attraverso la televisione, e sia i canali di Berlusconi che la RAI - la televisione pubblica sotto il suo controllo - hanno messo a tacere gli scandali.

Il Giornale, il quotidiano di sua proprietà, si è impegnato a screditare qualunque testimone contro di lui, ritraendo il premier come la vittima di un complotto che coinvolge non soltanto la sinistra, ma anche la stampa internazionale, gli stessi servizi segreti italiani e "traditori tra i suoi collaboratori".

Per Vittorio Sgarbi, ex-vice Ministro per la Cultura del centro-destra, è ancora più semplice: gli uomini di potere hanno bisogno di molto sesso. "Se Berlusconi non è soddisfatto sessualmente, governa male".

Comunque non tutte le donne italiane sono divertite dalla situazione, specialmente alla luce di una dichiarazione dell'avvocato di Berlusconi: "se ha passato la notte con una ragazza squillo, è stato solo l'utente finale".

Il Vaticano non ha commentato ufficialmente, ma Monsignor Carlo Ghidelli, arcivescovo di Lanciano e Ortona, in Abruzzo - dove Berlusconi presiederà il summit del G8 del mese prossimo - ha detto che questo scandalo non può essere ritenuto una "questione privata".


sabato 20 giugno 2009

Almeno quattro donne affermano di avere ricevuto compensi per partecipare a delle feste con Berlusconi










El País, 18.06.09

Patrizia D'Addario fornisce video e foto della sua visita a palazzo Grazioli - Le televisioni censurano la notizia


[articolo originale qui]


Lo scandalo delle feste di Silvio Berlusconi continua a crescere. Almeno quattro donne hanno confermato ai pm di avere ricevuto denaro per andare a palazzo Grazioli e a Villa Certosa. Una di loro ha chiesto e ottenuto il permesso di abbandonare temporaneamente il paese perché teme per la propria incolumità, informa oggi il Corriere della Sera.

Patrizia D'Addario, professionista del sesso e candidata alle elezioni comunali di Bari che ha denunciato martedì scorso la situazione al Corriere della Sera, è stata interrogata per cinque ore dal magistrato Pino Scelsi. L'aspirante assessore con la lista "La Puglia prima di tutto", ha portato ai giudici mezza dozzina di registrazioni audio e un video fatto con il telefonino. Nelle immagini, dice il Corriere, si vede la D'Addario in un'ampia camera da letto davanti ad una foto incorniciata di Veronica Lario, moglie di Berlusconi. Nelle registrazioni si sente, secondo la donna, la voce del Cavaliere.

L'impresario Giampaolo Tarantini, 35 anni, accusato dalla D'Addario di avere mediato le visite, è attualmente indagato per corruzione nel settore della sanità e anche per induzione alla prostituzione. Tarantini, che è già stato ascoltato dal giudice, conveniva con le ragazze le condizioni dello spostamento e coordinava le feste con il personale dell'ambiente di Berlusconi. La D'Addario e le altre tre donne hanno confermato ai pm che arrivavano al palazzo romano del premier in una macchina con i vetri oscurati, e che dovevano vestirsi "in modo elegante e con poco trucco".

I principali telegiornali della RAI (televisione pubblica) e di Mediaset (di proprietà di Berlusconi) si sono preoccupati di sminuire l'importanza della notizia nelle loro programmazioni. Riferendosi solo ad un'inchiesta per corruzione nel settore della sanità, e alla reazione di Berlusconi, il quale afferma che si tratta di "spazzatura e falsità", le televisioni hanno incolpato Massimo D'Alema, un leader del Partito Democratico, di avere saputo dell'inchiesta già anteriormente (grassetto aggiunto da noi, NdR).

D'Alema ha pronosticato qualche giorno fa che la leadership di Berlusconi avrebbe avuto nuovi problemi poiché è affetto dal "pericoloso virus dell'eterna giovinezza". Ieri ha negato categoricamente di avere avuto accesso ai dettagli dell'inchiesta giudiziaria.

mercoledì 17 giugno 2009

L'impertinente Silvio e la cultura della cospirazione










The Daily Telegraph, 5
.6.09

[articolo originale di Adrian Michaels qui]

Le fotografie che Silvio Berlusconi non voleva che vedeste sono ora di dominio pubblico. Sono state scattate fuori da una delle tante residenze del premier da un fotografo, usando un obiettivo munito di zoom, e sono poi state messe sotto sequestro dalla magistratura. Sono disponibili presso il sito del quotidiano El País. Non credo che il giornale spagnolo abbia bisogno di pubblicità, ma in ogni caso eccole qui. Vi avverto, qualche scatto contiene scene che vi potrebbero sconvolgere.

Sono talmente tanti anni che Berlusconi è coinvolto in scandali, che sono sicuro che riuscirà ad uscire senza danno anche da questo. Stiamo parlando di una persona che è stata indagata numerose volte per frode, evasione fiscale, corruzione ed altri reati. Berlusconi è stato condannato più volte, ma le condanne sono state annullate o prescritte (dopo che lui stesso cambiò i termini della prescrizione). Attualmente sta evitando ulteriori processi perché ha introdotto una legge che garantisce l'immunità ad alcune cariche istitutuzionali in Italia, compresa quella del premier.

Tuttavia, in Italia è sempre stato in grado di convincere un ampio numero di sostenitori di essere la vittima di una cospirazione – i comunisti e la sinistra piloterebbero la magistratura, e racconterebbero menzogne sui media, alla televisione e altrove. Avrebbero perfino raccontato bugie a sua moglie, ed è per questo che lei è caduta in una trappola e vuole il divorzio.

Un paio di foto di giovani ospiti saltellanti faranno sì che i suoi fans si innamorino ancora di più del loro uomo. Che uomo! Lui sì che sa organizzare una festa! Non sarebbe il figo che è senza il suo occhio per le donne!

Berlusconi offre teorie cospiratorie ad un pubblico italiano totalmente credulone. In Italia persone assolutamente intelligenti, razionali e affascinanti, provenienti da tutti gli schieramenti politici, dal mondo degli affari e altro, spesso dicono fesserie circa le vere cause degli avvenimenti. Gli italiani vedono cospirazioni ovunque. Lo sport nazionale è la dietrologia, la scienza di non credere all'evidenza, di cercare altre spiegazioni.

Per esempio, Berlusconi ha detto che Il Times di Londra ha pubblicato degli editoriali negativi su di lui e sui suoi contatti con numerose giovani donne, non perché un primo ministro settantenne dovrebbe comportarsi con più dignità e smettere di fare dell'Italia lo zimbello d'Europa, ma perché il quotidiano appartiene a Rupert Murdoch. Murdoch è arrabbiato, dice Berlusconi, perché il governo Berlusconi ha recentemente alzato le tasse degli abbonati Sky in Italia. Sky appartiene a Murdoch e questi è ovviamente coinvolto nella battaglia per gli ascolti contro i canali di Berlusconi.

