martedì 23 dicembre 2008

Non é il momento che Berlusconi presieda il G8 nel prossimo anno di crisi economica










The Guardian, 23.12.08


Il playboy settantaduenne del mondo occidentale ha salvato David Beckham ed é ora intenzionato a salvare il suo paese e, come Gordon, il pianeta.

[articolo originale di David Gow qui]

Gordon Brown ha salvato il mondo, Angela Merkel il suo budget federale, Jose Manuel Barroso il suo incarico per un secondo termine - e Nicolas Sarkozy ha salvato l'Europa. Ora, mentre un orribile anno di previsioni economiche ancora piú nere si avvicina per l'UE, viene avanti Silvio Berlusconi.

Ha salvato David Beckham dall'oscuritá di Los Angeles aiutandolo ad essere preso in prestito per 10 settimane dalla sua squadra di calcio, l'AC Milan - garantendogli accordi con sponsor piú remunerativi e apparizioni su molti canali TV del suo impero Mediaset. Missione compiuta, ora é il momento di salvare l'Italia e, come Gordon, il pianeta.

L'1 gennaio, il giorno in cui Sarko smetterá ufficialmente di essere presidente dell'UE, il presidente del consiglio italiano gli subentrerá e, con complessi di superioritá da togliere il respiro, é giá indaffarato a preparare un summit tra Barack Obama e il russo Dmitri Medvedev.

Per marzo, quando l'economia europea dovrebbe essere in pieno declino, sta pianificando un summit G14 - idea originariamente di Sarko per coinvolgere le economie emergenti - sulla "dimensione umana" della crisi finanziaria.

Presumibilmente, questo é il linguaggio diplomatico per crescita dei debiti personali, povertá, disoccupazione, disperazione e tutte le cose che comporterá, potenzialmente, la depressione di metá inverno portata dalla peggiore recessione dai tempi della seconda guerra mondiale. Specialmente nel suo paese, che é stato in recessione per due quadrimestri, si trova ad affrontare un'impennata della disoccupazione, vede la casa automobilistica Fiat cercare un partner che la compri risolvendo i suoi problemi e che, senza l'Euro e la Banca Centrale Europea che disprezza, sarebbe giá in bancarotta.

Berlusconi, uomo da 10 miliardi di dollari ed architetto seriale di riforme giudiziarie per garantirsi l'immunitá dalla giustizia, é il leader politico che ha chiamato Obama "abbronzato" e un membro tedesco del parlamento europeo "Kapó".

Il suo contributo al programma di recupero economico dell'UE - un incentivo da 200 miliardi di euro del valore del 1.5% del PIL - sembra essere un taglio alle tasse dei suoi sostenitori politici in piccoli affari e ha ridotto le punizioni per gli evasori fiscali - che valgono l' 1% del PIL, secondo politici dell'opposizione in Italia. Il pacchetto é talmente ridicolo che molti analisti ritengono che potrebbe comportare un ulteriore riduzione delle entrate fiscali.

Ora il playboy settantaduenne del mondo occidentale vuole diventare presidente della repubblica, succedendo all'ex comunista Giorgio Napolitano, uomo di grande integritá, dopo il 2013. Presumibilmente, in stile Mugabe, vita natural durante e, in stile Chirac, con immunitá perpetua dai processi.

Questa, in tutta serietá, é la persona che per rotazione presedierá il G8 l'anno prossimo, quando probabilmente ci sará un bagno di sangue nell'economia di tutto il mondo.

E' venuto il momento di finire questo stupido processo e, come previsto per l'UE dal trattato di Lisbona, scegliere un presidente di vera statura e visione per prendere le redini in questo lungo viaggio. Soprattutto siamo tutti d'accordo che, come il consiglio di sicurezza dell'ONU e il Fondo Monetario Internazionale, ci vorrebbe una riforma permanente per includere la Cina, l'India e altri paesi tra le economie emergenti.

E' giá abbastanza che l'eurotossico Vaclav Klaus, presidente della repubblica Ceca, diventi il capo titolare dell'UE dopo il primo gennaio (OK, il suo primo ministro presiederá i meeting). Questo articolo preferirebbe vedere Sarko coronare la sua ambizione a diventare presidente a lungo termine dell'eurogruppo e leader de facto dell'UE dopo il suo successo iperattivo alla guida dell'UE nei sei mesi scorsi.

Forse potrebbe anche incaricarsi del G8/G14 per il resto del suo mandato all'Eliseo, che sará sicuramente esteso dopo il 2012 per altri 5 anni.

O datelo a Tony Blair. Tutti tranne l'inadatto Berlusconi, presidente indiscusso di questa Tangentopoli 2, o "cittá della corruzione", che il suo paese é diventato ancora una volta.


martedì 16 dicembre 2008

L'Italia ha un orco in cantina







The Economist, 11.12.08
Si teme il peggio per i mercati sotto stress

[articolo originale qui]

Il debito pubblico dell'Italia, il terzo piú alto del mondo, equivalente a piú del 104% del PIL, non ricorda tanto un elefante in soggiorno, ma piuttosto un orco in cantina. C'é stato a lungo il timore che l'orco scappi seminando il panico, non solo in Italia ma anche in tutta la zona dell'euro. Il 3 dicembre c'é stato quello che alcuni hanno considerato come un minaccioso scossone dalla porta della cantina.

Era una risposta del ministro del welfare di Berlusconi, Maurizio Sacconi, a suggerimenti sul fatto che fosse in disaccordo con il ministro dell'economia, Giulio Tremonti, sulle risorse da spendere per gli incentivi per la crisi. Negando che ci fosse alcun conflitto, Sacconi ha dichiarato: "Anche io sono vincolato dal debito pubblico. Ed anche io sono preoccupato dal rischio di default". Apparentemente non al corrente dei possibili effetti delle sue parole, ha aggiunto: "C'é qualcosa di peggio della recessione, ed é la bancarotta di Stato: un'improbabile, ma comunque possibile, ipotesi". Se il Tesoro italiano non riuscisse a trovare compratori per i bond italiani, ha detto Sacconi, all'Italia potrebbe toccare la stessa sorte dell'Argentina, che ha patito un default nel 2001.

Il mercato dei bond nazionali é certamente diventato piú complicato per i venditori del debito. Numerosi paesi, molti con tassi di credito molto migliori dell'Italia, hanno bisogno di raccogliere fondi. Ma se i tassi d'interesse sui bond italiani salissero, il governo potrebbe finire per pagare piú interessi, e questo aumenterebbe il rischio che il deficit del budget sfugga di mano. Se ció accadesse, la fiducia degli investitori ne uscirebbe ulteriormente erosa, spingendoli a domandare tassi di interesse ancora piú alti.

Tra il polverone destato dai commenti di Sacconi, Tremonti ha negato che ci sia alcun pericolo di default. Ma nello stesso giorno Tremonti stesso ha confermato che i rischi sono saliti. Ha detto ad una commissione parlamentare che "l'unico vincolo" sulle spese del governo non era piú rappresentato dal trattato di Maastricht dell'Unione Europea che mette un limite ai deficit, ma dai limiti imposti dal mercato. Infatti, si sono espressi timori sul fatto che l'inizio di quello che gli esperti di finanza chiamano "dinamiche di debito avverse" si possa giá rintracciare nel netto aumento della differenza tra gli interessi tra i bond decennali della Germania ed il loro equivalente italiano. Il 5 dicembre questo ha raggiunto 144 punti, mentre alla fine di maggio la differenza era di 38 punti (vedi grafico).

Il prezzo della dissolutezza. Debito pubblico in percentuale sul PIL e differnza tra gli interessi sui bond decennali tra Italia e Germania.

Nonostante Brian Coulton della Fitch, un'agenzia di statistica, indichi che questo rispecchia il crollo degli interessi sui titoi tedeschi (mentre chi investe cerca paradisi ultra-sicuri) piuttosto che l'aumento di quelli italiani. "Gli interessi correnti sui bond decennali italiani é lo stesso di quello della fine del 2007", fa notare. Dal lancio dell'euro, inoltre, gli amministratori del debito italiano sono riusciti ad estendere il termine medio del prestito fino a quasi sette anni, bloccando i tassi d'interesse del momento ed assicurando che una parte del debito non sia soggetta a bruschi rialzi dei tassi di crescita. Questo lascia aperte due questioni. Una è se si possono lasciare i tagli inalterati o meno. L'altra è cosa succederà sul lato attivo del bilancio. In recessione è probabile che le entrate fiscali diminuiscano. Ma di quanto?

In parte grazie ad una riduzione fatta dal precedente governo di centro-sinistra, i conti pubblici dell'Italia non sono piú nello stato d'allarme in cui erano pochi anni fa. In primavera Tremonti ha portato in parlamento un piano di spese di tre anni che includeva importanti tagli.