Io non conosco Rupert Murdoch, e qui mi sbilancio – non c'è nessun legame tra l'editoriale del Times e Sky Italia. Ma d'altra parte io non sono uno dei sostenitori italiani di Berlusconi, e questa storia è stata raccontata solo per loro.

(a cura di Ronan O' Dowd)

martedì 16 giugno 2009

Un abbronzato Berlusconi verso gli USA








BBC, 15.06.09


[articolo originale di Stephen Mulvey qui]

La battuta del premier Silvio Berlusconi, che definì l'appena eletto Barack Obama "giovane, bello e abbronzato", pesa sulla sua prima visita a Washington dopo le elezioni.

La battuta venne ritenuta dai più offensiva. Centinaia di italiani scrissero al New York Times per scusarsi. Prima di salire in aereo, domenica, Berlusconi ha fatto un inopportuno riferimento allo scandalo, dicendo che lui stesso si stava recando a Washington "bello e abbronzato". La sua reazione all'ondata di critiche che accolsero il suo commento a novembre era stata l'incomprensione: "Come potete prendere negativamente un complimento così?" Quindi, c'è del disagio in Italia sul fatto che il premier possa offendere il suo anfitrione a Washington?

Società polarizzata

Alcuni italiani sono "estremamente preoccupati", dice James Walston, professore di relazioni internazionali all'Università Americana a Roma - ma un numero pressoché uguale di italiani è abbastanza rilassato per gli occasionali scivoloni sulla scorrettezza politica del primo ministro.

"Fa sempre qualunque cosa gli passi per la testa - non è possibile controllarlo quando comincia a improvvisare, cosa che ama". Ma molti dei suoi sostenitori ritengono che sia fantastico. Hanno ritenuto che il commento sull'abbronzatura fosse stato divertente o comunque appropriato. "Una settimana fa ha detto che Milano sembra 'una città africana' solo perché molti volti che si vedono non sono bianchi. I suoi sostenitori di Forza Italia hanno pensato che fosse divertente.

"Questo dimostra soltanto quanto la società italiana sia polarizzata." Beppe Severgnini, giornalista del Corrierre della Sera nonché autore de "La Bella Figura - Una Guida sul Campo della Mente Italiana", ritiene che il rischio di un incidente diplomatico a Washington sia basso.

"Non è razzista"

Severgnini fa notare che Berlusconi non parla inglese, Obama non parla italiano, e che si incontreranno solo per un'ora per discutere la preparazione del summit del G8, che l'Italia ospiterà il mese prossimo. Il premier italiano non è razzista, aggiunge."Il problema è che non pensa mai a quello che gli altri potrebbero pensare di ciò che dice, specialmente all'estero... Non ha la necessaria sensibilità e se ne infischia di quella degli altri, cosa che fa impazzire così tanta gente nel mondo".

Maria Sanminiatelli della Associated Press fa notare uno "stridente contrasto" tra il gaffeur Berlusconi ed un presidente degli Stati Uniti "con la reputazione di avere fenomenale self-control - da cui il suo soprannome, 'No Drama Obama'." Obama ha anche dimostrato di sapere tenere a bada il comportamento a volte imprevedibile di Berlusconi. Mentre la regina riprendeva il premier italiano al summit del G20 a Londra, per avere urlato per richiamare l'attenzione di Obama, le fotografie mostrano un Obama apparentemente rilassato con il braccio del premier sulla sua spalla, in posa per i fotografi. I media italiani hanno anche scritto che Obama e Berlusconi abbiano avuto una "lunga e cordiale" conversazione telefonica, ore dopo la gaffe dell'abbronzatura a novembre.

Le foto della villa

Il professor Walston dice che il meeting è importante per Berlusconi, il terzo leader dell'UE ricevuto da Obama alla Casa Bianca, dopo Gordon Brown e Brian Cowen.

Una performance da vero statista potrebbe aiutarlo a ripulire la sua immagine in patria, dopo una serie di nuove e sfavorevoli vicende:

  • Un'inchiesta su un possibile abuso del jet ufficiale del premier, usato per trasportare ospiti alla villa in Sardegna di Berlusconi
  • La pubblicazione di fotografie sui media europei, che mostrano uomini e donne aggirarsi seminudi per la villa
  • Le accuse di sua moglie, che ha iniziato le pratiche di divorzio, perché Berlusconi frequenta minorenni

Il fatto che il sistema politico italiano permetta a Berlusconi di accusare simili colpi senza dovere affrontare una minaccia alla sua leadership è, per lo scrittore italiano Enrico Palandri, più preoccupante di qualunque gaffe che potrebbe fare negli USA.

"Berlusconi va in giro a rappresentare l'Italia", dice Palandri, professore all'University College di Londra. "Anche se lo farà male non si troverà mai in imbarazzo - perché non potremmo trovarci in una situazione più imbarazzante di quella in cui siamo adesso".

lunedì 15 giugno 2009

Gheddafi in visita d'affari da Berlusconi










The New York Times, 10.06.09


[articolo originale di Rachel Donadio qui]


ROMA — Questo mercoledì l'Italia è venuta a patti col suo passato coloniale durante una conferenza stampa surreale con due dei più pittoreschi politici al mondo, il Primo Ministro Silvio Berlusconi e il leader libico, Col. Muammar el-Gheddafi.

Il colonnello Gheddafi è arrivato mercoledì per un viaggio di 4 giorni a Roma, una delle poche visite in Occidente da quando nel 2003 vennero revocate le sanzioni economiche, dopo che la Libia acconsentì di denunciare il terrorismo e pagò 1.5 miliardi di dollari in risarcimento ai parenti delle vittime del volo Pan Am 103.

La sua visita segue di pochi mesi la decisione dell'Italia di pagare alla Libia 5 miliardi di dollari, teoricamente come riparazione alle ferite che il colonialismo italiano ha inflitto, ma - di fatto - per aiutare gli affari e contenere l'immigrazione illegale.

Nelle sue osservazioni sconnesse, il Colonnello Gheddafi ha elogiato l'Italia come "l'unico stato coloniale" che ha "ripulito il suo passato dalle politiche espansioniste e colonialiste". Berlusconi, a sua volta impaziente ed esuberante, ha dichiarato "una nuova epoca di pace e amicizia e collaborazione" tra i due paesi.

Con una delle meno illustri storie coloniali europee, l'Italia ha governato sulla Libia dal 1911 al 1943.

In precedenza, Berlusconi aveva dato il benvenuto al Colonnello Gheddafi presso l'aeroporto di Roma Ciampino, dove il leader nordafricano era apparso affiancato dal suo caratteristico nucleo di guardie del corpo femminili, che i media italiani hanno soprannominato "Amazzoni".