Un'altra variabile é l'entitá della recessione. Molti prevedono che sará meno accusata in Italia che in Gran Bretagna (anche se piú profonda che in Francia o Germania). Ma le misure anti-recessione di Berlusconi sono state nettamente modeste (comportando delle spese extra di solo 6 miliardi di euro). E il motivo per cui ha ritirato i suoi piani di ulteriori aiuti é il fatto che Tremonti gli ha ricordato dei limiti imposti dal debito italiano di 1,575 miliardi di euro. L'orco é ancora lí, anche se per il momento é saldamente incatenato.

(grazie a Pina T. per l'aiuto con la traduzione)

domenica 14 dicembre 2008

La Commissione Europea riconosce il superamento dell'Italia da parte della Spagna in reddito pro capite











El País, 12.12.08


[articolo originale qui]

La recessione che affrontano i paesi avanzati fa in modo che le previsioni sul prossimo futuro siano in uno stato d'eccezione, in cui l'evoluzione dell'economia non segue le regole abituali. Ma ogni statistica sugli ultimi anni certifica la progressione dell'economia spagnola fino all'irruzione della crisi. La Commissione Europea ha confermato ieri che la Spagna ha superato nel 2005 il reddito pro capite medio dei ventisette. E che nei due anni seguenti ha approfittato del ristagnamento dell'economia italiana per superarla in reddito pro capite medio.

I dati distribuiti dall'Eurostat, una revisione della cifra pubblicata a giugno, indicano che nel 2006 il livello di reddito pro capite della quarta e quinta economie europee era equivalente: la Spagna é arrivata al 104% del reddito medio europeo per abitante, mentre l'Italia é rimasta al 103%. E' una differenza minima, che rientra nei margini d'errore della statistica, ma sufficiente perché il presidente del Governo, José Luis Rodríguez Zapatero, l'abbia considerata come "un traguardo storico".

Nel 2007 la Spagna si distacca ulteriormente (106% della media europea contro il 101% dell'Italia) e guadagna terreno sulla Francia, il cui reddito pro capite é del 109% della media europea. Eurostat calcola questi dati a paritá di potere d'acquisto, un sistema che elimina le distorsioni per i differenti livelli dei prezzi in ciascun paese.

lunedì 8 dicembre 2008

Silvio Berlusconi si è guadagnato un soprannome: "Cesare"











Le Figaro, 4.12.08

[articolo originale qui]


I frequenti accessi d’ira del presidente del Consiglio contro i giornali
ed i leader dell’opposizione e le sue maniere autoritarie preoccupano
persino i suoi alleati.

Appena si tratta della televisione privata, il presidente del Consiglio italiano si mostra particolarmente suscettibile. Fa attenzione ad
evitare qualsiasi comportamento che faccia pensare che abusa del suo doppio titolo di signore della stampa e di capo del governo.
E rimette
seccamente al loro posto i giornalisti, così come i leader dell’opposizione che lo accusano di porgere il fianco ad un qualsiasi
conflitto di interesse.

Di solito, Silvio Berlusconi se la prende col quotidiano di sinistra La Repubblica o anche con le reti televisive, compreso il proprio gruppo
Mediaset, che riverserebbero su di lui «dei torrenti di menzogne». Questa volta, sono i direttori del Corriere della Sera e de La Stampa
che suscitano la sua collera. Lo indigna che i loro giornali abbiano titolato «Berlusconi contro Sky» a proposito di un articolo di legge che
alza dal 10 al 20% l’IVA sugli abbonamenti alla televisione di Rupert Murdoch.

«E’ una vergogna», non ha smesso di ripetere per un intero viaggio ufficiale in Albania, accusando i direttori di questi due grandi
quotidiani di «non saper fare il loro lavoro» : «Farebbero meglio a cambiare mestiere.» Punti sul vivo, i due direttori hanno risposto che
i
loro giornali avevano «scrupolosamente» rispettato l’obbligo di informare bene i loro lettori sulla questione. «Noi continueremo ad
esercitare il nostro mestiere come abbiamo sempre fatto, anche se ciò
ogni tanto fa dispiacere al presidente del Consiglio in carica.»

In fondo, Silvio Berlusconi non ha certamente torto. L'articolo di legge sull’IVA corregge un’anomalia che dal 1995 permette al gruppo
Murdoch di
godere di un privilegio inspiegato dato che tutti gli altri operatori sono tassati al 20 %.

Anomalia fiscale


Sky rivendica 4,2 milioni di telespettatori e una fetta di mercato pari al 30 % (contro il 32 % di Mediaset e il 34 % della RAI).
In un modo
piuttosto distratto ed incomprensibile, il Partito Democratico di Walter Veltroni si è immediatamente schierato a favore
del «povero Murdoch»,
vittima, a suo dire, della «persecuzione» del Cavaliere.

Ma il ministro dell'Economia italiano, Giulio Tremonti, ha azzittito all’istante le critiche producendo un avviso di infrazione emesso
nell’ottobre 2007 dalla Commissione di Bruxelles che intimava al governo dell’epoca, presieduto da Romano Prodi, di porre fine senza
indugi a
questa anomalia fiscale.

Al termine della tempesta, rimane l’amarezza di un primo ministro sempre meno disposto a subire il flusso di critiche a cui lo espone
il suo modo
autocratico di gestire la politica. Alcuni maliziosamente gli hanno trovato un soprannome: «Cesare». Il suo principale
alleato, il
post-fascista Gianfranco Fini, gli rimprovera un « bonapartismo » sospetto a qualche mese da un evento importante per la
destra italiana,
la fusione pura e semplice, il prossimo marzo, del suo partito di Alleanza Nazionale con la formazione del Cavaliere,
Forza Italia.

(a cura di Cristina Cassinelli)

martedì 2 dicembre 2008

Un premier con le mani nei notiziari televisivi denuncia i giornalisti che lo criticano









The New York Times, 1.12.08


[articolo originale di Rachel Donadio qui]

NdR. Stille é l'autore del documentario "Citizen Berlusconi", anche se non ho mai sentito parlare del libro "Il sacco di Roma" citato nell'articolo. Voi ne sapete qualcosa? Comunque, uno di quegli articoli che fanno rumore, non solo (spero) nel piccolissimo di questo blog....

ROMA - Il premier Silvio Berlusconi governa con una solida maggioranza, ha il controllo della RAI, l'emittente statale, e possiede le principali reti televisive private del paese.

Perché allora, con tutti questi mezzi a sua disposizione, continua a rispondere alle critiche dei giornalisti non sulle televisioni o sui giornali ma a suon di querele?

Negli ultimi anni Berlusconi ha denunciato The Economist per averlo descritto come "inadatto a governare l'Italia", ed il giornalista britannico David Lane per il suo libro del 2004, "L'ombra di Berlusconi" ("Berlusconi's shadow"), che esplorava le origini della sua fortuna e faceva notare come alcuni dei suoi collaboratori fossero stati indagati per legami con la mafia. Berlusconi ha perso queste cause in corte d'appello ed ha fatto ricorso, o ha ancora la possibilitá di farlo.

Adesso se la sta prendendo con Alexander Stille, il piú celebre italianista d'America ed uno dei piú ferventi critici anglofoni del premier. Una corte d'appello a Milano dovrebbe pronunciarsi martedí su un caso di diffamazione contro Stille iniziato da uno stretto collaboratore di Berlusconi.

Berlusconi non é l'unico ad accusare i giornalisti. In Italia - dove i giornalisti spesso sono molto cauti nel riportare i fatti ed il sistema legale cerca di proteggere l'onore personale - politici, magistrati e figure pubbliche fanno causa ai giornalisti cosí spesso che l'ordine nazionale dei giornalisti ha un "fondo di solidarietá" per aiutare con le spese legali e i danni.

"E' una delle tecniche intimidatorie della classe politica", ha detto Franco Abruzzo, professore di giornalismo ed ex-redattore del quotidiano finanziario Il Sole 24 Ore.

Ed é anche uno sport bipartisan. Nel 1999 Massimo D'alema, un ex-comunista che era all'epoca il presidente del consiglio di centro-sinistra, fece causa ad un fumettista politico per una vignetta che lo mostrava mentre cancellava nomi dal dossier Mitrokhin sulla cooperazione dei paesi occidentali con l'Unione Sovietica durante la guerra fredda.

Comunque, quando l'accusa é Berlusconi, la situazione inevitabilmente prende altre dimensioni.