Nelle scorse settimane, Berlusconi si è trovato nei guai a causa delle sue presunte frequentazioni femminili, in particolare per la natura del suo rapporto con una diciottenne. L'intensa attenzione sul caso gli è costata diversi punti percentuali nelle elezioni per il Parlamento Europeo dello scorso weekend, che comunque ha vinto.

Mercoledì è tornato agli affari.

Il Colonnello Gheddafi è arrivato con una provocazione appuntata al bavero della sua larga uniforme militare: una foto in bianco e nero del leader della resistenza libica, Omar al-Mukhtar, impiccato dagli italiani nel 1931.

"Questa impiccagione è come la crocifissione di Cristo per i Cristiani", ha detto il Colonnello Gheddafi durante la conferenza stampa. "Per noi, questa immagine è un po' come la croce che alcuni di voi portano".

L'Italia ha degli obiettivi pratici in mente, tuttavia. La crisi finanziaria ha spinto compagnie di alto valore, come la banca Unicredit e l'azienda pubblica dell'energia ENI, a fare maggior affidamento sugli investimenti libici.

Perciò, a fronte dei 5 miliardi di dollari di risarcimento che riceverà in 20 anni, la Libia fornirà all'Italia più petrolio, agevolerà gli affari delle imprese italiane sul suolo libico e posizionerà le compagnie italiane "al primo posto" nella spartizione dei contratti d'appalto, ha detto Berlusconi.

Berlusconi ha inoltre elogiato la Libia per essere stata più severa verso l'immigrazione clandestina in partenza dalle sue coste.

Il Colonnello Gheddafi, nel frattempo, regalava profonde osservazioni sul colonialismo e l'emigrazione. Ha detto che l'Italia deve capire "l'attrattiva che l'Europa rappresenta" per molti africani. "Non hanno alcuna identità," ha detto. "Vengono fuori dalle foreste, dicono: 'Nel nord hanno i soldi, andrò in Libia e poi in Europa.'"

Attuale presidente dell'Unione Africana, il Colonnello Gheddafi governa la Libia dal 1969. Le credenziali distribuite alla conferenza stampa di mercoledì parlano di lui come "il leader della rivoluzione".

Però, non ha ricevuto esattamente un benvenuto da eroe. A fronte delle proteste dei politici di sinistra verso le violazioni dei diritti umani commesse dalla Libia, il discorso del Colonnello Gheddafi ai senatori è stato trasferito dall'aula del Senato a un edificio vicino.

Gli studenti hanno protestato contro il suo discorso programmato all'Università La Sapienza, e la comunità ebraica si è lamentata per la visita del colonnello. Molti ebrei si trasferirono in Italia dopo essere stati espulsi dalla Libia nel 1967, e molti di loro chiedono la restituzione delle loro proprietà confiscate.

A Roma, il Colonnello Gheddafi ha piantato la sua tenda beduina in un parco pubblico, Villa Doria Pamphili.

Come da lui richiesto, venerdì incontrerà 700 donne italiane provenienti dal settore degli affari e della cultura, un incontro organizzato dal Ministero delle Pari Opportunità.


(a cura di Giovanni Sansavini)

martedì 9 giugno 2009

Berlusconi e la ragazza: niente di piccante, grazie









Time, 29.05.09


[articolo originale di Jeff Israely qui]

“Nessuno ha domande sulle minorenni?” Non è il tipico modo in cui il rappresentante di una nazione del G8 inizia una conferenza stampa ufficiale. Ma questa è l’Italia nell’era di Silvio Berlusconi, la nazione di un Primo Ministro miliardario esuberante la cui ambigua relazione con una 18enne aspirante showgirl ha dominato il dibattito pubblico per quasi tutto il mese di maggio. Benvenuti nella primavera di Berlusconistan.

Il Primo Ministro governa questa repubblica del reality-show in virtù della sua persistenza politica e della sua sorprendente popolarità (questo è il suo terzo mandato); con il suo controllo delle antenne televisive (possiede i tre principali canali privati); e forse in modo ancora più intrigante, con l'abilità di trasformare i suoi capricci personali nell’inquietante intrattenimento pubblico di una democrazia di 58 milioni di persone. I suoi oppositori, che riescono ad apparire sui canali di Berlusconistan, credono che il 72enne maestro della manipolazione abbia innescato un nuovo ciclo di notizie che potrebbe portarlo al crollo politico.

Per iniziare, la moglie furiosa, Veronica Lario, lo ha accusato di frequentare le “minorenni”, nello specifico una bionda dalle gambe lunghe di Napoli che si chiama Noemi Letizia, dopo che un giornale locale ha rivelato che Berlusconi è intervenuto alla festa per il diciottesimo compleanno della ragazza e che l’ha inondata di regali costosi. Due giorni dopo la moglie risentita ha lanciato l’accusa e ha chiesto il divorzio. Il Primo Ministro ha dichiarato pubblicamente di avere conosciuto Letizia attraverso i suoi genitori, il padre ha detto che sua figlia è “casta”, dichiarando di avere conosciuto Berlusconi attraverso i politici locali. Il giornale di centro sinistra La Repubblica e il capo dell’opposizione, Dario Franceschini, hanno spazzato via le incongruenze del racconto di Berlusconi sulla sua relazione con la famiglia. Poi giovedì scorso Berlusconi ha rotto il suo lungo silenzio sul rapporto con la ragazza.

Tra le risate nervose dei suoi assistenti e dei giornalisti, Berlusconi, con un sorriso felino che gli attraversava la faccia, ha fatto lui stesso la domanda sulle minorenni, in seguito all’incontro settimanale del Consiglio dei Ministri a Roma. No, ha affermato, non c’è stato niente di piccante o di “più che piccante” durante i suoi incontri con minorenni, e l’ha giurato sulla testa dei figli. Berlusconi ha insistito che si sarebbe “dimesso immediatamente” se fosse stato colpevole di alcuna delle sopraccitate piccanterie con una minorenne. E questo, ha concluso, è tutto quello che ha da dire sulla faccenda. Il che ha solamente sollevato ancora più controversia.

Alcuni giornalisti sostengono che questa conclusione sia l’equivalente berlusconiano di quando Bill Clinton disse: “Non ho avuto nessuna relazione sessuale con quella donna”. Un incitamento alla ricerca dei fatti per gli investigatori di Berlusconistan e uno stimolo per un dibattito e delle supposizioni ancora più cruente sulla vita privata del Primo Ministro. Allo stesso tempo, lo scandalo potenziale potrebbe aiutare Berlusconi a mantenere alta la sua popolarità dandogli una posizione centrale in una arena pubblica che somiglia sempre di più al Jerry Springer Show (o ad un film di Fellini).