"Quello che fa la differenza é che lui é uno dei politici piú potenti ed uomini piú ricchi", ha detto Lane, corrispondente da Roma del The Economist e bersaglio delle accuse di Berlusconi. "Controlla i media. Lavora da una posizione di massimo vantaggio".

In effetti, alcuni considerano queste accuse come una parte di un piú inquietante piano in cui Berlusconi cerca di intimidire la stampa - anche mentre afferma che gli stessi media di cui ha il controllo totale lo perseguitano.

Nel 2002, Berlusconi criticó tre critici di centro-sinistra - il comico Daniele Luttazzi, il presentatore di talk-show Michele Santoro ed il giornalista Enzo Biagi - alla RAI, che subito cancelló i loro programmi (Luttazzi e Santoro alla fine tornarono in televisione, e Biagi morí l'anno scorso).

Oggi la risposta italiana a Tina Frey, Sabina Guzzanti, famosa per le sue imitazioni di membri del governo, e Beppe Grillo, un provocatore in stile Michael Moore, hanno poco spazio in televisione, dovuto a complicate motivazioni, nonostante il loro largo seguito popolare. E comunque un importante show, "Striscia la Notizia", sbeffeggia routinariamente i potenti e va in onda sulla rete di Berlusconi Mediaset. Nel processo di martedí a Milano Fedele Confalonieri, amministratore di Mediaset, accusa molti passaggi del libro di Stille del 2006 sull'ascesa di Berlusconi, "Il sacco di Roma" ("The Sack of Rome" in originale, NdR).

Confalonieri sostiene che Stille lo abbia citato come investigato nel 1993 per finanziamento illegale al partito socialista, senza poi far notare che in seguito venne ritenuto estraneo a quel reato.

Ha trovato inoltre un errore nell'asserzione di Stille sul fatto che Berlusconi abbia "fuso quasi totalmente i suoi affari con la sua vita privata", come dimostrato dal mettere Confalonieri, "il suo piú vecchio amico d'infanzia", a capo di Mediaset.

Ed ha obiettato sul fatto che Stille riporta qualcuno che diceva che molti degli stretti collaboratori di Berlusconi basavano la loro amicizia "sul ricatto" perché erano quelli che sapevano dove "erano nascosti tutti gli scheletri nell'armadio".

Anche se queste cose non sono nuove e sono state riportate dalla stampa italiana, Confalonieri ha sostenuto nella sua accusa che queste "danneggiano direttamente l'onore e la reputazione" degli interessati. Confalonieri e Mediaset stanno cercando danni non ancora resi noti.

Un avvocato di Confalonieri, Vittorio Virga, ha detto che altri giornalisti hanno evitato i processi pubblicando articoli dove dicono di considerare adesso Confalonieri "un gentleman".

"Una stretta di mano e arrivederci", ha detto Virga. Ma Stille, ha aggiunto, "non ha mostrato nessuna iniziativa per fare pace".

Da parte sua Stille, professore di giornalismo alla Columbia University nonché autore di diversi libri di spessore sull'Italia, ha detto che quella di venire accusato per riportare dei fatti é una "esperienza Kafkiana".

"Se fossero stati sinceramente interessati in pulire il loro nome e stabilire la veritá, ci sarebbero stati modi molto piú semplici", ha detto Stille.

L'avvocato di Berlusconi, Nicoló Ghedini, ha detto che i giornali italiani puniscono raramente i giornalisti che sbagliano, quindi i personaggi pubblici devono difendere i loro nomi in tribunale. Ha aggiunto, "Come mai un giornalista dovrebbe avere il diritto di diffamare?"

Per la legge italiana, anche pubblicare che qualcuno é sotto indagine puó essere tacciato di diffamazione, anche se le cause per diffamazione sono difficili da vincere.

Ma Stille ed altri fanno notare che il punto non é quello di vincere un processo, ma quello di intimidare giornalisti ed agenzie stampa con la prospettiva di un lungo e costoso processo in tribunale se scrivono qualcosa di non favorevole. "Per ciascuna di queste denunce, si puó cambiare il comportamento di altri 100 giornalisti", ha aggiunto Stille.

In effetti queste contese sembrano avere effetto.

Lane del The Economist ha detto che sta pensando di eliminare tutti i riferimenti a Berlusconi nell'edizione italiana - ma non in quella britannica - del suo prossimo libro sulla mafia. "Sono troppo stanco di spendere i miei soldi", ha detto. "Non ci sono medaglie da vincere per venire denunciati da Berlusconi".