“Berlusconismo” è il termine usato da chi cerca di capire il fenomeno di come un uomo dotato di istinti e appetiti da imperatore possa anche essere il leader più longevo di una democrazia del mondo occidentale. Usa la diplomazia internazionale per far pratica con le sue migliori o peggiori battute dozzinali; ostenta la sua ricchezza e insulta i tanti magistrati che indagano con persistenza sui suoi affari; esalta il suo fascino da Casanova svenendo pubblicamente su una ex showgirl entrata in politica, Mara Carfagna, che ha nominato Ministro delle pari opportunità l’anno scorso. (Il suo fedele alleato, Umberto Bossi, questa settimana ha fatto riferimento al presunto uso del viagra da parte di Berlusconi).

Ogniqualvolta Berlusconi raggiunge un nuovo massimo, o un nuovo minimo, mi piace sentire l’editorialista di Repubblica, Filippo Ceccarelli. “Anche se pensi che sia un mascalzone”, dice Ceccarelli, “un mascalzone crea attrazione e popolarità. C’è una ragione per cui la gente va a vedere i film sui tipi come lui. Fino a quando l’elettorato si riduce a essere solo una platea, lui continuerà a essere il numero uno”.

(a cura di Luciannetti)

domenica 7 giugno 2009

Anatomia di Berluscolandia











El País, 7.06.09


[articolo originale di Miguel Mora (in italiano) qui]

Decine di voli di stato e privati portano ogni fine settimana in Sardegna un esercito di bellezze che intrattengono il capo del governo italiano ed i suoi amici. Dopo le accuse della first lady e del "Noemigate", l'Italia rivela al mondo il suo clima di basso impero. Costerà caro a Berlusconi?

Giardini infiniti, laghi artificiali, organi sessuali all'aria, giochi lesbici, effetti speciali, pizza e gelato gratis... Una residenza geriatrica ricolma di corpi stupendi. Le fotografie censurate in Italia per iniziativa di Silvio Berlusconi mostrano la routine disinibita della villa sarda del capo del governo, sulla Costa Smeralda della Sardegna.

Lunedí 1, giardini del palazzo presidenziale del Quirinale, festa della Repubblica: centinaia di personalità del regime salgono a salutare il premier, braccato dalle reazioni suscitate dalle notizie sulla sua amicizia con Noemi Letizia, una giovane di 18 anni. Un 70% di queste personalità si dirige a salutare Berlusconi con la figlia a braccetto, invece della moglie. Benvenuti in Berluscolandia, il paese in cui tutte le ragazzine vogliono diventare veline.

Visitiamo adesso Villa Certosa, la misteriosa residenza sarda del magnate milanese, che è anche premier e attuale presidente di turno del G-8, e leader eletto per alzata di mano del partito del Popolo per la Libertà. Da quando si è saputo che Noemi Letizia, la ragazza che chiama Berlusconi Papi, ha trascorso lo scorso capodanno nella villa con altre 30 veline, tutti gli italiani fantasticano su questo nome: Villa Certosa.

La tenuta è il sogno di ogni camorrista, specialmente se si trova in prigione: ulivi e palme, piscine ovunque, gelati e pizza gratis, laghi artificiali, un anfiteatro in cui suona e canta le sue canzoni napoletane l'indimenticabile Mariano Apicella, che ha pubblicato due cd con parole di Berlusconi.

Il mare turchino, la grande casa principale, le stanze segrete, il canale sotterraneo che fa comunicare direttamente la villa con il mare - ispirato a un film di James Bond ?-, il parco di sessanta ettari, i bungalow che il padrone di casa mette a disposizione delle sue ospiti (sempre più numerose le ragazze che gli uomini, in un rapporto di 4 a 1), tutto ciò riformato e rinnovato nel 2006 al modico prezzo di 12 milioni di euro.

Una fonte di piena affidabilità, inoltre, assicura che la villa nasconda un rifugio atomico nel sottosuolo e che le provviste vengano rinnovate spesso. E poi ci sono le veline, quelle bellezze che, può darsi, riusciranno forse a far conoscere questo strano periodo della storia con il nome di berlusconismo-velinismo.

La bellezza della parola velina è tanto suggestiva quanto la sua origine: la velina era la nota che veniva inviata ai giornali dall'ufficio censura del fascismo, e nella quale si indicava cosa si potesse scrivere e cosa no. Questo carattere di cosa fuori contesto è stato applicato, con il passare del tempo, alle assistenti della televisione che comparivano in zone estranee al loro compito di elemento decorativo, ad esempio vicino al tavolo in cui il giornalista legge le notizie. "Arriva la velina ". Fino ad oggi.

Anche se è sempre stato il segreto di Pulcinella, l'Italia ha convissuto senza alcun ritegno morale con il fatto che Silvio Berlusconi abbia conosciuto, corteggiato, invitato, raccomandato, assunto, aiutato e promosso centinaia di veline lungo la sua carriera politica. L'elenco è troppo lungo ed anonimo per poter riprodurlo qui.

Durante dieci anni di visite, feste e gite, quasi tutte, e molte altre, saranno logicamente passate da Villa Certosa. I migliori corpi dell'Italia. I visi più innocenti e più belli. Aspiranti modelle, attrici, vedettes, majorettes, presentatrici. Ragazze giovanissime, dai 17 e 18 anni fino ai 28 o 29, non oltre: farfalle appena uscite dalla crisalide familiare che sono entrate a far parte dell'harem dello sceicco. "Quando le accoglie al suo seno", rivela Concita de Gregorio, direttrice de L'Unità, "offre loro un gioiello a forma di farfalla, a modo di contratto o sigillo. È il segno del sultano"

La politica-spettacolo di Berlusconi, il suo atteggiamento personalista e plebiscitario, il fascino del magnate generoso e donnaiolo, hanno sedotto durante quindici anni le masse di telespettatori e votanti italiani con le sue battute, il suo stile maschilista, le sue gaffe, la sua ascesa sociale, i suoi trionfi elettorali, persino le vittorie e gli ingaggi delle sue squadre di calcio (questa settimana ha paralizzato fino a lunedí la comunicazione della vendita di Kakà per non farsi scappare un solo voto).

Tutto ciò forma parte naturale del suo bagaglio a-politico ed a-culturale, del suo populismo aperto e mondano che, paradossalmente, si appoggia a sua volta a un non-programma non-politico, tradizionalista e cattolico, lontanamente ispirato alla trinità "Dio, patria e famiglia". Ci sarebbe da aggiungere: "e veline".

Villa Certosa è il simbolo dello status del Cavaliere più discreto, il suo rifugio non solo nucleare. È il suo tesoro, il suo segreto meglio mantenuto, il luogo in cui quest'uomo di quasi 73 anni, multimiliardario e prepotente, simpatico e mediatico, riceve le sue amiche e i suoi amici, svolge consigli di ministri informali, chiude o prepara affari o imprese politiche, riceve i leader della destra mondiale, cura le sue crisalidi, fa sedere le sue veline sulle ginocchia mentre la mano indaga sotto la maglietta e le scorrazza nel carrello da golf lungo il parco, zona militarizzata e segreto di Stato (ma non troppo) dal 2006.

A giudicare dalle foto di Antonello Zappadu, Villa Certosa è anche il luogo in cui il magnate megalomane, il personaggio eccessivo, comico e mitomane, dimentica di essere un vecchio (e che dieci anni fa ha abbandonato la camera matrimoniale) e diventa di nuovo il macho, lo sceicco dell'harem, il Super-Silvio sempre abbronzato ed operato (anche alla prostata), mentre l'Italia sussurra preoccupata che prende troppo viagra e che i dottori temono per il suo cuore.

Villa Certosa è anche il posto in cui la sua amica Noemi Letizia, 18 anni appena compiuti, è stata invitata a trascorrere le vacanze di Capodanno con altre trenta colleghe e una decina dei grandi uomini del berlusconismo, quasi tutti settantenni come lui: gerontocrazia e ragazze stupende.

Come afferma il filosofo Paolo Flores d'Arcais, "bisogna chiedersi non che cosa succede o sia successo a Villa Certosa, ma che cosa sarebbe successo negli Stati Uniti se venisse a sapersi che Obama ha trascorso le vacanze natalizie con 30 vedettes di 18 anni e senza sua moglie; o in Germania se venisse scoperto che Angela Merkel trascorre le vacanze con 30 gigoló ben piantati".

Nel caso di queste giovani donne italiane si tratta di realizzare un sogno, di raggiungere la meta: conoscere Silvio e i suoi poderosi amici, lavorare alla televisione e forse arrivare anche in politica, il che nel paese della RAI e di Mediaset controllate dallo stesso uomo sono una sola cosa.

Molte di queste ragazze si sono limitate, tragicamente, a impersonare il modello dei loro genitori, il conformismo di questa disillusa generazione post-68 che è rimasta rimbambita davanti alla televisione negli anni ottanta e novanta, guardando come si dissolveva la Democrazia Cristiana, come si esiliava Bettino Craxi, come la, in altro tempo brillante sinistra italiana diventava, dopo la caduta del Muro di Berlino, una casta oligarchica, noiosa e lontana dai bisogni della gente.

Ad alcuni sembrerà ripugnante, ad altri pragmatica ed umana, questa idea del mondo e dell'ascesa sociale. Ma, esiste un modo migliore per trionfare nell'Italia della televisione che l'essere vicino, molto vicino, al grande padrone della televisione europea, forse mondiale?

Berlusconi, lo ha scritto Eugenio Scalfari, è il Re Sole. Come dice un politico sardo, "se ti avvicini al sole, il sole ti illumina e ti riscalda". E secondo quanto sostiene un altro maestro di giornalisti, perseguitato dalla destra, Giancarlo Santalmassi, "mezza Italia lavora per Berlusconi, l'altra metà lo desidera"

Visitare Villa Certosa assicura alle ragazze un posto vicino al sole, un telefono al quale chiamare, forse una raccomandazione dell'imperatore, un pollice in su, un casting al quale presentarsi di ritorno da Roma o da Milano, domenica notte o lunedì mattina, dopo le lunghe e divertenti notti, le chiacchiere politiche di Silvio, le passeggiate per fare acquisti al centro commerciale di Porto Rotondo (paga Papi, fino a 1.500 euro per ragazza), i balli sfrenati, qualche striptease più alcolico che pagato, il maschilismo nel suo aspetto peggiore.

Non è facile trovarsi fra le elette, arrivare alla categoria di vestale di Villa Certosa, insiste il politico sardo, che preferisce non identificarsi per motivi di sicurezza: "Chi va nella villa conta; chi dorme lì, conta molto, e chi ci passa le vacanze, è nel cuore del Cesare".

Il Cesare, che ha iniziato la sua carriera nell'edilizia, ha altre sette ville in Sardegna, un'altra ad Antigua, innumerevoli ville a Roma e a Milano; ma Villa Certosa è la misura di tutte le cose. Anche i ministri e le ministre del Gabinetto si dividono fra i molto assidui (come il silenzioso Gianni Letta) e gli occasionali, che sono andati solamente una volta o lo hanno fatto per partecipare a qualche consiglio di ministri (o di amministrazione) fuori stagione.

Fra le ministre, quella che ci è stata più volte è Mara Carfagna, ministro delle Pari Opportunità, cui certamente fa onore la fedeltà, poiché è stata l'unica ad osare difendere i suoi atti riguardo all'assurdità del Noemigate. Secondo lei, coloro che combattono e criticano Berlusconi lo fanno per invidia e senza ragione, dato che è una persona "buona".

Per le ragazze, la miglior forma di entrarci è captare l'occhio esperto del vecchio scapestrato. Come è accaduto a Noemi o alla stessa Carfagna e a decine di ragazze. Noemi, una dolce giovinetta cresciuta in ambienti prossimi alla Camorra napoletana, voleva diventare artista. E così dunque, si è fatta fare un libro di fotografie e lo ha inviato ad un'agenzia di Roma. Il giornalista di Canale 4 Emilio Fede, amico intimo di Berlusconi, lo ha preso, lo ha portato via con sé, e se lo è scordato, guarda caso, sul tavolo; il suo capo ha preso il telefono ed ha fatto il numero del cellulare della giovane. Le ha detto che aveva uno sguardo angelico e che doveva mantenersi così, pura.

Questo è successo a ottobre, ha rivelato Gino, l'operaio fidanzato a Noemi fino a quando è arrivato Papi, in una intervista concessa a La Repubblica. Poco dopo Noemi è stata vista a una festa della moda a Villa Madama, a un'altra del Milan. In entrambe le occasioni è stata fatta sedere al tavolo presidenziale. Secondo quanto raccontato sia da Berlusconi che dai suoi genitori, l'amicizia era di vecchia data; Gino ed una zia di Noemi lo hanno smentito.

Fatto sta che, a dicembre, Noemi si trovava già a Villa Certosa con la sua amica Roberta, una delle tre amiche insieme alle quali ha girato un video domestico, disponibile ormai su Youtube, nel quale si dichiarano fantastiche e irraggiungibili. Anche se, a pensarci bene, forse era prima, perchè la stessa Noemi ha dichiarato, quando ha iniziato ad essere famosa, che aveva visto spesso Papi, che lui non sempre poteva andare a Napoli, occupato com'era, e che i due cantavano assieme le canzoni di Apicella. Adesso la ragazza, in un ulteriore disperato tentativo di mettersi al riparo, ha dichiarato in un'intervista per la rivista Chi, proprietà di Berlusconi naturalmente, che è ancora vergine.

Un'altra forma di arrivare a Villa Certosa, di raggiungere il rango di farfalla e passare a far parte della collezione del grande entomologo, è conoscere gli amici del Sultano. Meglio ancora se sono imprenditori VIP della cerchia strettamente giudiziaria (il giudiziario unisce molto), Marcello dell'Utri, condannato a 9 anni in primo grado per complicitá con la mafia; il padrone della scuderia Renault e compagno di fatiche off shore Flavio Briatore (che ha raccomandato a Berlusconi l'avvocato britannico David Mills, creatore corrotto dell'impero Fininvest B), o il compiacente Fedele Confalonieri, presidente di Mediaset.

È anche utile conoscere quei brillanti giornalisti della terza età, stelle fulgenti del firmamento televisivo filogovernativo, persone come Fede (autore del telegiornale più surrealista del continente), o come il sempre genuflesso Bruno Vespa, capace di intervistare il padrone dodici volte all'anno ed eludere sempre la domanda scomoda.

Tutti costoro formano l'essenza del berlusconismo-velinismo, e in quanto tali frequentano da anni il padrone. Cercano sicurezza, amiconi, calma, relax e bei corpi per mitigare lo stress e l'estenuante esercizio della politica, la corruzione o il sempre faticoso (per le vertebre) giornalismo da camera.

Ci sono, è chiaro, vie intermedie, fornitori diversi, amanti dello sport del gineceo, mamme mezzane pronte a rinnovare gratis il corpo di magia del prestigiatore, ministri, viceministri e segretari di Stato pronti ad aggiungere novità alle serate, l'enorme cerchia fatta di figlie di amici, conoscenti, vassalli, impiegati, quella mancia di curve promettenti data al portinaio, la guardia del corpo, la cuoca, la cugina del carabiniere, l'aspirante modella che invia le sue fotografie via e-mail a Palazzo Chigi, insieme al numero del suo cellulare scritto con una grafia che imita il rossetto.

Tutta l'Italia sta al gioco, tutto il paese lo sa; il problema è che tutti lo raccontano, ma nessuno lo dice con il suo nome. Satrapi, imperatori, monarchi e commendatori hanno storicamente riempito di ragazzine i suoi salotti, ma adesso la gente ha paura, l'omertà è condizione indispensabile perché l'ipocrisia non finisca, perché l'informazione sia tenuta sotto il controllo diretto o indiretto dell'imperatore (pubblicità istituzionale, sovvenzioni pubbliche, promesse, crediti...), se qualcuno cerca di uscirne può rimetterci l'impiego, la Chiesa di Roma non deve saperlo (e per questo si accontenta solo di reclamare sobrietà), e inoltre c'è la crisi e viviamo in un paese sotterraneo per definizione, questo meraviglioso belpaese che si è sempre dichiarato fiero della sua arte domestica di arrangiarsi improvvisando, "O Francia, o Spagna basta ch'as magna".

L'entrata delle veline televisive in politica, che si trova all'origine di questa crisi morale, era la conseguenza inevitabile della storia, del sistema. Forza Italia non è mai stato un partito, ma un gruppo di tifosi, di impiegati comandati da Dell'Utri che nel 1994 ha reclutato in fretta e furia tutte le segretarie di Publitalia per compilare in tempo le liste. Nemmeno il suo successore, il Popolo della Libertà, è un partito, ma un'alluvione di consiglieri mediocri, gestori sommessi e bei visi senza tradizione, ideologia, basi. La televisione e la pubblicità come unica politica; e la politica si fa in televisione. L'Italia continua ad essere il paradiso della raccomandazione, chi non ha un amico è orfano, e il grande capo si chiama Silvio. Silvio aggiustatutto.

Ascoltate l'ex professoressa di Noemi Letizia: "È molto logico, lui la aiuterà, a tutti conviene avere amici, un medico che ti scrive le ricette".

Il benefattore è Berlusconi; le scuole e le case sono pieni zeppi di belle Uranite, e il luogo in cui si mettono sotto tiro è Villa Certosa.

Elisa Alloro, una delle veline che sono state nella casa madre, ha pubblicato questa settimana un interessante libro intitolato Noi, le ragazze di Silvio. In esso rivela che anche lei e non solo lei, chiama Berlusconi Papi da molto prima che facesse la sua apparizione nella vita del Cavaliere la cenerentola Noemi.

"È una miniera di saggezza" scrive sul leader massimo la velina giornalista, 32 anni. Nata a Reggio Calabria, Alloro ha partecipato al corso di formazione politica di 25 giovani veline organizzato in vista delle elezioni europee dal PDL, con professori illustri, fra gli altri il ministro degli Esteri, Franco Frattini, e il vicepresidente dell'Europarlamento, Mario Mauro, a richiesta del primo ministro.

Presentatrice, Alloro è stata prescelta dal Cavaliere insieme a, fra le altre, Eleonora Gaggioli, aspirante attrice; Camilla Ferranti, aspirante presentatrice, Angela Sozio, rossa di Grande Fratello fotografata da Zappadu nel 2007 sulle ginocchia del premier (insieme ad altre quattro), e Barbara Matera, partecipante del concorso Miss Italia della Puglia, amica del dottor Letta e finalmente (dopo il "j'accuse" di Veronica Lario) l'unica candidata velina fra le 25 precandidate.

La prima a chiamare Berlusconi Papi, rivela Alloro, è stata Renata, una velina brasiliana e milanista. Il soprannome si è diffuso come un virus. "E adesso, molte ragazze si rivolgono a lui con questo nome; "è un'abitudine, forse il frutto di un accordo tacito, una specie di nome in codice nato, forse, dall'atavico timore ad essere intercettati (dagli ascolti telefonici)", dice a Il Corriere della Sera.

Il libro, di 100 pagine, è scritto sotto forma di lettera a Veronica Lario, rifiuta le accuse di "ciarpame" e difende il capo: "Ogni minuto passato con lui è come un dono divino". Il suo racconto narra che ha conosciuto Berlusconi nel 2004, mentre lavorava a Mediaset. Doveva intervistarlo sul ponte dello Stretto di Messina, ma in un batter d'occhio si è vista catapultata in Sardegna, "ad un pranzo di lavoro con professionisti dello staff presidenziale, io l'unica donna", scrive Il Corriere.

Sono partiti insieme dall'aeroporto romano di Ciampino, sede dei voli di Stato, a bordo dell'aereo presidenziale; durante il viaggio ha scoperto che Berlusconi sapeva tutto su di lei ("mi ha fatto vedere un voluminoso dossier"), e le ha fatto un'offerta di lavoro che lei ha rifiutato. "Mi ha spiegato che stava organizzando una task force di 50 giovani giornaliste per stabilire un ufficio stampa ponte tra Roma e Bruxelles. Al tuo curriculum converrebbe enormemente, mi disse..."

Finito il pranzo, di nuovo in volo sull'aereo di stato verso San Siro, dove giocava il Milan. Scorta di auto ufficiali, sirene spiegate e poi di nuovo in viaggio aereo verso Ciampino. Dopo aver lasciato Mediaset, Elisa ha continuato a vedere Berlusconi: "Alcune volte mi ha invitato ad andare a Villa Certosa, assistere a cene con decine di invitati". Di Noemi ha un vago ricordo: "Ci hanno presentato fugacemente nel trascorso di una festa", racconta.

Ma impossibile dimenticare, scrive, le due gemelline montenegrine che hanno inscenato "un ballo pazzo e assurdo davanti agli occhi di un costernato primo ministro". E le altre apparizioni non annunciate, femminili e no, alla porta della sue stanze".

Questa è l'Italia, lo ha già detto la first lady Veronica Lario, molto meno indispettita che stanca, Lisistrata, patriota e rivoluzionaria, nel condannare il marciume del berlusconismo-velinismo: "Genitori pronti a offrire al Drago le loro vestali", "ciarpame politico e maschilista senza pudore", un marito e premier che "frequenta minorenni e non sta bene". Impossibile dire di più con meno parole.

Lo staff del Cavaliere è attento alle sue necessità. I giornalisti che seguono le mosse del premier raccontano che c'è una bella ragazza nella sua squadra stampa che viaggia con lui ovunque, anche se non sa fare un bel niente. La sua consulente d'immagine copre le debolezze alla meglio e cerca di fare in modo che il Cesare sembri onesto.

C'è un altro personaggio misterioso, una donna quarentenne, bruna, bella, vestita sempre con tailleur, che Zappadu ha fotografato molto spesso nell'aeroporto di Olbia. Si tratta di Sabina Began (SB), la preferita: i pettegoli romani la chiamano l'ape regina.

Il giorno della Liberazione d'Italia, il 25 aprile 2008, durante i festeggiamenti per la vittoria elettorale di Berlusconi, il presidente del Senato, Renato Schifani, Apicella ed altri gerarchi erano circondati da un gruppetto di ragazze sinuose: Don Silvio non aveva occhi che per SB, che si è fatta tatuare su una gamba "SB, l'incontro che mi ha cambiato la vita". Mentre la teneva sulle ginocchia e le canticchiava Malafemmena, Berlusconi ha detto: "Se ci fosse qui un fotografo questa foto varrebbe 100.000 euro".

Come affermato dalla Lario, la storia politica in gioco va molto più in là del caso Noemi; la povera Noemi è solo l'ultima vittima di questo Grande Fratello. Sarà la casa, Villa Certosa, come nelle Mille e una notti, un bunker di lusso un po'volgare con giochi erotici o è Berluscolandia qualcosa di peggio e di più lussurioso?

Probabilmente, nessuna e le tre cose insieme, rispondono diverse fonti sarde e le fotografie di Zappadu, che ci introducono in questo sottomondo. Berluscolandia è bella, non si può non ammetterlo, anche se la natura sarda è molto piú agreste e meno fittizia che nelle cartoline dall'erba ben tagliata, quell'orto di erbe medicinali rotondo, quelle torri di imitazione. La prima cosa che sorprende è la smisuratezza.

Sessanta ettari di terreno sono molti. Soprattutto sulla costa Smeralda. Ci sono due spiagge private, tre laghi artificiali, mezza dozzina di piscine, l'anfiteatro in cui si rappresentano gli spettacoli di Apicella (il cantautore che scrive per Berlusconi), delle ballerine, e delle bailaoras (il pubblico del flamenco si chiede ancora chi sia e cosa faceva lì quell'intrusa).

Da una parte della tenuta c'è il Country, uno dei posti prediletti del premier, una discoteca con candele, tappeti orientali ed un privé chiamato, ironia della questione, Harem. Non soffrano le anime candide. Nessuno delle migliaia di visitatori di Villa Certosa ha mai parlato di sesso. Lì non c'è sesso. Al massimo, gelato.

Beppe Severgnini, cronista de Il Corriere, lo ha spiegato in questo modo: "Villa Certosa sta adottando, nelle fantasie nazionali, una grandezza leggendaria. Gli amici del protagonista, cercando di minimizzare, contribuiscono ad arricchire la messinscena. Marcello Dell'Utri: "C'è una gelateria. Ti servono tutto il gelato che vuoi. Gratis. Se ci si pensa, è una trovata molto divertente". Flavio Briatore: "C'è il gioco del vulcano. Si parla del più e del meno e quando il gruppo si avvicina al lago, Berlusconi fa finta di preoccuparsi, dice che la Sardegna si trova in una zona vulcanica. E in quel momento si sente un'esplosione incredibile, ci sono effetti speciali tipo fiamme...". Sandro Bondi, ministro della Cultura, cercando di spiegare la nudità di Topolanek, l'ex premier ceco: "Bah... D'altronde, pensate che la villa si trova a pochi metri dal mare. Un mare, come lei sicuramente sa, di una bellezza assoluta".

Dell'Utri non ha potuto negare che oltre a gelato e pizza, nella villa ci sono sempre tante giovinette bellissime che passeggiano, fanno il bagno, la doccia, si esibiscono. Il più difficile per Berlusconi non sarà giustificare queste fotografie, che ha già definito "inutili". Il vero problema sarebbe l'esistenza di altre più compromettenti. "Berlusconi sa che c'è una talpa a Villa Certosa. Qualcuno ha tradito dall'interno, ma non sa chi è", spiega Marco Mostallino, un giornalista locale. "Berlusconi crede che si trovi probabilmente tra le guardie di sicurezza. Non a caso ha accusato sua moglie dal giornale di suo fratello di farsela con una sua guardia del corpo".

Villa Certosa è vigilata 24 ore su 24 da militari e carabinieri, come fosse una fortezza. Inoltre, ci sono guardie private ed altre che arrivano da tutte le parti. La storia della sicurezza sulla Costa Smeralda è collegata al Aga Khan, il primo promotore turistico della Sardegna, ed è iniziata con i vigilantes. "l'Aga Khan ha assunto tutti gli uomini disponibili, e molti di loro avevano precedenti criminali", assicura Mostallino.

Alcuni anni dopo, Berlusconi è arrivato sull'isola. "È arrivato con suo fratello Paolo intorno al 1981 o 1982", ricorda il politico sardo. "La sua idea era di costruire due millioni di metri cubi sul mare, in un terreno di 200 ettari a sud di Olbia, tra Le Saline e Capo Cerasso. Per fare impressione, arrivava con due libri enormi che diceva contenevano la valutazione dell'impatto economico. Viaggiava con un seguito di architetti, ingegneri, consulenti fiscali, economisti. Fino all'approvazione del progetto sono passati dieci anni, ed è stato concesso solo un quarto dell'estensione originale, e questo in montagna, lontano dal mare. Ma quando è stato approvato non aveva soldi. Era il 1993 e subito dopo è entrato in politica".

Silvio e Paolo hanno costruito la villa nei primi anni novanta. Con il tempo l'hanno trasformata pian piano in una casa degna di un film di James Bond. L'ironico Severgnini ha scritto sul Corriere della Sera che un giorno qualcuno scriverà la storia di Villa Certosa: "La cinica flessibilità italiana permetterebbe di raccontare molto, se non tutto. L'ultimo scoglio è la coerenza ufficiale. I politici, anche quelli che hanno meno pregiudizi, non sono ancora pronti ad ammettere quello che fanno, perché hanno paura che qualcuno lo metta a confronto con ciò che dicono".


(grazie a Eleonora per le correzioni)

sabato 6 giugno 2009

Berlusconi allo scoperto










Editoriale da El País, 5.06.09


[articolo originale qui]

Non si sbagli Berlusconi: è la stampa democratica a rispettare la sua intimità e lui chi non cessa di metterla in dubbio. Perchè la pubblicazione delle fotografie delle sue feste private non è dovuta al desiderio di giudicare la sua morale in quanto cittadino, ma al proposito di dimostrare che lui, come primo ministro, sta cercando di trasformare lo spazio della politica democratica in un prolungamento dei suoi rapporti di amicizia e dei suoi svaghi.

Questo è esattamente ciò che, secondo le sue dichirazioni, ha fatto quando ha elaborato le liste elettorali del suo partito e, anche, al momento di assegnare le responsabilità di governo. Ed altrettanto si può dire dell'uso dei mezzi che lo Stato mette a disposizione del premier per assolvere le sue responsabilità istituzionali. Trasportare invitati a feste private non è compito dei voli di stato, siano essi ballerine o presentatrici tv. E il fatto che il primo ministro abbia fatto approvare nel 2008 una legge che ampliava i voli di stato a qualsiasi accompagnatore non gli offre copertura giuridica ma, al contrario, dimostra un flagrante abuso di potere.

La stampa italiana ha denunciato lo scandalo e la risposta del Premier è consistita unicamente nel negare o trivializzare i fatti, presentadosi come un paternale prottettore di ragazze nelle quali afferma di scorgere speciali doti artistiche o politiche. Facendo ricorso alla confusione tra gli interessi pubblici e privati, Berlusconi ha cercato, inoltre, di screditare cittadini che, come sua moglie, erano in grado di confermare le denunce. Questo genere di pressioni dimostrano che con Berlusconi la libertà di espressione è in pericolo. D'altronde, la procura italiana ha sequestrato l'intero archivio del fotografo che ha scattato le immagini.

Con questo scandalo Berlusconi si mette allo scoperto, non come cittadino, ma come politico. Se fino adesso le sue gaffe erano state prese per scherzo, oggi esistono nuove e poderose ragioni per avvertire che ciò che il premier ha messo in gioco è il futuro dell'Italia come Stato di diritto. Ed una Italia che slitti verso il pendio in cui la trascina Berlusconi è motivo di preoccupazione non solo per gli itailiani, ma per tutti gli europei.


venerdì 5 giugno 2009

Le foto proibite da Berlusconi











El País, 5.06.09


El País pubblica in esclusiva la sequenza di foto censurata in Italia dopo una denuncia del premier


[articolo originale qui] [sequenza di foto disponibile qui]

Veronica Lario, first lady italiana, ha affermato un mese fa che sotto l'influsso di suo marito, Silvio Berlusconi, la politica italiana é diventata una "spazzatura senza pudore", dove solo contano il fisico e la televisione, e nella quale "molti padri sono disposti a chiudere gli occhi per offrire le loro vergini al drago".

Le sue parole hanno scatenato un terremoto politico che non ha cessato di crescere. In questo contesto, il fotografo sardo Antonello Zappadu, 51 anni, che tra il 2007 e il gennaio 2009 ha fotografato Villa Certosa, la splendida mansione sarda di Berlusconi, é diventato il principale testimone dell'accusa.

Zappadu non é un paparazzo, é un reporter e come tale ha scelto di proteggere l'identitá delle persone che appaiono nelle immagini. Per questo, tutti i volti che si vedono in queste pagine sono irriconoscibili dopo essere stati pixelati da lui. Tutti, tranne quello dello stesso Berlusconi. Il suo reportage riflette quale sia l'ambiente di Villa Certosa, con chi ha a che fare e come vive i suoi momenti di relax il primo ministro italiano. La mansione occupa un'estensione di 60 ettari e si trova vicino Porto Rotondo, la zona piú turistica della Costa Smeralda.

La settimana scorsa Zappadu ha provato a vendere il suo reportage grafico a Panorama, una delle riviste vincolate all'impero mediatico di Berlusconi, per 1,5 milioni di euro. La rivista rifiutó di pagare questa cifra per le foto e Berlusconi e i suoi avvocati denunciarono Zappadu davanti alla giustizia e al Garante della Privacy per "violazione della privacy e tentativo di truffa".

Dopo la denuncia, il pm ha sequestrato tutto l'archivio di Zappadu, incluse immagini scattate in luoghi di accesso pubblico come l'aeroporto di Olbia.

Queste foto hanno inoltre dato il via all'indagine sul presunto uso indebito da parte di Berlusconi dei voli di Stato.

Il fotografo sostiene che "praticamente ogni weekened" voli di stato sotto la guida del 31° Stormo dell'Aeronautica Italiana accompagnavano nell'aeroporto della Costa Smeralda amici, artisti, ballerine e veline del premier.

Nell'agosto 2008 Berlusconi ha approvato una nuova legge per consentire l'estensione dell'utilizzo dei voli di Stato a diverse categorie di accompagnanti, in funzione delle necessitá del primo ministro.

Le fotografie di Zappadu dimostrano che, quattro mesi prima che entrasse in vigore la norma, Berlusconi aveva già viaggiato a Olbia con il suo amico cantante napoletano Mario Apicella e una supposta ballerina di flamenco.

L'opposizione sostiene che Berlusconi ha triplicato le spese e i movimenti dei passeggeri che usavano questi voli rispetto al periodo di Romano Prodi (2007-2008).

Inoltre, secondo il documento ufficiale dell'Aviazione Civile al quale questo periodico ha avuto accesso, un ordine proveniente dalla presidenza del Governo stabilí il 4 giugno 2008 che cinque aerei ed elicotteri privati di Berlusconi, a nome della compagnia Alba e del consorzio di elicotteri Fininvest, passassero ad essere qualificati da quel momento in poi come voli ufficiali dello Stato italiano.

Le foto di Villa Certosa rivelano che nella mansione si vive un ambiente disinibito, vigilato da forti misure di sicurezza. Lo stesso Silvio Berlusconi ha dichiarato che un uomo che compare nelle foto di Zappadu é l'ex primo ministro ceco Mirek Topolanek. Questo giornale non ha potuto verificare l'identitá dell'uomo che appare nudo in una delle immagini.

(segnalato da Nestor Y. M.)

giovedì 4 giugno 2009